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La magia di una Biennale Teatro tinta di verde

Dal 16 giugno al 1° luglio Venezia si veste di verde smeraldo per la Biennale Teatro 2023

Written by Francesca Rigato il 8 June 2023

Milk di Bashar Murkus e Khashabi Ensemble - © Khulood Basel

La Biennale Teatro 2023 richiama l’immaginario di un mondo fantastico, illusionistico e allo stesso tempo specchio della società. I riferimenti scelti da Stefano Ricci e Gianni Forte spaziano dal Meraviglioso mago di Oz, pubblicato nel 1900, fino al 1997, quando il primo libro del giovane maghetto con la cicatrice ha visto la luce. Un secolo di letteratura in cui due narrazioni simili cercano di riformulare la struttura della fiaba e ne scardinano il ruolo avuto in precedenza. E proprio scardinare, rimodellare e magicamente ricreare, sono le linee guida che la Biennale si pone decentrando la questione del fenomeno Harry Potter: il punto non è esserne fan o meno, ma piuttosto riconoscere nella famosa saga una generazione e con ciò coinvolgere un nuovo pubblico e altre tematiche. Come il green, l’eco-sostenibilità e la necessità di un nuovo futuro che il teatro, specchio della società, deve portare sul palcoscenico. È il verde quindi, diretta allusione a Emerald City, città del mondo di Oz, che tinge questa 51° edizione della Biennale Teatro che vuole scombinare le leggi del mondo reale, portandoci in dimensioni altre e mitologiche.

Ecco una breve guida per orientarsi sul sentiero dorato degli spettacoli in programma e capire cosa scegliere nel labirinto teatrale veneziano.

Il Leone d’oro di quest’anno è stato assegnato ad Armando Punzo che presenterà Naturae (16 e 17 giugno), mentre l’Argento va ai lunari FC Bergman in scena con Het land nod (17 e 18 giugno). Il primo, con la Compagnia della Fortezza, indaga la natura umana che da Shakespeare a Borges prosegue la sua storia fino a oggi e oltre, dove l’homo sapiens è un punto, ma non d’arrivo. Gli FC Bergman, invece, trasformano il palcoscenico in un luogo di sfide impossibili riproducendo, in questo caso, la copia esatta della “sala Rubens” del Museo di Anversa. Mattias Anderson con Vi som fick leva om vara liv (21 e 22 giugno) crea uno spettacolo dove vigono la regola dello sliding doors e la domanda “e se fosse accaduto qualcos’altro?” in una performance coreografica e documentaria tra la Storia e le storie. Siamo letteralmente in piazza con El Conde de TorrefielLa plaza (22 e 23 giugno) dove una folla di gente passa e vive lo spazio. Invece con Anima di Noémie Goudal e Maëlle Poésy (23 e 24 giugno) ci si ferma, si prova a percepire la lentezza e il tempo. Anche Boris Nikitin rallenta e nello spettacolo Versuch über das sterben (25 giugno) sente il bisogno “di gridare al mondo che qualche volta la presenza di una persona, la sua storia, la sua voce, sono abbastanza”; con il suo Hamlet (27 e 28 giugno) Nikitin si appropria invece dell’opera originale per realizzarne una di completamente diversa.

Milk di Bashar Murkus and Khashabi ensemble (24 e 25 giugno) mette al centro il tema della morte dal punto di vista della madre. Infine, Tiago Rodrigues con Catarina e la beleza de matar fascistas (30 giugno e 1° luglio) chiude questa Biennale, ponendo al pubblico un paradosso, quello di fare la guerra per mantenere pace e democrazia. Il fitto programma, pieno di “pepite d’oro”, come amerebbero definirli i direttori, vede altri spettacoli in cartellone, cioè quelli dei vincitori dei bandi indetti da Biennale, che quest’anno interrogano la scena chiedendosi come e cosa sia ancora necessario nel teatro. Federica Rosellini dirige Veronica di Giacomo Garaffoni, vincitore di Biennale College Teatro Drammaturgia Under 40 (2021-2022), il 20 e 21 giugno. Fabiana Iacozzilli realizza la regia di En abyme scritto da Tolja Djokovic vincitore di Biennale College Teatro Drammaturgia Under 40 (2021-2022) in scena il 29 e 30 giugno. Il vincitore di Biennale College Teatro Registi Under 35 (2022-2023) è Valerio Leoni che, con Cuspidi (16 e 17 giugno), porta sul palco tre personaggi-emozioni. Dal 24 giugno al 1° luglio, in giro per Venezia, si può inciampare nei due spettacoli site specific, entrambi prime assolute e firme della direzione Ricci e Forte: Gaetano Palermo presenta Swan in Via Garibaldi e Morana Novosel farà Fluid horizons in Campo Sant’Agnese. 

Un programma all’insegna della magia, che prova a chiedere di fermarsi, di prendersi del tempo, per guardare, pensare e riflettere sui grandi temi, quali la vita e la morte, che ci coinvolgono e toccano in prima persona e in quanto parte di una società.