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Il fascino della fila nella Città Welcome

Il parere del procacciatore di file Tony Filetti

Written by Andrea Ruggeri il 5 May 2025

In fila per un trancio di pizza/un gelato/un panino alla mortadella/un tortellino/uno straccio di vestitino/una focaccia/un autografo/una mostra/il bus turistico/la finestrella di via Piella.

Decine, centinaia in fila. Visitare una città è fare la fila.

Un rito turistico immobilista, si sta fermi, poi si fa un passettino in avanti, tutti in fila come in processione per essere benedetti da uno scontrino.

Ma cosa trasforma una città in tante file? Oppure, come mai senza file una città non vale niente?

La si può mettere così: in tempi antichi si andava a visitare una città secondo i propri gusti, prendendo informazioni dagli amici che c’erano già stati, con una guida cartacea e facendo domande ai locali per trovare una via, ma anche per attaccare bottone. Adesso sei tutto geolocalizzato e lo smartphone ti dice dove devi andare, dove mangiare e dove dormire. TU fai quello che ti dice LUI. Cose ormai banali e risapute, eppure la faccenda sta proprio nel rapporto tra TU e LUI. Non devi infastidire i locali con delle domande lo sa LUI, non devi chiedere in giro, chiedi a LUI, non devi sapere dove sei sa tutto LUI, non devi farti fare da qualcuno una foto ricordo te la fa LUI.

A tutti LUI ha dato le stesse dritte in base allo stesso algoritmo. Ed è così che ti trovi in fila assieme a tutti gli altri. È la mutazione del turista in turnista, aspetti il tuo turno perché LUI ti ha detto di farlo. Così gironzoli finché non trovi la tua fila per accodarti. Sei arrivato a destinazione, sulla sinistra. In definitiva la tua visita alla città si riduce a una serie di turni che devi rispettare.

Poi posti le tue fotine, e torni a casa tua tutto contento.

Il turista turnista è il disadattato funzionale nell’epoca del LUI.

Ma tra le tante città turistiche una sola ha fatto della fila una filosofia dell’accoglienza.

A questo punto abbiamo chiesto un parere a Tony Filetti procacciatore di file per la Città Welcome

***

Si dice che qui a Welcome la fila sia l’unità di misura dell’attrazione turistica. Che ci dice?

Se mette insieme tutte le file otterrà un filotto, che è il massimo punteggio per una città con la vocazione di mettere in buca più turisti possibile

Analogia un po’ rude non trova?

Ok, come le pare, allora proviamo a ragionare a bocce ferme, quando stanno in fila sono conteggiabili, controllabili, commerciabili, noi non siamo per il turismo anarchico che si muove incontrollabile e socializza coi cittadini, ma per quello ordinato, stazionario e isolazionista

Isolazionista?

Nel senso che il turista meno ha contatti con la popolazione meglio è, ad esempio sa perché facciamo apposta che non si trovano i taxi? Semplice, perché i taxisti parlano male della città, per questo ci sono le ciclabili, le bici stanno mute, pedalare, pedalare…

Quindi turismo immobilista e asociale…ma non vede un’emergenza in queste lunghe attese?

Abbiamo tutor in incognito che intervengono in caso di malore da fila con il kotekotè.

Che sarebbe?

Un tè verde al cotechino, una specialità rigenerante

Come sempre la Città Welcome è all’avanguardia, ma le file ci sono anche in tutte le altre città turistiche, che c’è qui di diverso?

Guardi noi abbiamo inventato il turista paziente che non è solo esperienza sublime dell’attesa infinita ma anche servizio medicale mirato, nessun’ altra città può vantare la nostra assistenza, pensi che se al turista gli prende un’indigestione da insaccati c’è il ricovero gratuito, abbiamo una convenzione con gastroenterologia, una lavanda gastrica e via che può ritornare in fila.

Veramente impressionante… quasi una strategia…

L’ha detto. La nostra è una strategia turistica fondata sulla dittatura dei bottegai e dei ristoratori, se ti lamenti del servizio arrivano i vigili urbani che ti multano per vilipendio all’esercente

Vabbè sorvoliamo. Senta Filetti ma lei quante file riesce a mettere insieme in un giorno?

Senza contare quelle per il pronto soccorso e alle poste direi almeno una ventina.

Ci sono quelle a cui è più affezionato?

Quelle dai gelatai in estate, si arriva sciolti al bancone ma vuol mettere la soddisfazione…

Un’ultima domanda Filetti, cosa la lega alla Città Welcome?

L’amore per la filantropia.

E’ stato bello, grazie

Prego, ma non stia in fila, venga che gliela faccio saltare.