La settimana più arty dell’anno bolognese porta l’arrivo di una nuova galleria. Si chiama NEVVEN e arriva in Strada Maggiore 28/A da Goteborg, Svezia; nel senso che lì è stata fondata e ha una sua sede fisica dal 2015.
Curatore e fondatore è Mattia Lullini, bolognese classe 1985, che dopo le esperienze scandinave ora torna – temporaneamente – in città per avviare la seconda sede di quello che diventa così un progetto internazionale ibrido e no profit per l’arte contemporanea, “al punto d’incontro tra una kunsthalle diffusa e una galleria d’arte multinazionale”.
“NEVVEN – si legge – promuove una prospettiva intersezionale sulla scena artistica (ultra-)contemporanea e cura un variegato programma di mostre, eventi disseminativi e contenuti, digitali e non, in collaborazione con diverse istituzioni pubbliche e private. Al cuore del progetto sta un un principio etico che vuole ripensare uno spazio espositivo in maniere che giovino agli artisti e decolonizzino il corrente ecosistema culturale, che migliorino le condizioni dei lavoratori nel campo dell’arte attraverso un ambiente non discriminante e che presentino un’offerta pubblica che sia in grado di coinvolgere attivamente la comunità locale favorendo uno scambio a livello internazionale di idee ed esperienze”.
«Quindici anni fa – racconta Mattia – mi sono trasferito prima in Danimarca poi successivamente in Svezia per cambiare aria, attratto da un contesto sociale e politico molto differente da quello italiano. La galleria è stata fondata insieme all’artista Alina Vergnano, che ha poi scelto però di continuare a fare solo l’artista. Quindi oggi sono solo io il curatore principale, con l’aiuto di alcuni ottimi collaboratori e collaboratrici. Tra gli obiettivi che hanno sempre guidato NEVVEN c’è in particolare quello trovare un punto di incontro tra i fini “etici” dell’organizzazione – o no profit – che riguardano, ad esempio, la diffusione dell’arte e la sua necessità di sostenersi e sostenere gli e le artiste, facendo quindi attività commerciale. È una bella sfida, sopratutto perché anche a livello burocratico ci sono molte differenze tra la Svezia e l’Italia. È in qualche modo un tentativo di forzare un sistema troppo rigido, in cui questi due aspetti non vengono concepiti assieme. Oggi sono, perciò, molto contento di essere riuscito a tornare parzialmente a casa, e anche se continuerò ad abitare a Goteborg, questa doppia collocazione ci aiuterà ad offrire uno sguardo con un doppio punto di vista sia sulla scena nord-europea che quella italiana concentradoci sempre su lavori dal carattere internazionale».
NEVVEN si presenta alla città giovedì 25 gennaio inaugurando dalle h 18 due mostre: Mastabatoom, Mastabadtomm, una collettiva con opere di Lula Broglio, Sigve Knutson, Olof Marsja, Minh Ngọc Nguyễn, Mattia Pajè e Oda Iselin Sønderland e Home as a Silhouette, una personale di Mikael Lo Presti.
Con un titolo onomatopeico tratto da una delle più famose e scherzose scene del romanzo Joyciano «Finnegans Wake», la collettiva Mastabatoom, Mastabadtomm tesse una lirica volta a mediare tra materiali, pratiche, storie e tradizioni antitetiche ma affini. Ispirata al romanzo di Joyce vuole anch’essa presentare un controllatissimo caos, che celebri e introduca al pubblico bolognese una selezione di artisti che rappresentino la storia di NEVVEN (lo svedese Olof Marsja e i norvegesi Sigve Knutson e Oda Iselin Sønderland) giustapposti a tre nuove collaborazioni (il danese-vietnamita Minh Ngọc Nguyễn e gli italiani Mattia Pajè e Lula Broglio).
Home as a Silhouette è la prima mostra personale di Mikael Lo Presti in Italia che la galleria svedese NEVVEN è orgogliosa di presentare nella sua nuova sede Bolognese. Rappresentato in alcuni dei musei e gallerie più importanti di Scandinavia, come Astrup Fearnely Museum e STANDARD(OSLO), con questa presentazione Lo Presti adatta e sviluppa due dei suoi temi più cari e che lo hanno reso uno dei giovani pittori più promettenti nel nord Europa, la natura morta e il ritratto.