L’incontro che ha generato l’idea di collaborazione tra le ragazze di Tile project Space e Sara Enrico è avvenuto durante uno degli appuntamenti del Laboratorio del dubbio a Torino. È in questa occasione che Tile ha invitato l’artista a pensare un progetto che si relazionasse con lo spazio milanese. Dopo la mostra scenografica di Benni Bosetto, un’altra donna interviene dunque da Tile, creando una situazione di opere statiche, che prenderà vita grazie all’interazione e all’immaginazione del pubblico. À terre, en l’air è dunque un gioco di movimenti dove Enrico utilizza questo luogo bianco come un display in background per corpi che raccontano una storia: una serie di lavori già visti con due opere realizzate appositamente per la mostra, prodotte con Tile grazie al supporto di Vittorio Micucci, collezionista. Il pubblico assisterà a “una partitura per opere”, mi racconta Caterina Molteni, in cui “la griglia di Tile diventa lo sfondo neutrale e geometrico” che movimenterà lo spazio. L’allestimento è ancora una volta protagonista concettuale di Tile. La mostra avrà un ulteriore sviluppo fuori dallo dalle mura di Tile: durante Miart verrà presentata una fanzine sperimentale – il documento che da sempre viene prodotto in occasione di ogni progetto – dove le curatrici hanno invitato la fotografa Floriana Giaciti, il gruppo di danza Barok the Great e Lia Cecchin a interpretare i movimenti nati dalle opere di Sara Enrico ri-elaborandoli a proprio modo.