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Un viaggio alla scoperta dei simboli haitiani: il motivo voodoo

Campari e ZERO presentano la terza uscita sulle icone del rum Baron Samedì

Written by ZERO il 21 November 2018
Aggiornato il 2 December 2019

Oscuro e autentico, misterioso ed enigmatico, Baron Samedì è lo spirito haitiano per eccellenza. Il suo volto è inconfondibile, nasce dall’unione di simboli antichi e iconografici, ha un sorriso camaleontico che sprigiona la sua forza a base di rum e spezie. Baron Samedì è il nuovo distillato dei Caraibi: un perfetto blend di rum caraibici a cui si aggiunge rum jamaicano; vanilla, cacao, vetiver e cannella completano il twist speziato. Per portarvi nel mondo tropicale di questa figura oscura, ZERO, in collaborazione con Campari, ha interpellato tre bartender (Franco Tucci Ponti, Jacopo Urbinelli e Mattia Esposito) che vi accompagneranno nella simbologia del Barone. Vi racconteremo i simboli magici che compongono il suo volto, in un viaggio illustrato e pronto da bere.

Il motivo voodoo(un racconto di Jacopo Urbinelli)

Quando la guida si fermò davanti a una vecchia villa coloniale, spostai dei rami e mi avvicinai al cancello. “Un momento! Io questa cosa l’ho già vista. Non so se il cancello o il motivo geometrico in esso contenuto, ma mi è familiare. Dove siamo?”
“Siamo davanti al palazzo Sanssouci, dimora di Henri Christophe”.

Mi fermai a pochi centimetri dal cancello, lo osservai con cura e riconobbi quei simboli: i rombi, le barre verticali, i punti, i ghirigori. Non poteva essere una coincidenza: questi erano i simboli che erano presenti sul cappello del Baron Samedì. Però perché si trovavano sul cancello di questa villa? Mi avvicinai alla guida e gli chiesi se poteva darmi delle delucidazioni, perché conoscevo la storia di Henri Christophe, del suo suicidio per non esser imprigionato per mano del popolo in rivolta, ma mi interruppe con un secco: “Questa è la storia che si legge spesso in giro, non è la vera storia”.

Il motivo voodoo, richiamo con la cultura di Haiti

“La vera storia è quella di un uomo che dimenticò il suo passato, le sue radici e il suo popolo. È la storia di Henri Christophe, che arrivò qui da schiavo dall’Africa centrale. Passò i primi anni nei campi di cotone finché riuscì a ottenere la libertà. Prese parte alla Guerra di Indipendenza negli Stati Uniti e alla Rivoluzione di Haiti, dove si contraddistinse a tal punto che pochi anni dopo arrivò al titolo di Generale.
La sua sete di potere a questo punto lo accecò: lasciò che l’allora sovrano di Haiti fosse ucciso e di lì a poco si autoproclamò sovrano. Attuò politiche di repressione nei confronti del popolo e molti provarono a fermarlo, ma solo un’entità ultraterrena poteva farlo: il Barone Samedì, il traghettatore delle anime perdute, uno dei più potenti Loa della cultura voodoo. Il Barone lo raggiunse alla sua villa, questa villa, e lo legò a quel cancello, lasciando che la fame e la sete lo consumassero lentamente. Prima di andare via, il Barone disegnò sul suo cappello i simboli di questo cancello, come monito per i traditori, per chi rinnegava il proprio passato e per chi era nemico del popolo. Ancora oggi questo è uno dei simboli più potenti della magia nera di Haiti.

Gli altri simboli del volto del Barone

Testo di Fabio Spinelli, illustrazioni di Ilaria Assenza