Si potrebbe vedere un concerto di Nubya Garcia a settimana senza annoiarsi. Anzi, dovrebbe essere obbligatorio per legge: un concerto a settimana come ricetta per un vita bilanciata.
La sassofonista inglese di origini caraibiche, emersa con l’esplosione della scena londinese, ha dimostrato di esserne uno degli elementi più validi. A oggi non ha mai strafatto, pubblicando album che poco si discostano dalla formula magica nu jazz + afrobeats + reggae/dub. Una solidità premiata dall’apprezzamento del pubblico e possibile grazie a un lirismo sullo strumento che ha dell’antico: sembra realmente affondare in uno studio della materia jazz di alto livello, dei maestri afroamericani del secolo scorso, unito però ad un senso ritmico innovativo e contemporaneo.
Insomma, un matrimonio perfetto. All’ascolto si traduce nella sensazione di essere di fronte a musica stimolante per il cervello tanto quanto per le gambe, impossibili da tenere ferme grazie ad un gruppo che può contare su un batterista (Sam Jones) e un contrabbassista (Daniel Casmir) che funzionano come una perfetta e diabolica macchina da groove. Questo è già il suo terzo o quarto giro in Italia e fin qui non ha mai deluso, fornendo sempre esibizioni di alto livello. Non la si vedeva in un club da un po’, ci aspettiamo grandi cose.
Written by LR