Di luoghi con una storia del genere al mondo ce ne sono pochi. Si ricorda l’Harris Bar di Venezia, il King Cole Bar di New York, il Caffè Casoni di Firenze e ovviamente il Bar Basso, con la sua scritta al neon che troneggia su via Plinio. Icona di stile, testimone impassibile di decadi trascorse a servire Negroni Sbagliato a tutto il mondo che passava da qui, il suo cocktail simbolo nel celebre bicchiere in formato maxi.
Il Negroni Sbagliato nacque per errore. Ai tempi c’era da lavorare, eravamo molto presi. Un cameriere mise la bottiglia di spumante Ferrari al posto di quella del gin, io ero di fretta e la presi. «È un giorno caldo, le ho fatto un Negroni più leggero» dissi al cliente. «Come si chiama?». «Si chiama Negroni Sbagliato». (Mirko Stocchetto)
50 anni (+1) sono trascorsi da quando Mirko Stocchetto acquista questo angolo di Milano, precisamente il 13 ottobre 1967, portando la cultura del bere di classe nel capoluogo lombardo. I milanesi così conoscono la miscelazione ed eleggono il Bar Basso luogo d’incontro per eccellenza. Negli anni si evolve, diventa a metà degli anni 80 con il grande successo di Memphis e l’accresciuto interesse per il design, meta di molti giovani designer internazionali (che sarebbero diventati famosi), come Marc Newson, Jasper Morrison, Thomas Sandell, RossLovegrove, James Irvine.
Ed è il 1999 l’anno in cui Maurizio Stocchetto, figlio di Mirko, decide di organizzare un party al Bar durante il Salone del Mobile invitando un centinaio di amici. Una festa, un appuntamento che ancora oggi continua e raduna centinaia di persone ogni anno: curiosi, appassionati, designer giovani e meno giovani, famosi e meno famosi, che si riuniscono qui con un Negroni in mano.
Il nuovo traguardo da festeggiare è proprio il 13 ottobre di quest’anno, una data che santifica il passato e benedice il futuro di questo luogo icona. Per festeggiare il compleanno del Basso, Gabriel Scott, prestigiosa azienda canadese di interior design, progetta un’installazione di luci Welles Glass, nella versione Long Chandelier, a misura dello spazio del locale. Un omaggio all’anniversario del Basso, quasi rivoluzionario, perché è la prima volta, dal giorno della sua apertura, che vengono inseriti elementi nuovi nell’arredamento, rimasto inalterato nel tempo.