Secondo il riccioluto cantante e chitarrista Jakko Jakszyk, orgogliosamente tra le fila del Re Cremisi da più di un decennio, Robert Fripp è uno che semplicemente “Fa quello che fa. Va per la sua strada, senza seguire nessun trend”. E qui qualche fan canuto potrebbe aggrottare il sopracciglio asserendo che già un album come Discipline suonava troppo new wave, conforme all’art-rock del periodo. Nondimeno, quel lavoro, complice il talento di Adrian Belew, è a tutt’oggi considerato al pari di un Red o del debutto In The Court Of The Crimson King, uscito ormai quasi 50 anni fa. Per questo “Elements Of King Crimson Tour”, già sold-out da diversi mesi in diverse città, ritroviamo una formazione a sette elementi in cui figurano – oltre ai già citati Fripp e Jakszyk – il sassofonista Mel Collins e una sezione ritmica composta dal distinto Tony Levin più ben tre batteristi. C’è il precisissimo Gavin Harrison, che in tutti questi anni non è rimasto imbambolato ad attendere che qualcuno si decidesse a riformare i Porcupine Tree (visto anche che il Wilson solista continua a non farli rimpiangere), abbassandosi persino a suonare sull’ultimo dei Pineapple Thief. Gli altri due sgabelli li occupano invece l’eminente Pat Mastelotto e un più superfluo turnista Jeremy Stacey, fortemente apprezzato dal settantenne Fripp. C’è chi dice che basterebbe un Bill Bruford per fare quello che questi fanno in tre. Vecchi puristi, bisogna sempre darvi ragione (se no poi vi offendete).
Written by Simöne Gall