Come tutte le storie romantiche si deve partire con una data. Era il 1972 quando Nereo Bruno Bulbarella, divenuto Cavaliere del lavoro prima e Commendatore poi, prese il Bar Doria dal primo proprietario. Erano anni rampanti per Milano: boom economico, grande entusiasmo, aperitivi e pellicce in strada. Il Bar Doria inizia i suoi passi proprio grazie a questo uomo e la sua intuizione, che rende il locale famoso fino ad oggi. “Il Bar Doria è nato il 1 giugno 1961 e il 26 novembre 1972 è stato rilevato da mio padre e mia madre, io avevo 7 anni e mio fratello 3. Milano in quell’epoca con tutti i suoi problemi, ti dava la possibilità di poterti distinguere se avevi voglia di fare enormi sacrifici e se avevi le capacità di fare la differenza.” Ci racconta Maurizio Bulbarella, erede di questo posto che proprio in questo periodo si appresta a compiera mezzo secolo di età.
Milano in quell’epoca ti dava la possibilità di poterti distinguere se avevi voglia di fare sacrifici
Figlio di Nereo, il Cavaliere o chiamato anche il Commendatore in ricordo di quelle onorificenze, non ha mai fatto un passo indietro, non si è mai sotratto a questa chiamata familiare al dovere, lavorando prima dietro le quinte e ora in prima persona al mitico Bar Doria. Lo trovate sempre lì, a fare gli onori di casa, perché il Bar Doria – chi lo frequenta lo sa – è un po’ la casa di ogni avventore. Lui che in questa occasione ricorda quella figura paterna, che sedeva spesso vicino all’ingresso negli ultimi anni, prima della sua scomparsa nel 2020. Un padre per tutti, alla fine, ma soprattutto una figura di riferimento per Maurizio ma anche per i clienti di questi 50 anni: “Mio padre era nato per stare dietro al bancone di un bar, perché capace di coccolarti, con la sua dolcezza, gentilezza e la sua eccellenza nel preparare i cocktail.” Come dimenticarlo, con le divise da marinaio o comandate, come ci dice Maurizio suo padre era solito lavorare con lo smoking, soprattutto con la giacca bianca che a fine serata da tre quarti in giù diventava rosa a forza di preparare Bombafragola, la sua creazione.
Il Bar Doria ha visto passare cinquant’anni di storia, un po’ defilato, tra le vie che congiungono Porta Venezia al resto di Milano, poco dopo il Bar Basso. Leggende narrano di una bonaria competizione tra loro, che ovviamente Maurizio smentisce: “Siamo due locali storici e a mio parere siamo tutti e due un grande valore aggiunto per la città di Milano, ognuno con le proprie capacità, le proprie specialità e la propria immensa storia. Oltretutto io e Maurizio, attuale proprietario del Bar Basso, abbiamo lo stesso nome sarà solo un caso?.” E in effetti il Bar Doria, al pari del Bar Basso, ha visto la storia del bere a Milano: “Nell’arco di 50 anni numerose generazioni sono passate a trovarci, sia personaggi famosi e non famosi, tutti con il desiderio di poter assaggiare qualcosa di veramente storico (la famosa Milano da Bere), preparato con grande cura, prima da mio padre e oggi, grazie al suo insegnamento, da me. Per non dimenticare mia madre: la vera colonna portante del locale, colei che potrebbe scrivere un libro perché ha vissuto tutto in prima persona.”
Oggi il Bar Doria racconta tra le sue pareti e i suoi arredi mai veramente cambiati, con le luci al neon e le vecchie fotografie appese, di questo mondo un po’ old fashion ma sicuramente di grande impatto, che ha saputo tra alti e bassi arrivare a una nuova generazione di clienti. Anche il rito dell’aperitivo è cambiato, dice Maurizio, ma non la carta storica dei cocktail del Doria, che sembra un inno ai ruggenti anni 80. Troviamo così l’Apollo 10: Martini Dry, Vodka, Gin, Steinhager e Tio Pepe; oppure il Girasole con Martini Dry, Aperol, Vodka alla pesca, Vodka e soda. Senza considera i vari Invisibile e Angelo Azzurro. Nessuno li chiede più, i giovani di oggi vogliono solo Spritz (servito in un bicchiere olimpionico) e Moscow Mule, ci raccontano con un po’ di rammarico.
Il Bomba Fragola venne creato in una sera a metà degli anni ottanta per un ragazzo che doveva andare in discoteca ed era un po’ timido
Storia a parte per il Bomba Fragola: “La sua creazione risale in una sera a metà degli anni Ottanta, per un ragazzo che doveva andare in discoteca e siccome era un po’ timido aveva bisogno della carica per diventare un giovane rampante alla conquista di una ipotetica fanciulla. Quante ne abbiamo fatti di Bomba Fragola da allora fino ad oggi, e quanti amori sono nati grazie a quell’ingrediente segreto denominato Nettare del Cavaliere.” E se andate ancora oggi al Doria il rito del Bomba Fragola rimane lo stesso: una colonna di fuoco a incendiare un succo rosa shocking. Quindi tutti invitati alla grande festa del Bar Doria, il 26 novembre, per farsi raccontare queste storie che hanno ancora oggi del leggendario.