Alla mia generazione piace il trash. Cresciuti davanti a mamma tv e diventati adulti su internet, non poteva andare diversamente. Davanti all’estremo noi ci inchiniamo, davanti a uno come Tommy Cash non possiamo che nutrire una profonda devozione.
Classe 1991, Tommy viene al mondo lo stesso anno in cui sull’Unione Sovietica viene posta la parola fine, in un quartiere periferico di Tallin, la capitale della neonata Estonia. Outsider da sempre, dancer freestyle prima, poi musicista e da poco anche stilista (perchè no?), da adolescente si fa le canne, molla la scuola, scopre l’hip hop e Kanye West diventa il suo idolo (non necessariamente in quest’ordine). Nel 2013 esce il suo primo singolo “Guez Whoz Bak”, la fama cresce e su Youtube i suoi video gonfi di white trash macinano visualizzazioni. Mettere insieme un carrarmato, una ragazza nana e colate d’oro non ti fa passare inosservato.
Qualcuno paragona la sua estetica a quella dei Die Antwoord, ma da pezzi come “X-ray” e “Little Molly” si capisce come l’asticella della qualità si sia spostata prendendo direzioni differenti. Tuta in acetato, brutalismo decadente e super alcolici bevuti one shot, lisci. Così ti vogliamo e così ti aspettiamo di nuovo a Milano.
Written by Bruna Crapanzano