Riflettevamo sul silenzio e abbiamo trovato il suono. Ci attraversa in ogni cosa, conviviamo con il suono prima di ogni altra cosa. Per questo ogni sua manifestazione ci risulta intima e significativa. Oggi più che mai il suono viaggia a braccetto con le arti visive e ci porta su altri piani di fruizione, è la vera forma di astrazione contemporanea. Ha lasciato ogni significato e ha sposato il sentire. Tarek Atoui ci porta esattamente lì: ha esplorato le proprietà del suono attraverso la performance e successivamente ha ampliato le sue ricerche sulla spazialità di un oggetto relazionandosi con il contesto artistico. Con il suo lavoro indaga le proprietà acustiche e le modalità con cui elementi quali acqua, aria, pietra e bronzo, assorbono il suono e lo restituiscono con sfumature inattese. “Improvisation in 10 Days” è il titolo della mostra di Tarek Atoui. Attingendo da un termine specifico del linguaggio musicale, Atoui esplora le potenzialità compositive in uno spazio, mettendo in dialogo le connotazioni materiali, scultoree, architettoniche e relazionali delle opere con la natura immateriale dei suoni e i loro riverberi nei corpi e nelle cose.
Written by LR