Uno spettro si aggira per la nostra città. Il suo nome è impronunciabile, immerso in tafferugli sonori ad alto volume, bagnato nel sudore di mille fronti, livido come la spallata di un amico a cui vuoi bene, però insomma: meno.
Uno spettro si aggira così per la nostra città. Tant’è spettro che ci sono ormai certi concerti di band post-hardcore o screamo o metal che a malapena vengono comunicate alla luce del sole. Concerti carsici, deputati a chi l’abisso di distorsioni lo conosce già, seppur stiano cominciando ad attecchire pressoché ovunque. Dopo i centri occupati e gli Arci è l’ora di Santeria.
Qui c’è la prima edizione di CAN I SCREAM Fest (che giustamente non ha interrogativi, perché se una vuole strillare che strilli, per dio, che strilli e strilli forte): rassegna dedicata al mondo della musica underground, tra punk, hardcore, screamo e tutto il baule di strilli e distorsioni nostrane ed europee.
Le vostre orecchie gioiranno e i vostri muscoli strideranno con: Ojne, Shizune, Lantern, Put Purana, Vibora, Tenia, Comic Sans,
Bowie e Sky Tea For Warriors.
Per l’occasione troverete anche una mostra fotografica di Luca Secchi, estratta dal suo libro Chaos is us, viaggio italico tra i luoghi e i concerti i poghi dedicato a quel “grande noi” che fa della scena il nemico numero uno dell’individualismo contemporaneo, con un bel testo livoroso e lucido come la lama di Narsil firmato da Riccardo Stefano d’Ercole.
Written by Giacomo Prudenzio