Il genocidio di Srebrenica, riconosciuto ufficialmente dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 2007, vide il massacro di oltre 8.000 uomini e ragazzi bosniaci musulmani da parte delle forze serbo-bosniache nel luglio 1995, nonostante la città fosse stata dichiarata “zona protetta” dalle Nazioni Unite.

A trent’anni da quel tragico evento, Bologna si ferma per ricordare. Lunedì 16 giugno 2025, dalle ore 18.00, la Piazza Coperta di Salaborsa ospita un evento pubblico che intreccia memoria, testimonianza e responsabilità civile.

Organizzato dal Memorial Center di Srebrenica, in collaborazione con ARCI e ScriptaBo – Associazione scrittori bolognesi, l’appuntamento si sviluppa in due momenti distinti, ma connessi.

Il primo panel, intitolato “Il genocidio visto dall’Italia”, si concentra sul modo in cui la tragedia di Srebrenica è stata percepita, raccontata e compresa nel nostro Paese. A confrontarsi su questo tema saranno Carlo Lucarelli, scrittore e presidente di ScriptaBo, Walter Vitali, sindaco di Bologna negli anni in cui avvenne il genocidio e poi senatore della Repubblica, e Andrea Rizza Goldstein, referente del partenariato tra il Memorial Center e ARCI. A guidare il dialogo sarà Alex Boschetti, giornalista e moderatore dell’intera serata.

Il secondo momento, dal titolo “Il genocidio raccontato da Srebrenica”, porta sul palco le voci dirette di chi lavora ogni giorno per custodire la memoria di quei fatti. Interverranno quattro membri del Memorial Center: Edin Ikanović, giurista e responsabile del monitoraggio del negazionismo; Almir Salihović, storico e curatore dei programmi educativi; Mirnes Zahirović, responsabile delle attività museali; e Nedib Smajić, che si occupa della gestione infrastrutturale del Memoriale.

A fare da cornice all’incontro, l’inaugurazione di una mostra fotografica curata dal Memorial Center stesso, allestita negli spazi delle Scuderie di Salaborsa. Saranno esposte 20 fotografie tratte da due progetti che raccontano il genocidio attraverso dettagli che colpiscono per la loro forza e umanità: “Mrtvare (Le scarpe da morto)” e “Quando il tempo tace”.

La mostra rimarrà a Bologna per soli tre giorni, a causa delle tensioni etniche e politiche in Bosnia Erzegovina. Il genocidio è, infatti, negato istituzionalmente dalla Repubblica Serba e per evitare guai doganali c’è stato bisogno di una complicata strategia burocratica.