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C’era una volta a Milano: esiste ancora la città dei Dogo?

In occasione della loro reunion abbiamo realizzato una mappa dei luoghi culto legati al gruppo per capire come Milano sia cambiata rispetto a quando i Dogo l'hanno rappresentata

Written by Gabriel Seroussi il 5 March 2024
Aggiornato il 6 March 2024

Milano non è una metropoli facile da raccontare, più di altre città italiane vive di una identità fluida e difficile da catturare in uno scatto. Non c’è una narrazione univoca in cui tutti i milanesi, nativi o adottati, si rivedano. Questa identità sfuggente di Milano però esiste, è innegabile.

I Dogo si sono fatti portavoce di una città insieme cupa ed edonista, perennemente rivolta al futuro tanto da rischiare di non riconoscersi più allo specchio.

In un decennio cruciale per la storia della città, dal 2003 al 2014, gli artisti che più di tutti sono riusciti nell’opera di narrare, o forse ancora di più, di incarnare lo spirito di Milano sono stati i Club Dogo. Il gruppo non ha infatti solo raccontato la città ma ha creato con essa un rapporto simbiotico. I pregi, le contraddizioni, le evoluzioni dei Club Dogo sono state le stesse di Milano. Nel quindicennio di attività del gruppo, i Dogo hanno interpretato tutte le sfaccettature caratteriali della città. 

«Milano sguardo maligno di Dio, zucchero e catrame» cantava il bolognese Lucio Dalla, in una delle più belle canzoni dedicate al capoluogo lombardo. Ecco, potremmo dire che nei dischi del gruppo ha avuto spazio sempre “sia lo zucchero che il catrame”. I Dogo si sono fatti portavoce di una città insieme cupa ed edonista, perennemente rivolta al futuro tanto da rischiare di non riconoscersi più allo specchio.

 

Uno dei brani che meglio racconta il legame viscerale del gruppo con la città è Dogologia. Questo pezzo curiosamente non si trova all’interno di un disco del gruppo, bensì è parte di Ministero dell’Inferno, l’unico e leggendario album del collettivo romano Truceklan. Dogologia è una diapositiva di immagini, un resoconto delle diverse fasi vissute da Milano in relazione alla storia personale dei membri nel gruppo.

«Gli Ottanta: sopra il divano di un buco fuori Milano
In giro zombie dell’ero, zio, mia madre mi tiene per mano
Silvio pulisce panette con i mattoni
Succursali del centro, coi muri coi morti dentro
I Novanta: la prima rima
Manette sui polsi di Riina, Gullit al Milan
È la Milano che beve poi tira
Quattro miliardi per quattro gradini
Fugge Craxi, resta un buco nel cranio di Gardini
2000: dentro i privée rosé
Dalle panchine alle foto con le veline, zio le firme sul décolleté
L’antipolitica, sesse che si moltiplica
Niente Corona, perché Milano ha già il suo re»

La Milano dei Dogo è questa qui. Affonda le sue radici nelle rovine post-industriali degli anni Ottanta, passa attraverso la rivoluzione di Mani Pulite, si confronta con la grandeur berlusconiana e arriva a maturazione nei Duemila, in una fase interlocutoria della storia della città in cui si rimescolano valori economici e culturali. La Milano del nuovo millennio è infatti sospesa tra ciò che è stata e ciò che sarà. Nel mentre però la città si muove, vibra culturalmente. È in questa periodo che il rap risorge dalle sue ceneri e inizia a ricoprire un ruolo via via sempre più centrale tra i giovani. I Club Dogo sono i protagonisti di questa rinascita. Il gruppo si evolve, poi, nel corso degli anni e con loro fa lo stesso la città di Milano e il rap italiano. È infatti simbolico che i Club Dogo si sciolgano nel 2014, quando ormai l’Expo è alle porte. La rassegna espositiva del 2015 ha completato la metamorfosi di Milano rendendola contemporaneamente la città più cool e diseguale d’Italia. Lo stesso anno Sfera Ebbasta pubblica XDVR e apre una nuova fase storica per il rap italiano.

Ora che i Club Dogo sono tornati con un disco a dieci anni dalla loro ultima fatica, la loro Milano è pressoché irriconoscibile. Molti dei punti di ritrovo che caratterizzano la narrazione e la vita stessa del gruppo ora non esistono più o hanno cambiato volto. La Milano dei Dogo era un insieme di piazze, di discoteche leggendarie, di centri sociali e di bar improbabili. Abbiamo deciso di raccogliere tutti i luoghi della Milano dei Club Dogo in una mappa per verificare quanto oggi sia rimasto della città narrata dal gruppo. Ringraziamo Ted Bee per i suggerimenti nella scelta dei luoghi.

Rolling Stone | Corso XXII Marzo 32

Dal 1979 al 2009 il Rolling Stone ha animato le serate milanesi fino a diventare uno dei club leggendari della città. Nel locale si sono svolte le primissime serate hip hop gestite da Max Brigante. Nel 2006 al Rolling Stone andò in scena il primissimo sold out nella storia del gruppo in occasione dell’uscita di Penna Capitale.

