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Bunker: una palestra di immaginazione nella nuova Torino

Eventi e luoghi che hanno cambiato le città: Torino, capitolo 1

Written by Pietro Martinetti il 14 July 2020
Aggiornato il 15 July 2020

Quante volte siamo partiti DA ZERO?
Quante volte eravamo lì, abbiamo visto cambiare tutto ma ce ne siamo resi conto solo dopo, come se fosse successo per magia? Qual è il segreto?

Zero riparte dalla città, in un viaggio avanti e indietro sulla linea del tempo. Dagli ultimi 30 anni del passato, da cui sembriamo lontanissimi e da cui prendere il meglio. Dal presente in cui è impossibile andare avanti, è impossibile tornare indietro, in cui siamo immobili e soffriamo. Dal futuro che pretende immaginazione.

Torino always on move. C’era il CasTorino che scavava la metropolitana, quando la città, spinta dal vento olimpico, ha iniziato a scoprirsi attraente. Torino è sempre stata laboratorio di esperimenti civili, letterari e artistici, di pensiero, di movimenti e contro movimenti. Ma è nei vent’anni, tra metà Novanta e il tempo post olimpico, che la passione va ad abitare a Torino insieme a tanti studenti e giovani d’Italia, che si trasferiscono per viverla. Attraverso la cultura più istituzionale dei libri, i musei, i teatri e la cultura underground dei club e dei centri sociali, Torino evita di diventare la 8mile italiana, trasformandosi e resistendo alla deindustrializzazione, valorizzando le sue vocazioni come definizione di senso e attrazione di capitale, umano e di nuova impresa.

Nel contesto di questa bella époque in fase calante, nell’estate del 2011, un gruppo di amici avventurieri e agitatori, narratori e teorici urbani, occupa una ex fabbrica di aspirapolveri per accompagnarla nella transizione verso la nuova destinazione di complesso immobiliare. Il collettivo URBE-rigenerazione urbana trasforma la fabbrica in un giardino di immaginazione: ci
suonano le orchestre, i selezionatori e dj elettronici, cantano le nuove voci, si skata e si fa della break dance, ci si tuffa e si annaffia un piccolo orto sullo sfondo di extraterresti, giraffe, teste di meduse, uomini forchetta, donne velate, disegni di grandissimi pittori e street artist contemporanei come BR1, Truly Design, Pixel Pancho, MP5, Halo, Galo Galo, Mr Fjodor, Raw Tella che corrono a colorare le stanze di via Foggia.

È un successo clamoroso e spontaneo, è un esperimento che nel suo essere a tempo determinato innesca le riflessioni sulla transitorietà della vita, la funzione dell’aggregazione, il fatto che tutti gli edifici e tutti i palazzi siano, in fondo, temporanei. Finita l’estate il collettivo URBE lascia la fabbrica al cantiere che ne demolisce i muri, ma non l’esperienza, e occupa un nuovo spazio nel cuore di San Salvario per il mese di dicembre, per accompagnare ancora la transizione verso la sua nuova vita. E lo chiama Cantiere 25. È di nuovo una raggiante transizione di poesia urbana, performance di teatro, arte e musica, visione e riflessioni sullo spazio pubblico e la funzione della socialità.

È un successo clamoroso e spontaneo, è un esperimento che nel suo essere a tempo determinato innesca le riflessioni sulla transitorietà della vita, la funzione dell’aggregazione, il fatto che tutti gli edifici e tutti i palazzi siano, in fondo, temporanei.

Infine nell’estate 2012, URBE si muove verso il confine tra Barriera di Milano e l’antico Scalo delle merci di Vanchiglia, dove ci sono praterie industriali abbandonate come l’antico mollificio vicino a un rifugio della Seconda Guerra Mondiale. Il bunker sotterraneo è immediatamente occupato per una perfomance di giochi di luce dell’artista Garu Garu. URBE incontra l’architetto Bruno Mastropietro, proprietario degli spazi e nasce Bunker, una delle esperienze più significative di socialità, arte ed enterteinment dal basso nella Torino degli anni 2010. Lo spazio è un piccolo villaggio con 1700 mq di grandi hangar; il principale è trasformato in un acquario dove nuotano squali e creature immaginifiche, diventerà la grande agorà e l’immagine copertina. Nelle prime notti suonano i dOP, il trio elettronico francese tra gli show più richiesti nei club e festival d’Europa di quelle estati, e i Ninos du Brasil, arrivano subito a colorarlo street artist da Brasile, Belgio, Germania, Olanda: Pixel Pancho disegna un grande gatto robot, Mattia Lullini colora le sue creature, MP5 immaginerà un tiro alla fune tra cinque persone alte come uno dei fabbricati. Intervengono agricoltori che coltivano una collina di orti dove crescono erbe, frutti e verdure post urbane. E sulla stessa collina, gli ingegneri, coordinati da Francesco Fossati (uno dei fondatori di URBE e della nuova associazione Variante Bunker, scomparso troppo presto a novembre 2019) progettano un lago e uno skylift, che diventano il primo wake park di una città d’Europa. “Il Bunker si ispira al modello dei community hub del Nord Europa, un’esperienza rara in Italia. L’esperimento, nato spontaneamente nella fabbrica di via Foggia, significa prendersi cura dello spazio, immaginandone il futuro valorizzando l’oggi, coinvolgendo le comunità metropolitane e dialogando con quelle di prossimità” racconta Giulia Marra, tra i fondatori di URBE-Rigenerazione Urbana, oggi dottoranda in Politiche Urbane al Politecnico di Milano.

