Chi stabilisce davvero dove finisce l’arte e dove comincia il degrado? È una domanda che torna ciclicamente, soprattutto quando si parla di graffiti, di spazi abbandonati, di cultura urbana che cresce ai margini, lontano dalle logiche istituzionali. C’è un filo sottile che collega il writing alla musica techno, la controcultura hip-hop ai luoghi dimenticati della città. Un filo che, negli ultimi anni, è stato teso fino al limite, trasformando il concetto stesso di spazio culturale.
In tempi complessi, in cui l’aggregazione giovanile è spesso relegata a margini sempre più stretti, emergono esperimenti che provano a reinventare i luoghi dell’espressione artistica. Gli spazi ibridi non sono solo una risposta, ma una proposta concreta: ambienti capaci di fondere arte, musica e cultura indipendente, senza rinnegare ciò che è stato, ma spingendosi verso nuove possibilità.
Il momento conclusivo della seconda edizione di Urbex Walkscapes sarà un’occasione per entrare dentro questo immaginario. Un grande evento open-air darà spazio a immagini, suoni e narrazioni raccolti lungo tre anni di esplorazioni urbane: fotografie, una nuova fanzine autoprodotta in collaborazione con il collettivo Attraverso la Notte, e un video che racconta il cuore del progetto.
A dare ulteriore peso alla serata, la presenza di Pablito el Drito, figura chiave della scena techno underground italiana, autore di diversi saggi sul mondo delle controculture e profondo conoscitore della filosofia DIY. Il suo intervento si articolerà in due momenti: un talk nel tardo pomeriggio e, a seguire, un dj set techno old-school interamente suonato in vinile. Un ritorno alla materia grezza del suono, pensato per far vibrare non solo l’asfalto, ma anche la memoria culturale da cui tutto nasce.
Alle 19, spazio al cinema con la proiezione di The Art of Disobedience, documentario diretto da GECO che porta lo spettatore nel mondo crudo e radicale del graffiti writing europeo. Un racconto che scava sotto la superficie, tra corse sui tetti e cacce mediatiche, per interrogarsi sul vero significato della parola “libertà” in un contesto urbano che reprime e allo stesso tempo ispira.
Tra gli spazi espositivi e l’area open-air sarà possibile anche esplorare una serie di banchetti dedicati a fanzine, stampe, libri e autoproduzioni. Da chi lavora con la serigrafia nei luoghi dismessi a chi trasforma l’elettronica in forma narrativa, ogni presenza racconterà un frammento diverso dell’universo urbano indipendente.
Una giornata per ascoltare, vedere, danzare, parlare e – soprattutto – per abitare una zona grigia che, forse, è quella in cui le cose più interessanti continuano ad accadere.
Perché l’arte che nasce fuori dalle regole spesso è quella che lascia il segno più profondo.
Written by LR