Nathy Peluso è di quelle artiste a cui mi riferisco come metro di paragone per tirarmi giù quando penso che sto andando forte e per tirarmi su quando penso che ancora esiste un progetto big con quel tiro nel mondo. Se probabilmente il suo swag è stato riconosciuto a livello globale con BZRP Music Sessions, Vol. 36 (2020), grazie anche all’endorsement di un produttore conosciutissimo – soprattutto in sudamerica – come Bizarrap, già tre anni prima con l’autoprodotto Corashe a 22 anni definiva un stile in quanto a trap dal tiro femminile che in meno di dieci anni per chi cerca quella cosa dalla musica è già più che un’icona.

Filosofìa y mayonesa dice in una strofa dell’ultimo singolo con Tokischa, DE MARAVISHA, una track che è impossibile ascoltare una sola volta e che convertirebbe al perreo anche un teknuso di Monaco. Definizione perfetta per me della vibe che porta la rapper argentina dal giorno zero con varie evoluzioni sia come presenza che come scrittura: sensualità, street cred, introspezione da cantautorato affiancata con enorme stile al flexing più becero della trap. Il tutto emanato da una figura femminile estremamente sensuale quanto ironica, che buca lo schermo senza prendersi mai sul serio fino in fondo.

Curioso quindi capire come questa freschezza sarà traducibile nel live al Fabrique del 9 Febbraio, la prima data del tour di GRASA, l’ultimo disco uscito a Maggio che integra a sorpresa anche ispirazioni di soundtrack poliziesche, aspetti più ballad e una parte elettronica più spinta e sperimentale. Nel mentre lurko video su TikTok dei suoi live in sudamerica, dove è già un’icona assoluta, che mi fanno venire voglia di prendere un biglietto aereo per Buenos Aires solo per sentirla una sera in mezzo a quell’energia. La solidità della sua aura lì emerge chiaramente dal modo in cui le personalità femminili stanno emergendo nel mondo dell’hip hop, rendendo una barzelletta la solita questione dell’hip hop genderizzato di cui speriamo di ridere presto anche da queste parti.