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I musei di Genus Bononiae alla maxi società fiorentina Opera Laboratori

Written by La Redazione il 28 May 2024

Bologna, 4/12/2015. Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Mostra Guido Reni e i Carracci. Un atteso ritorno - Capolavori bolognesi dai Musei Capitolini. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

“Non è una dismissione del patrimonio, ma una specializzazione della gestione, per migliorare la valorizzazione di questi luoghi grazie a competenze di significativa qualità”, aveva dichiarato qualche mese fa Fabio Roversi-Monaco rispetto alla crisi di Genus Bononiae, il progetto di gestione museale creato nel 1991 dalla Fondazione Carisbo di cui lui stesso fu ideatore.
Le cose non andavano bene da tempo, il pubblico scarseggiava e i costi di gestione aumentavano, così Carisbo, dopo aver anticipato le sue intenzioni con la chiusura al pubblico della Biblioteca San Giorgio in Poggiale, era arrivata alla scelta di esternalizzare la gestione dei propri musei per concentrare più denaro nel sociale.

Dopo aver pubblicato un bando, oggi è stato pubblicato il nome del soggetto “con competenze di significativa qualità” che nei prossimi quattro anni si occuperà di Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni, San Colombano – Collezione Tagliavini, complesso monumentale di Santa Maria della Vita e San Giorgio in Poggiale – Biblioteca d’Arte e di Storia: sarà la spa fiorentina Opera Laboratori, che gestisce 45 sedi museali e realizza un fatturato di circa 70 milioni con mille dipendenti. Società che peraltro gestisce da qualche mese anche il bookshop del MAMbo.

Palazzo Pepoli che ospitava il museo della Storia andrà invece, come noto, in comodato gratuito al Comune di Bologna, che lì vorrebbe trasferire il Museo Morandi.

“La collaborazione con Opera Laboratori – si legge – consiste in iniziative di qualità programmate presso le quattro sedi museali di Genus Bononiae dedicate alla valorizzazione, alla conoscenza e alla diffusione ad un vasto pubblico del patrimonio artistico e culturale, con attenzione alle Collezioni della Fondazione, promuovendo nuove opportunità per accrescere l’attrattività del territorio metropolitano di Bologna. L’accordo, inoltre, prevede una gestione integrata e sinergica dei servizi complementari dei plessi museali, con investimenti mirati a valorizzare la specifica vocazione di ciascuna sede, luoghi di programmazione culturale e insieme centri di studio, ricerca, catalogazione e conservazione di secoli di arte, storia, letteratura e cultura di Bologna.
La Fondazione Carisbo, insieme ad Opera Laboratori, si accinge così a progettare un nuovo modello di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale”.