Ci sono passata per anni, a piedi, in questo scorcio di tradizione che si affaccia su Viale Umbria, ma non ci ero mai voluta entrare per via della mia avversione per la montagna. Da fuori, infatti, complici le perline alle pareti, sembra una disco-pizzeria dove indossare monboot pelosi. Ma poi ho osato, ed è stato bello (cit). La prima cosa che ti accoglie, ammiccando, è il carrello degli antipasti, a imporre la sua tracotanza. Varietà vegetali immerse nell’olio, verdure ripiene di esse stesse e formaggio, polpette, tripudio di antipasti come piace a me. E già da questo dettaglio capisci che è il posto giusto. ‘Genuino’ credo sia l’aggettivo che lo descriva meglio. Quando poi mi si è aperto il dehors, nella sua inconfondibile aria anni 60, con le sedie in corda pvc che non hanno perso la brillantezza del verde nonostante abbiano almeno 40 anni… beh, basta. Era ora di ordinare il vino. Cosa potevi fare d’altronde? Ti portano la bottiglia e la paghi a consumo. Piccola nota: il Dehor da esattamente sul retro della villa/cascina misteriosa di via Ennio: vederne, a pochi metri, il giardino e il retro, l’ha resa reale. Il menu è “vintage” incentrato sulla tradizione toscana, dà tanto spazio alla carne senza dimenticare il pesce e accogliendo poveri pellegrini vegetariani come me (ieri erano finite le melanzane alla parmigiana, ma mi riprometto di tornarci per testarle). Prezzi onesti, camerieri impeccabili e cordiali – azzarderei un: simpatici – e silenzio incredibile, su Viale Umbria. Calva-approved.
LaPisa