1978, Lavabiancheria P6.71 serie Primato - arch. Bellini

Sono gli anni Settanta e la ditta italiana Candy si appresta a vincere il Compasso d’Oro con il condizionatore disegnato da Joe Colombo, quasi vent’anni dopo la produzione della prima lavatrice, il Modello 50: i suoi elettrodomestici sono ormai diffusi nella maggior parte delle case italiane.

Con una grande storia sulle spalle, nel 2025 Candy compie ottant’anni: era il 1945 quando nasceva l’azienda, rinominata l’anno successivo con questo nome divertente, ispirato da un tormentone coevo. “Volevamo entrare nella vita e nelle case italiane come quella canzone” si legge in un vecchio articolo, che prosegue come in quelle case si volesse modificare la qualità della vita delle persone, migliorandone la quotidianità. Oggi Candy torna alla ribalta per festeggiare un compleanno importante e ribadire l’obiettivo di incidere nella vita della persone, lanciando la nuova lavatrice Candy Multi Wash a tre cestelli e  sostenendo due progetti culturali significativi: la mostra An Archive of Possible Machines – 80 anni di Candy: tecnologie visionarie dall’archivio con fotografie di Mattia Balsamini, e il film Vivono di Roberto Ortu.

La mostra An Archive of Possible Machines – 80 anni di Candy: tecnologie visionarie dall’archivio è il risultato del progetto fotografico che ha visto Mattia Balsamini frequentare l’archivio storico di Candy. Curata da Andrea Tinterri e patrocinata dal Comune di Milano, che inaugura il 31 ottobre alle 17 e sarà poi visitabile fino al 9 novembre 2025 nella Cattedrale della Fabbrica del Vapore (con ingresso gratuito, da non perdere).

Come ci raccontano nel comunicato stampa: “L’allestimento, sviluppato insieme a Studio GISTO, si avvale di materiali originali provenienti dagli stabilimenti Candy e si arricchisce con alcuni tra i prodotti più iconici del marchio, fino ad arrivare a Candy Multi Wash: la prima lavatrice a tre cestelli che, dopo il debutto di successo a IFA, viene presentata per la prima volta al pubblico italiano come simbolo concreto dello sguardo al futuro. Il progetto adotta inoltre una strategia chiara e radicale: azzerare la produzione di rifiuti, dimostrando la continuità tra la produzione industriale e la dimensione immaginifica”.

In mostra ci troveremo a contatto con dieci fotografie di grande formato, «immagini sospese riemerse dall’archivio, spazi latenti mai realmente esplorati, possibilità che Balsamini rielabora dando forma a un immaginario pubblicitario» anticipa Tinterri, che racconta come la mostra sia frutto di «un carotaggio negli ottant’anni dell’azienda» evitando citazioni dirette. Il risultato è un’unica installazione completata da materiali provenienti dagli stabilimenti Candy come scaffalature e modelli di elettrodomestici, elementi capaci di rimodellare la propria funzione originaria innestandosi nel progetto espositivo e mettersi in dialogo con le fotografie.

L’altro progetto è il film Vivono, girato da Roberto Ortu in stretta collaborazione con il curatore Michele Bertolino, che lo ha voluto per aprire il suo ultimo progetto espositivo, l’omonima mostra VIVONO. Arte e affetti, HIV-AIDS in Italia. 1982-1996. Visitabile al Centro Pecci fino al 10 maggio 2026, si tratta della prima mostra istituzionale che ripercorre la storia delle artiste e degli artisti italiani colpiti dalla crisi dell’HIV-AIDS. Una storia in gran parte dimenticata, oggi fatta riemergere da un allestimento composito in cui si intrecciano al film Vivono numerose opere d’arte e poi poesie, paesaggi sonori, video e importanti materiali d’archivio. Nel film di Ortu prendono vita le parole di Dario Bellezza, Massimiliano Chiamenti, Nino Gennaro, Ottavio Mai, La Nina, Marco Sanna e Pier Vittorio Tondelli, poeti che hanno vissuto con HIV e lo hanno raccontato nei loro testi. Le loro poesie vengono rilette da attrici, attivisti e artiste e tornano vive, anche precipitando nel tessuto della vita quotidiana contemporanea, sullo sfondo di cucine e salotti in cui brillano gli elettrodomestici Candy.

Due progetti diversi ma obiettivi complementari: da un lato sostenere la ricerca e la narrazione della storia culturale e sociale italiana, problematizzata secondo le urgenze più attuali, dall’altro il prendersi cura della propria storia e del proprio archivio d’impresa, rimettendolo in gioco attraverso una pratica artistica contemporanea capace di parlare al presente.

Scopri tutto il progetto 80 anni di innovazione, qualità e italianità e le visioni di 80 anni di vivere italiano.