Casa di Emi Lo Zio | Via San Maurilio 8

La casa di Emi Lo Zio è un luogo leggendario che racconta di una Milano ormai in via di estinzione. Un palazzo di sole case popolari in pieno centro storico. Emiliano si trasferì lì con la famiglia da giovanissimo. Negli anni quella casa è diventata il punto di incontro prediletto del gruppo.

La Cripta | Via Cadore 26

Tutti i componenti della Dogo Gang parlano della Cripta come di un luogo magnifico ma di cui non hanno alcun ricordo. La Cripta era il locale degli after. Dietro al bancone c’era la leggendaria figura del Presidente (RIP). Ora il locale non esiste più e l’intera zona ha cambiato volto.

Il Muretto di San Babila | Largo Corsia dei Servi

Luogo simbolo del rap italiano, il muretto era il punto di ritrovo per eccellenza della scena milanese. Vincenzo Da Via Anfossi ne è stato una delle figure di spicco. Negli anni di formazione del gruppo, il muretto è stato un luogo centrale per creare connessioni e fare freestyle. Oggi sempre più appassionati lo stanno tornando a frequentare, dando al muretto una seconda giovinezza.

Berlin Cafè | Via Gian Giacomo Mora 9

Lo storico bar gestito da Teo, amico fraterno del gruppo, è ancora lì dov’è sempre stato. Ad essere cambiato è il contesto: se prima le vie attorno alle Colonne di San Lorenzo erano state risparmiate dalla gentrificazione del centro storico di Milano, oggi non è più così.

Europark Idroscalo | Via Rivoltana 64, Segrate

L’Europark Idroscalo è lì dove è sempre stato. Si tratta di un luogo simbolico per la Dogo Gang soprattutto perché lì è stata scattata la copertina del disco “Benvenuti Nella Giungla”.

Centro Sociale La Pergola | Via Angelo della Pergola, 5

Hub culturale della città di Milano dal 1989 al 2008, il Centro Sociale La Pergola era frequentato da tutto il gruppo, soprattutto da Guè. Oggi il palazzo è stato ristrutturato ed è sede di appartamenti. Secondo molti, aveva rappresentato uno degli ultimi baluardi contro la gentrificazione del quartiere Isola.

Move Out | Via Anfossi 13

Negozio storico di streetwear gestito da Don Joe. Luogo celebre anche perché ci venne organizzata dentro la presentazione di “Benvenuti Nella Giungla”. Ora Via Anfossi è una via molto cool di Porta Romana, all’epoca invece era una via profondamente popolare e ritenuta da molti anche malfamata.

Best Sound | Via Giovanni Battista Bertini, 13

Gli studi di registrazione Best Sound in Chinatown, sono stati il luogo principale in cui i Club Dogo hanno registrato i loro dischi a partire da “Vile Denaro”.

La collinetta di Parco Sempione | Parco Sempione

Luogo di incontro per eccellenza dei liceali milanesi. Su quelle panchine avvenivano incontri, chiacchiere e soprattutto le prime esperienze con le sostanze. Tuttora resta un punto di incontro per molti ragazzi del centro.

Soul 2 Soul | Via San Marco 33

Storico locale milanese, tra i primissimi a suonare l’hip hop. Era un punto di riferimento per le serate del gruppo nei primissimi anni duemila.

Studio Deleterio | Via Ariberto

Da Penna Capitale a Roccia Music, lo studio di Deleterio è stato un luogo centrale nella storia del gruppo.

Acqua Potabile | Piazza Carbonari 7

L’Acqua Potabile (o H2o) è uno storico locale milanese dove i membri della Dogo Gang hanno suonato più volte. Marracash ha presentato lì Roccia Music Vol.1. Gli stessi spazi furono poi occupati nel 2006 e poi nuovamente nel 2013. Ora sono in stato di abbandono.

Chiringuito | Via Farini 30

Sede dello “Show Off”, storico evento organizzato da Bassi Maestro e Rido. Il Chiringuito di Via Farini divenne un punto di riferimento per la scena milanese nei primi anni duemila. Oggi tutta la zona è stata ristrutturata e rimodernata.

Fnac | Via Torino 45

Nei locali in cui ora si trova Primark, un tempo c’era la FNAC. All’interno dello store c’era una sala adibita agli eventi. Quel luogo divenne un punto di riferimento a Milano per le presentazioni dei dischi rap.

Hemp Bar / CSOA Leoncavallo | Via Antoine Watteau 7

Il Centro Sociale è ancora lì, per fortuna. I Club Dogo sono stati non solo frequentatori delle serate offerte dal Leoncavallo ma anche promotori di alcuni eventi. Dj Harsh era resident al Leoncavallo e Guè gli faceva da MC/vocalist. Nell’Hemp Bar del Leoncavallo è stato anche presentato “Mi Fist”.