“…Poi ci girano i coglioni, colpa della società!”
Esordiva così, nel 2002, il secondo disco da solista di Bobo Rondelli. Io, durante quel tour – disperata, intellettuale (poco) e ubriacona (molto) – mi fiondai a sentirlo. La cornice di quel live era perfetta, un piccolo locale milanese che fu di culto, rimpiazzato da due grattacieli con il bosco sui balconi. Ancora mi ricordo lo stupore nel sentire quella voce così calda e potente, quel guizzo negli occhi di Bobo, un po’ ironico e un po’ cinico, le dita sulla chitarra acustica a diventare un tutt’uno con lo strumento, da sempre l’accompagnatrice perfetta dell’artista livornese. Di suoi dischi ne sono usciti diversi e Rondelli non ha smesso mai di mettersi e metterci alla prova nel descrivere il contemporaneo, di raccontare la disillusione con il suo fare scanzonato e irriverente.
Che sia l’aria del mare di Livorno a donare questa capacità di raccontare la vita in strofa in do maggiore?L’equazione tra Bobo e Livorno dà lo stesso risultato di quella tra Piero Ciampi e Livorno, che trent’anni prima ne è stato il principale cantore: entrambi sono legati a doppia mandata con quel porto, quel vento e quel sole che sulla pelle sa di sale. Come il sapore di una battuta giocosa e tagliente de Il Vernacoliere”, giornale di satira nato, ovviamente, a Livorno.
Ciampi, nella sua canzone “Tento tanto”, cantava “la morte mi fa ridere, la vita no”; Rondelli ha preso versi come questo e ne ha raccolto l’eredità, enorme, e l’ha fatta sua, giocando ancora di più sul confine tra serio e faceto, tra ridicolo e serissimo, scambiando i registri, sparigliando le carte del cantautorato classico. Di concerti ne ha fatti a centinaia, ha portato a teatro proprio i brani del suo amato concittadino e ora torna con un nuovo live nei club per presentare l’ultimo disco Storie assurde. Sarà accompagnato dai Musica da Ripostiglio, perché come dichiara la band, da “camera” sembrava eccessivo.
Si intuisce dalle premesse che il prossimo sarà un antidoto “al divano e allo sbadiglio”, un su e giù tra dissonanze e stravaganze, per cui non si offenda nessuno quando partiranno gli accordi di Bella chiappona, non sentitevi presi in causa da tradimenti con L’ amico infiltrato anche se siete della Digos (!). Bobo scherza, ma nemmeno troppo; prova a farci cadere in piedi nelle nostre contraddizioni, ci ricorda di non prenderci troppo sul serio, sempre con una straziante delizia swing. Avrete gli occhi pieni di lacrime e un dolore alla mascella dal ridere.
Written by Anti Grafone