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Al via il Piazza Verdi Village: ecco come sarà

Dal 21 giugno al 13 ottobre concerti, talk e nuovi punti ristoro. Quasi assenti le culture giovanili.

Written by Salvatore Papa il 19 June 2019

Dopo l’ok della Soprintendenza, la nuova estate della Zona Universitaria progettata dalla cooperativa Le Macchine Celibi può finalmente partire. Si chiamerà Piazza Verdi Village, con un chiaro riferimento al Guasto Village di Peacocklab che quest’anno, come sappiamo, è stato accantonato con grandi polemiche. Di cose strane, se ne sono sentite tante negli ultimi giorni, a partire da alcune dichiarazioni di Carlo Terrosi, presidente della cooperativa, secondo il quale «così come non si sta seduti in un museo, le maschere avranno il diritto di dire che non si sta seduti neanche davanti al teatro Comunale e in una piazza che è un luogo di cultura». Parole che, a prescindere da quella che poi sarà realmente la loro realizzazione pratica, chiariscono l’impostazione del tutto diversa – quasi opposta – rispetto alle due estati precedenti, sebbene l’Amministrazione che aveva sostenuto a spada tratta quel vecchio Village sia la stessa di oggi. Questione abbastanza paradossale, ma comunque già ampiamente affrontata sia dentro che fuori Palazzo d’Accursio e ribadita oggi in conferenza stampa dall’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, che – nonostante i battibecchi con il direttore artistico della rassegna Marcello Corvino per i ritardi causati dalla Soprintendenza – ha confermato l'”ulteriore salto di qualità” del progetto selezionato rispetto al passato e l’impegno del Comune per un progetto più ampio di “rigenerazione urbana e fisica definitiva”. Impegno che per il nuovo village si tradurrà in 140 mila euro.

Come sarà, quindi, il Piazza Verdi Village?
Sarà soprattutto un palco, dal 21 giugno al 13 ottobre, a disposizione di tutti quei soggetti che operano nell’area come Teatro Comunale, Conservatorio, Università, Associazione Giardino del Guasto e Comitato Piazza Verdi Via Petroni e dintorni (quest’ultimo strenuo oppositore del Guasto Village); e alcuni punti ristoro in legno utilizzati da alcuni commercianti della zona in sostituzione dei container, rei – secondo Le Macchine Celibi – di non essere adeguati all’importanza storica del contesto.
E ancora casette, fioriere in legno e aiuole circolari per ospitare piccoli spettacoli di animazione, servizi igienici e sedute e tavolini tra Largo Respighi, via del Guasto e Piazza Verdi a libera fruizione e con consumazione non obbligatoria (il che significa che si potranno mangiare anche cibi propri).

Tra i nomi in calendario, per la parte musicale e teatrale, Vittorio De Scalzi, Neri Marcorè, Violante Placido, Enrica Mou, l’Orchestra Senzaspine, Trilok Gurtu & Roy Paci, Barcelona Gipsy Balkan Orchestra, Enrico Rava e, per i talk, Stefano Bonaga, Renato Barilli, Stefano Zenni, Leone Magiera, Alberto Spano, Moni Ovadia. Poi visite narrate per raccontare la storia e l’arte dei tesori di via Zamboni, gli incontri a cura dell’Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna e del Comitato Piazza Verdi,  i live a cura di Fonoprint e del Conservatorio, i concerti e i talk di musica classica e i laboratori per bambini.

Molto interessante il progetto di Stefano Bonaga, Parole dall’al di qua, quattro incontri che porteranno sul palco alcuni “invisibili” della città a confronto con alcuni professori universitari, ovvero senza tetto e venditori di strada (giovedì 27 giugno, h 21.30), volontari, concittadini di religione musulmana e nomadi/rom per concludersi con la premiazione del Nessuno d’Oro (che fa un po’ il verso al Nettuno d’Oro).

Quai assenti – per il momento – le culture giovanili e underground, che assieme a tutti i soggetti coinvolti fanno comunque parte della storia e del tessuto culturale della zona universitaria. Peccato.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO