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(Quasi) Tutti i nomi di POLiFONiC Milano

Col festival alle porte abbiamo scritto un paio di righe sulla lineup per farti arrivare preparato a un fine settimana pieno di sound differenti

Written by Stefano Maviglia il 6 June 2023

Foto di Letizia Cigliutti

A Milano capisci che sta arrivando l’estate non tanto per il caldo…Ok non è vero, fa un caldo che sembra di stare in una sauna di cemento dove al posto di spurgare tossine le assorbi…Ma ecco, un segnale molto evidente dell’arrivo dell’estate a Milano è la città che dall’inizio alla fine della settimana si svuota in maniera progressiva fino a ripopolarsi quasi di soppiatto il Lunedì mattina. Scelta giusta e ponderata quella della fuga del fine settimana, ma questo non è il weekend adatto per farlo.

Per la seconda volta il Polifonic si sdoppia: dal 9 all’11 giugno torna la versione milanese.

Da contorno alla magica selezione musicale ci saranno gli altrettanto stregati Giardini della Triennale e il Parco Esposizioni Novegro.

Preview 2022 nel Giardino della Triennale

Il Polifonic è stato capace in pochi anni di arrivare ad essere un punto di riferimento tra i festival di musica elettronica  dando vita a line-up di spessore, e la prima cosa che spicca guardando il cartellone di quest’anno è la capacità di creare un melting-pot perfetto tra nomi internazionali, italiani e “locali”. Questi ultimi, artisti che non hanno nulla da invidiare agli innumerevoli guest che affollano la città meneghina ogni weekend, e per cui la dicitura “locale” non è del tutto corretta considerato il vasto numero di tappe in Italia e fuori.

Supports Your Local dj Hero” non solo a parole, e scrivo “Local” solo perché “Internazionali e domiciliati a Milano” non suona altrettanto bene.

Dirty Channels, Eternal Love, Simone De Kunovic, Nicola Mazzetti, Yas Reven e Futuro Tropicale sono solo alcuni di questi.

GUEST DALL’ESTERO

Tra gli artisti più attesi ci sono sicuramente i Bicep: alla loro prima apparizione italiana, hanno saputo tenere col fiato sospeso lo stage del lingotto più affollato che mai. Performance che, dopo una serie di sali e scendi tanto prevedibili quanto efficaci, è terminata con un extended version di Glue, che complici i visual, ha avuto l’effetto della discesa più ripida non che più alta di tutta la corsa, un picco assoluto.

Quasi un’anno fa, in un giorno di luglio, Helena Hauff riuscì a farmi sopportare la polvere di uno stage più caldo che mai, non per la temperatura ma per i suoi dischi bollenti. Artista che nel breve documentario su di lei girato da Kaput Magazine più di qualche anno fa, in uno studio impolverato e costipato di drum machine e sintetizzatori vintage, diceva di fare spesa in una famosa catena di discount in modo da risparmiare e potersi permettere altri dischi e synth…insomma una di noi.

Ben UFO, co-fondatore di Hessle Audio, una delle label in grado di cambiare le regole del gioco per quanto riguarda il sound UK, nonché storico resident della radio pirata Rinse FMNon è certamente uno di quei dj “performativi”, adatti ad invadere i reel di Instagram o di qualche altro social network tanto quanto è certo che sia uno dei migliori ricercatori in circolazione. Al di là della tecnica, sempre a dir poco impeccabile, ciò che lo rende unico è la sua capacità di raccontare storie attraverso la sua musica con uno stile inimitabile. Molti dj sono soliti mescolare dischi vecchi a uscite recenti, o spaziare tra diversi generi, qualcuno di loro è anche in grado di raccontare storie, ma nessuno è in grado di farlo con il suo gusto e la sua sensibilità.

 “Fearlessly innovative, intricately detailed, obsessively well-executed and – most importantly – glorious, sweaty fun”. Queste sono alcune delle parole con cui il The Guardian ha descritto gli show di Objekt, ex batterista ed ex “DSP engineer” per Native Instruments. Ha ricevuto l’approvazione di alcuni degli dei dell’Olimpo dell’elettronica come Aphex Twin e Autechre e ha collaborato con Dopplereffekt.

Altro batterista di formazione, jazz in questo caso, è Danilo Plessow AKA Motor City Drum Ensemble, che con il suo funky, la sua house cruda e il suo gusto eclettico saprà infiammare, come sempre, il dancefloor della triennale.

Hunee, artista tedesco di origine koreane, la cui dote caratteristica è sicuramente saper mischiare generi con una naturalezza disarmante: house, disco e acid, atmosfere tropicali come quando, in estate, piove con il sole. Da anni calca i palchi dei festival e dei club più importanti, e nel corso della sua carriera ha rilasciato per etichette come Rush Hour, Ostgut e Future Times. Altra artista di origini asiatiche, è Yu Su, producer e dj cinese trasferitasi e di base in Canada. Nelle sue produzioni riesce ad unire in maniera bilanciata texture aliene, elementi dub e synth pop; da dj è stata capace di smuovere dancefloor esigenti come quello del Dekmantel e Sugar Mountain.

Red Axes è il duo di Tel Aviv con la loro Indie Dance totalmente fuori da ogni canone che riesce ad incastrare con attitudine punk influenze EBM, Acid e New Wave, restituendo un puzzle unico nel suo genere. Dopo il successo sancito con “Caminho de Dreyfus” il duo ha continuato a dare vita a perle rilasciate su etichette del calibro di Correspondant, Life and Death e Disco Halal. La formazione ci stupirà con un live set in cui certamente avrà spazio anche il loro ultimo album “The Phantasy Collection”.

Mi sembra dato sufficienti motivi per rimandare la vostra scappatella in Liguria al weekend successivo, e se gli artisti citati non fossero abbastanza, di seguito il resto della lineup.