Per dire addio al 2024, Bologna brucerà il primo Vecchione transfemminista della sua storia. Si chiama Mercurio, la fenice ed è stato ideato da Fumettibrutti, nome d’arte di Yole Signorelli. L’artista l’ha immaginato con fattezze femminili, di colore rosa con lunghi capelli argentati, una figura mitologica a difesa delle diversità.
“Creatura leggendaria ed unica – si legge -, Mercurio, la fenice rinasce dalle proprie ceneri e proprio per questo motivo, simboleggia la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro ciascuna e ciascuno di noi. Vive su un baule azzurro ancora chiuso il cui contenuto, celato, ci indica che la strada per una società più consapevole è ancora in divenire. Mercurio, la fenice ci consegna una nuova chiave per indagare al suo interno: la indossa appesa al collo, è un simbolo transfemminista. La fenice brucia solo per risorgere e così facendo, apre il baule trasformando la società in uno spazio multicolore dove ogni persona può esprimere la propria unicità, nessuno escluso”.
Per la festa di piazza Maggiore, accessibile a 9.000 persone e a cura di Mismaonda, sarà protagonista come sempre anche la musica che vedrà alternarsi in consolle due donne: Missin Red (dalle 22 fino a mezzanotte) e, dopo il tradizionale rogo, Valentina Dallari.
Alessandro Bergonzoni nel 2023, e Mariangela Gualtieri nel 2024, anche quest’anno ci sarà un Discorso d’artista con i pensieri e le parole del drammaturgo e regista Marco Martinelli, fondatore della compagnia Teatro delle Albe di Ravenna.
Lunedì 1 gennaio, il Discorso d’artista Fino a quando? di Marco Martinelli sarà trasmesso nella Sala della Cultura di Palazzo Pepoli, accessibile ad ingresso libero per l’intera giornata, dalle 10 alle 19.
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