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43° TORINO FILM FESTIVAL

La quarantatreesima edizione della kermesse si preannuncia come un'operazione di equilibrio tra celebrazione della storia del cinema ed esplorazione del panorama contemporaneo

Written by Simöne Gall il 11 November 2025

About A Hero

L’immagine iconica di Paul Newman, un ritratto “rubato” sul set del film “Diritto di cronaca” nel 1981, con lo sguardo intenso e leggermente in tralice catturato da Sydney Pollack, è il manifesto che introduce al 43° Torino Film Festival (TFF), in programma dal 21 al 29 novembre 2025 sotto la direzione di Giulio Base. L’edizione si preannuncia come un’operazione di equilibrio tra la celebrazione della storia del cinema e l’esplorazione del panorama contemporaneo, cercando una quadratura tra l’indipendenza autoriale e il richiamo del red carpet della passata edizione, sempre a guida Base.

La linea curatoriale

Forte di centoventi titoli, la linea curatoriale relativa a questa nuova edizione del Torino Film Festival conferma la vocazione del medesimo per il cinema d’autore, pur strizzando l’occhio, legittimamente, a una certa visibilità mediatica. L’omaggio a Newman, così come del resto era stato quello per Marlon Brando nel caso dell’edizione precedente, è il perno della manifestazione, con una retrospettiva curata, nel centenario della nascita del mitico attore, che include pietre miliari della sua carriera: da “Lassù qualcuno mi ama” (1956) di Robert Wise e “La lunga estate calda” (1958) di Martin Ritt, fino a “La stangata” (1973) di George Roy Hill, interpretato in coppia con l’inseparabile Robert Redford, ma anche il kolossal “L’Inferno di cristallo” (1974) di John Guillermin. In programma saranno anche il già citato “Diritto di cronaca” (1981) e il toccante “Era mio padre” (2002) di Sam Mendes, ruolo per il quale Newman ottenne, nel 2003, una delle sue ultime e meritate candidature all’Oscar e al Golden Globe come miglior attore non protagonista.

Sarebbe interessante notare, visto che lo si è citato all’inizio, come il ricordo di Sydney Pollack, regista che appunto immortalò Newman nella foto del manifesto, riaffiori nel contesto della città di Torino e del Cinema Massimo, luogo simbolo di ogni edizione del Torino Film Festival. Pollack visitò la città negli anni Duemila per presentare al Massimo – vi fu presente chi scrive – il suo capolavoro spy-story “I tre giorni del Condor“, ivi giungendo a bordo di un areo privato pilotato da lui stesso, un aneddoto che testimonia il legame (in tal caso indiretto) tra il festival e le grandi figure del cinema. La speranza, a questo proposito, è che prima o poi un’edizione del festival possa dedicare un omaggio o una retrospettiva anche al talento poliedrico di Pollack come regista e attore.

Fucktoys

Stelle e passerelle

Accanto ai Premi “Stella della Mole“, che verranno conferiti – in presenza – a figure indiscusse come il già attesissimo Spike Lee, è atteso in quel di Torino l’arrivo di altre star internazionali come Juliette Binoche, Sergio Castellitto, Stefania Sandrelli, Daniel Bruhl, Terry Gilliam e Claude Lelouch, ma anche Hanna Schygulla. L’anzidetta icona del cinema d’autore tedesco, nota soprattutto per la sua prolifica collaborazione con il grande Rainer Werner Fassbinder (insieme al quale fondò l’Antiteater, oltre a partecipare a numerosi suoi film), sarà al TFF per presentare “Yunan” di Ameer Fakher Eldin. Invece Franco Nero e la consorte Vanessa Redgrave – per chi non lo sapesse la loro è una lunga storia d’amore, iniziata nel ’67 sul set del film “Camelot” – presenteranno insieme “The Estate“, del regista Carlo Gabriel Nero, nato dalla relazione della coppia.

Tra gli ospiti attesi figura anche James Franco, la cui partecipazione è confermata per la proiezione di “127 ore” di Danny Boyle nella sezione Zibaldone. L’attore non è nuovo a Torino, avendo già visitato la città in passato, a dicembre 2024, per presentare il suo film “Hey Joe” (sempre nella sezione Zibaldone, è inserito anche “Arca russa“, lungometraggio di Aleksandr Sokurov, un regista che con TFF ha un rapporto ormai quasi simbiotico – chi si ricorda della retrospettiva che il festival gli dedicò nel 2003?). Non è però una scelta casuale quella di accogliere nomi altisonanti, ma anzi appare quasi come un tentativo di bilanciare la vocazione di nicchia con una necessaria attrattiva popolare, mantenendo però il focus esclusivamente sul grande schermo (a differenza di altri festival che hanno ceduto al fascino delle produzioni seriali). Per questo, oltre ai nomi citati, è stata confermata anche la presenza di Antonio Banderas, un’aggiunta dell’ultimo minuto. Giulio Base, Direttore del TFF, ha così motivato, con un certo orgoglio, l’appuntamento con Banderas, lo stesso che presenterà in sala una proiezione speciale di “Dolor y Glorya” di Almodovar: “Antonio Banderas, forgiato nella fucina creativa almodovariana e che è stato capace di conquistare Hollywood, incarna l’immagine dell’attore totale”. Base esagera forse un po’, ma senz’altro la presenza di Banderas al festival registrerà un sold-out pari a quello di Sharon Stone dello scorso anno.

Black Ox

Competizioni equanimi

Il cuore pulsante del TFF resta la competizione, con una selezione di lungometraggi che promette sguardi eterogenei sul panorama cinematografico contemporaneo. Tra i titoli che si disputeranno il favore della giuria figurano l’italiano “Eva” di Emanuela Rossi, “Black Ox” di Tsuta Tetsuichiro, “Fucktoys” di Annapurna Sriram, “When Time Ran Out…” e “Ailleurs la nuit” di Marianne Métivier. La sezione documentari vanta proposte interessanti come “About a Hero” di Piotr Winiewicz, “Always” di Chen Deming, “Bobò” di Pippo Delbono e “The Clown of Gaza” di Abdulrahman Sabbah, segno di un’attenzione alle realtà sociali che si riflette anche in eventi collaterali dedicati a tematiche sensibili, come la violenza contro le donne. Sono però anche in Fuori Concorso i titoli che destano un certo curioso interesse: “Dracula” di Radu Jude è fra questi, figurando come un bizzarro adattamento del primo romanzo rumeno su uno dei principali miti cinematografici, Vlad l’Impalatore. E nel mentre il Torino Film Industry (TFI) si occuperà del versante professionale dal 20 al 25 novembre, resta da vedere se il 43° TFF riuscirà a forgiare un’identità critica e incisiva, capace di superare la mera somma delle sue parti (e dei suoi ospiti), offrendo spunti di riflessione autentici in un panorama festivaliero sempre più affollato.

Arca Russa

Un’ulteriore discontinuità con un certo – recente – passato?

Con gli ottimi incassi e il rinnovato entusiasmo dell’anno scorso, l’attuale direzione artistica ha già fatto ricredere molti dei suoi detrattori e odiatori social, dimostrando che il Torino Film Festival, se vuole, può essere un evento di grande attrattiva. C’è quindi da sperare che questa edizione resti ancora alla larga dagli impulsi di un certo conformismo culturale che aveva interessato, in particolar modo, alcune edizioni post-covid, per fissarsi, invece, e come già si intravede, sul valore artistico ed esclusivo delle opere. In ogni caso, anche stavolta, il verdetto lo deciderà il buio della sala.