Sembrava silente da un po’ e invece l’alleanza galattica di ZUMA torna in grande per due giorni nello spazio lisergico della Cascina Cappuccina. L’oasi melegnanese ormai nota agli animali notturni (e non solo) milanesi è una tipica cascina lombarda a pochi minuti dalla trafficata via Emilia, dove la natura non è solamente un miraggio ma un piccolo scorcio da tenersi stretto.
Lì, Zuma mette la sua bandiera per questa edizione, un incontro e un tentativo di stare bene insieme per amicizia e affinità, condividendo suoni ed energie in quello spazio di mondo. Senza alcun tentativo di profitto, l’evento è anche una piccola oasi indipendente all’interno del panorama dei festival stessi: totalmente autofinanziato, tutti i ricavati vanno a sostenere le (eventuali) edizioni future. Fra la cattedrale, il palco Lambro e il palco Sempione si alterneranno suoni vari fra folk, psichedelia, rockeggiamenti e varie sperimentazioni sonore.
Sabato 31 si inizia presto, dalle 15 con il dj set di apertura Spiritual Zuma seguito dai Murmor Mori, gruppo che ricostruisce la musica giullaresca medievale animato da una forte attitudine teatrale. Dopo di loro Papiro, producer che utilizza synth vintage e crea un’atmosfera fra solenne e psichedelico per la mente e il corpo e Astral Brew, quartetto jazz-rock che fonde funk, fusion, krautrock ed elettronica. Il pomeriggio finisce con il trio francese Begayèr, progetto nomade e multiculturale tra Italia, Francia e mondo arabo che mescola chanson, noise e musica tradizionale. La sera parte al palco Lambro con Paolo Angeli, chitarrista sardo che mescola musica araba e folk sardo in chiave contemporanea accompagnandoci nella golden hour e poi lasciandoci al palco Sempione nelle mani e chitarre del duo bresciano Twoonky fra post-punk, psichedelia ed elettronica. In chiusura Devon Rexi, magico progetto da Amsterdam che mischia dub sperimentale, psych-funk e suoni diasporici creando un’atmosfera onirica e super danzereccia seguito dalle weirdate del djset dei Quite a Village + Perry Laisa.
Domenica 1 Giugno aprirà le danze la listening session ambientale del torinese Garino Luca seguita da Ottaven, l’identità sonora di Canedicoda, e il dj set di Classical Hooligans, che da tempo portano nel milanese e non solo la musica classica e d’avanguardia fuori dai luoghi accademici con dj set, podcast e performance dal vivo. A seguire i dj set di dj Bruciapane e Bongo Joe, l’iconica etichetta world svizzera, seguiti da Riccardo Luppi Ensemble e da Natura Morta, l’intenso progetto solista di Maria Mollol Moya influenzato da flamenco e cumbia oscura che mixa registrazioni vocali, riverberi e voci evocative. L’ultima parte della festa di Zuma parte con Eternal Zio, reunion trance-psichedelica, e poi La festa delle Rane, folk poetico e naturale. Continua Claudio Palumbo con BAM!BOX Orchestra fra punk e ironia e poi Brandamaria, duo composto da Maria Violenza e Irtumbranda che reinterpreta la tradizione siciliana con chitarra, voce e viola dando nuova vita a a storie antiche di protesta e amore. In chiusura Lolo, quartetto eclettico che mescola jazz, folk, avanguardia e rock e Festa del Perdono, trio milanese che unisce punk italiano anni ’80 con ritmi reggae e pop esoterico. Ci si saluta con il djset dei Les Giants, progetto di esplorazione multisonica e omonima etichetta musicale con uno speciale affetto per il vinile.
Ma Zuma non è solamente musica: oltre ai tre palchetti che sputeranno suoni di vario tipo, l’installazione sonora di Andrea Penso e la metamorfosi luminosa di Hybrida Lightshow e Wandalumen. Nella zona giorno, altro cuore pulsante del festival, ci sarà il laboratorio di cucina palestinese, un workshop sonoro per bambine e bambini e ogni tanto persino qualche ambitissimo massaggio sonoro.
Per scoprire di più sulla wackiness della parte sonora di questa alleanza galattica, vai a cercare sul sito, tira fuori la tenda per campeggiare la notte e vai a vedere cosa succede in quella piccola porzione di mondo che si sospende per un weekend. Sono passati cinque anni dall’ultima edizione: dopo un arrivederci, nulla è più come prima.
Written by Carlotta Magistris