La pittura crea sempre problemi, è un medium che da quando ci sono le avanguardie crea sempre il sospetto di un ritorno all’ordine, di una subordinazione al mercato dell’arte più bleso, quello dei borghesi arredatori di salotti, e poi in Italia è rimasta sotto la botta della Transavanguardia e dello strapotere di ABO e dei suoi favoriti. Ma la pittura, per fortuna, sopravvive a tutto. Riemerge dai margini del concettuale, rispunta anche tra i giovani artisti, si prende le sue rivincite sull’arte sociale, relazionale, sul witz, sugli interminabili video rivendicando diversi valori dell’immagine e delle competenze che appartengono all’arte.
Da un incontro-scontro tra due curatrici diversissime per interessi eppure legate da convergenze insospettabili, Simona Squadrito e Rossella Farinotti, scaturisce Stupido come un pittore, una mostra dove Thomas Berra, Sebastiano Impellizzeri, Pesce Khete e Nicola Melinelli presentano le loro ultime ricerche, insieme a opere pensate appositamente per gli spazi di Villa Vertua Masolo, messi in dialogo e a confronto con le opere di
Valentino Vago, uno tra i maestri e padri della pittura astratta