C’è qualcosa nella musica di Michael Gira e del suo trentennale progetto Swans che mi rimanda a quei sinistri, penetranti dipinti di Alfred Kubin abitati da gelidi universi, in cui le forme si incuneano l’una nell’altra, i contorni sfumano e gli oggetti si fondono inseguendo il flusso ininterrotto delle visioni oniriche. Peculiare fu lo stile dell’artista austriaco, tanto quanto lo è il saper cantare la disgregazione dell’anima da cui il tormentato sessantenne newyorchese sa coglierne sostanza, saldandone idiosincrasie e tratteggi con suoni cavi e disarmonici. Album e live che consumano, anche per la loro mastodontica durata. “No dream, no sleep, no suffering. No pain, no now, no time, no hear”.
Written by Garbatella No Wave