Musica di Super Quark in sottofondo. Il Dhole è un animale selvatico che viene dall’Asia, molto simile al lupo, nonostante sia assimilabile alla famiglia dei cani. Cacciatore sociale diurno, vive in branco, preferisce come prede gli ungulati. Condivide il suo habitat con ghepardi e altre bestie feroci. Il Dhole è una specie in pericolo, consta solo 2.500 esemplari. 2.5001 se si conta il nuovo nato in via Tiraboschi, che sulla storia di questo piccolo canide asiatico costruisce un nuovo cocktail bar che vuol essere un viaggio nelle terre che hanno visto la presenza di questo curioso animale.
Elegante e sofisticato, informale e contemporaneo allo stesso tempo, il Dhole nasce dall’esperienza dei ragazzi dell’Eppol – di cui ricorda molti particolari come il giardino verticale e gli oggetti di modernariato – e ha sviluppato una linea, sia in cucina che al bar, che predilige la contaminazione tra Oriente e Occidente. Partendo dalla drink list creata con l’aiuto di Milo Occhipinti e Max, troverete 12 cocktail ognuno dei quali dedicato a un paese dell’Asia rappresentativo del piccolo canide. Così tra Thailandia, Vietnam, Laos e Russia si scoprono spezie, ingredienti, prodotti quasi dimenticati o mai sentiti che provengono da questi paesi. Non è facile alla prima lettura districarsi in questo viaggio, per questo fatevi sempre consigliare e spiegare la storia di ogni cocktail dai ragazzi in sala.
Iniziamo spavaldi con il Rub’ Al-Khali, che scopriamo essere il secondo deserto più grande al mondo e ricopre quasi interamente un terzo della penisola araba. Mezcal a parte, gli ingredienti sono quelli distintivi della cucina araba. Il drink è dolce e fortemente speziato con leggere note affumicate. Oltre al celebre distillato messicano, menta, curry, latte di riso, pepe cayenna, e per finire locusta al curry on side. Buttatela giù in un solo boccone, sarà come masticare una chips di Rocco Siffredi. Ci spostiamo in Russia con lo Zavtrak, che in lingua vuole dire colazione. Gli ingredienti classici sono pane, miele e kompot: una marmellata liquida tipica della tradizione popolare della Russia, preparata bollendo la frutta con zucchero e acqua e poi sigillandola in vasetti. Un drink dalle note dolci, mai stucchevoli, con vodka al pane nero, miele, kompot di frutti rossi.
Chiediamo un cocktail per stupirci e arriva il Kuki Airani: il nome polinesiano per indicare le Isole Cook, ovvero le vecchie colonie inglesi della Polinesia che hanno subito nel tempo numerose influenze da Cina e Giappone. Il drink ne unisce i prodotti tipici come avocado e rum a ingredienti giapponesi quali yuzu e soya. Il cocktail è intenso, vegetale, acido e dolce allo stesso tempo, con una texture pastosa dovuta alla presenza dell’avocado che si abbina alla perfezione con rum, salsa di soya, yuzu e lime kaffir.
Pazzesco anche il Moon Garden, dedicato alla Cina. Apparentemente molto semplice con vodka al gelsomino ed edamame, nasconde una complessità che vi lascerà stupiti. Presentato come nel rituale del tè, il drink presenta sfumature argentate e glitterate per ricordare i giardini lunari della Cina, ovvero dei giardini che risplendono di colori argentei e fluorescenti grazie alla particolare rifrazione dei raggi lunari su alcune piante. Una di queste è il gelsomino.
La cucina del Dhole percorre questa strada di contaminazione: tutti i piatti presentano una fusione tra classici della cultura gastronomica italiana e ingredienti esotici. Come la guancia di vitello alle 5 spezie cinesi, cremoso alla yuca e cavolo kale ripassato; i conchiglioni con seppie allo zenzero e mela Granny Smith, crema di wakame e broccolo; il petto d’anatra mi cuit in ceviche secondo la tradizione peruviana. Ovviamente tutto da abbinare con un cocktail.
Il Dhole è un cocktail bar che va affrontato con lo spirito del viaggiatore: curiosità, intraprendenza, coraggio (per la locusta e per sperimentare nuovi sapori). Siate anche un po’ cane lupo: rapidi, in branco, ma questa volta cacciatori notturni.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2018-09-15