Quando gli dei del noise imbracciano la chitarra acustica e si danno al folk, in genere, è perché hanno finito le idee. Michael Gira rappresenta un’eccezione a questa regola: forse perché il folk lo ha sempre frequentato, forse perché non è altro che l’aggressività degli Swans presentata con un’altra faccia, tanto che a dividere il palco con lui in questo tour c’è Kristof Hahn, che di Gira è compagno di musica e rumore sin dal secolo scorso.
Per rendersene conto, non c’è modo migliore che farsi quattro pedalate a Quarto Cagnino e accomodarsi sotto al palco, meglio se con qualcosa da bere. Sotto il cappellone da texano di Gira, dietro la scorza di duro cowboy, c’è un rude songwriter capace di scavare la carne degli ascoltatori sino a raggiungerne l’anima, metterli a nudo e dialogare con una schiettezza possibile soltanto nella dimensione live. Perché é proprio lì – quando la sua voce, la sua chitarra e il suo bicchierino di whiskey ti hanno squarciato in due – che Micheal Gira ti guarda negli occhi e ti regala il sorriso che non ti aspetti.
Written by Filippo Cauz