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Thu 09.10 2025 – Sun 30.11 2025

Fata Morgana: memorie dall’invisibile

Where

Palazzo Morando. Costume Moda Immagine
Via Sant'Andrea 6, 20121 Milano

When

Thursday 09 October 2025 – Sunday 30 November 2025

Diego Marcon, La Gola, 2024 [Still] / digital video transferred from 35mm film, CGI animation, color, sound / Duration: 22 min 22 sec / © Diego Marcon. Courtesy the Artist; Sadie Coles HQ, London; Galerie Buchholz, Berlin/Cologne/New York; Kunstverein Hamburg; Kunsthalle Wien; and Centre d’Art Contemporain Genève for BIM ’24

C’è un mondo sensibile che esiste e si muove su soglie di percezione che oggi consideriamo altre. Quasi indefinibili, abbiamo perso nel corso della storia le parole per definirle. Ma questo non ha mai permesso a questo spettro del sentire di sparire e affievolirsi. Per natura risiede spontaneamente sotto la pelle delle donne, che l’hanno custodito e portato attraverso le maree dei cicli vitali e della storia. Questo sentire spesso incontra le arti e trova vita e manifestazione in esse e nei riti che le alimentano. In questo modo diventa linguaggio, diventa visione tangibile uscendo timidamente dalla tenda che cela il mistero. L’immaginazione e la fantasia nutrono questi saperi silenziosi ma potenti, spesso, troppo spesso e ancora oggi, sferzati dalla paura e messi a tacere con violenza e ridicolizzazione. Questa parte della Storia è immensa e c’è tantissimo da dire, è costellata da figure magnifiche, esseri umani che hanno scelto di investire tutte loro stesse in un sapere atavico e istintivo. Persone come la contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini, che ha vissuto a Palazzo Morando e ha lasciato un patrimonio alla città. Tra queste sale e l’aura delle sue sapienti biblioteche, si muove la mostra Fata Morgana, nuovo capitolo di mostra di Fondazione Trussardi a cura di Massimiliano Gioni, Daniel Birnbaum e Marta Papini. Il nostro consiglio è di lasciarvi accogliere dalle sale del palazzo e dalla potenza dei lavori che vi sono racchiusi, lasciando scivolare lo sguardo e l’anima prima ancora di cercare informazioni scritte a cui ancorarsi – anche perché in questo caso specifico i testi di mostra ci hanno lasciate un po’ perplesse. Oltre al fatto che noi, cresciute a pane e mostre di Gioni, siamo rimaste perplesse dall’allestimento che si disperde nelle sale senza riuscire a creare dei dialoghi tra spazio, corpo e opere.
I lavori delle artiste presenti però sono manifestazioni, attimi colti con grande dedizione a quello spettro del sentire che non si può ingabbiare in parole ma si può solo liberare. Sono le connessioni dell’universo, le voci della natura e i cicli degli spiriti che si fanno carne. Concedetevi il lusso di ascoltare senza voler sapere altro che le domande che vi pioveranno sul cuore.

Written by Annika Pettini