Sono passati 10 anni dall’ultimo P:Gold, e non ci sono Magazzini Generali (tra il 2007 e 2008), Rolling Stone (tra il 2005 e il 2007) e neanche Le Quinte (dov’è nato a ottobre 2000) che possano reggere il confronto con quello che abbiamo visto e vissuto tra il 2000 e il 2005 al De Sade (oggi Gate). P:Gold in quegli anni, in via Valtellina, ha scritto un pezzo di storia del clubbing milanese, e lasciamo stare i ricordi (e le iniziazioni) che abbiamo vissuto lì. Perché – è vero – si potrebbe venire a questa edizione pensando a tutti gli show incredibili (con scenografie, costumi, acrobati, ragazze bellissime e tratti di blasfemia) che abbiamo visto, ai rapporti occasionali consumati dentro o fuori dal locale, a quell’hardhouse-progr di Steve Lawler o di Craig Richards o a tutti i set di dj italiani come Ralf o Lorenzo LSP che abbiamo sentito, ma non è solo per vivere nella memoria che si deve venire a questo P:Gold. Il vero motivo per esserci è che party così curati nell’animazione e nel provare a stupire il pubblico oggi non ci sono più. Perderselo sarebbe un peccato (capitale).
Mi piace pensare anche che il Pinocchio di questa sera è proprio il P:Gold, un party che ne ha viste di ogni: lo sfarzo e il successo del paese dei balocchi, l’inghiottimento in un linciaggio mediatico contro i suoi sempre più giovani frequentatori e la maturità che l’ha portato a diventare un ragazzo in carne e ossa. Uno che racconta favole e storie che durano ben più di una notte e che rimangono impresse nella testa di chi le ascolta. E ne vuole sentire di nuove per altri 10 anni.
Written by Zagor