L’esperimento viene studiato in diverse facoltà urbanistiche e d’architettura, esposto al City Council in Lussemburgo, riceve l’attenzione della Città di Torino, URBE viene invitata a pensare a interventi per le OGR, nel concorso di idee sulla loro nuova vita, Cittadellarte, la wunderhouse di Michelangelo Pistoletto a Biella, coinvolge il Bunker nella mostra Arti in Reti, insieme ad a.titolo, il PAV, Kaninchen-Haus, Progetto Diogene. Ma sono soprattutto le persone che si affezionano al Bunker, un villaggio sociale del tempo libero, che nella ex one company town italiana riprende esperienze che riflettono le case occupate della Berlino, liberata e liberissima, post ‘89.

Negli anni, lo spazio è stato l’ultimo grande dancefloor della città orfana dei Murazzi e piena di contrasti tra la magistratura, la politica e gli imprenditori dei club, che hanno soffocato la gran Torino della notte. Il Bunker è l’ultima nuova oasi per il clubbing e le sue crew: ci suonano Josh Wink, Omar S, Scuba per le notti di Rave On di We Play the Music We Love, Donato Dozzy e gli artisti techno di Genau, il collettivo Bounce FM, che oggi cura Radio Banda Larga. E poi c’è il Bunker Sonidero, il progetto musicale in house, ideato da Palm Wine, che ospita Awesome Tapes from Africa, Dj Ripley, Chief Bonima e altri suoni esotici dell’elettronica. Ma nel tempo, la peculiarità dello spazio è la sua trasformazione in un luogo transgenerazionale: “Oggi il Bunker è abitato da diverse generazioni di torinesi: ci sono i più anziani, che hanno un legame con la terra degli orti più duraturo e vengono a curare le piante con maggiore frequenza dei giovani adulti; le famiglie vengono soprattutto per le domeniche dei big market, dove allestiamo un gran baloon contemporaneo. Le domeniche sono piene di bambini; anche i figli dei soci sportivi ci frequentano e stiamo lavorando per averli al più presto in questa estate distanziata. Poi ci sono i ragazzi e i giovani per sempre, quelli restano i nostri primi frequentatori, grazie alle attività culturali” ci dice Manuela Cristaldi, fondatrice e oggi responsabile del Bunker, insieme a Mastropietro.

“Il Bunker si ispira al modello dei community hub del Nord Europa, un’esperienza rara in Italia. L’esperimento, nato spontaneamente nella fabbrica di via Foggia, significa prendersi cura dello spazio, immaginandone il futuro valorizzando l’oggi, coinvolgendo le comunità metropolitane e dialogando con quelle di prossimità”

Negli anni recenti, fino al virus, il Bunker è stato una palestra di sport alternativi, dove giocare a padel e beach volley, fare skate sull’acqua del lago, ed è diventato la nuova casa di Flic, scuola di circo della Società Reale Ginnastica di Torino, dell’Accademia dei Folli, compagnia di drammaturghi e musicisti, diplomati alla scuola del Teatro Stabile, e di Cripta 747, il collettivo fondato dagli artisti Elisa Troiano, Alexandro Tripodi, Renato Leotta, Marianna Orlotti, Fabrizio Cosenza, che ospita residenze artistiche e le loro restituzioni. Piano piano, in questa fase di transizione, lo sport sta riprendendo, si immagina di aprire un cinema in estate, la spiaggia del lago del wake è di nuovo accesa; per la musica e gli eventi ci vorrà ancora del tempo, in attesa della guarigione definitiva. Dopodiché, anche il Bunker ripartirà dai ruderi, come succede per ogni nuovo spazio, in attesa che il casTorino torni a scavare, trasportando l’esperienza in un altro luogo della città post virus.

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