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La scena creativa al femminile di Kore

Una nuova pubblicazione dal respiro internazionale si affaccia alla città

Written by Carla Sbrega il 14 December 2022
Aggiornato il 16 December 2022

La carta stampata vola. Piace, piace l’idea di avere un oggetto che sia sfogliabile, godibile, sottolineabile, scambiabile, insomma: che non si perda nel marasma dell’archivistica digitale, che per quanto la si possa chiamare library a livello pratico c’entra poco e niente.

La pubblicazione, arrivata alla seconda edizione, che vogliamo introdurre è a cura AINT studio e si chiama Kore; che in greco altri non è che Persefone, figlia di Zeus e Demetra nonché regina dell’Ade – e obbligata a tornarci – a seguito del ratto della primavera da parte dell’omonimo signore degli Inferi, per cui la scelta del nome di riferimento ovviamente non è casuale: Kore ha una cadenza annuale e formalmente variegata che si occupa di scandagliare e promuovere il milieu creativo e culturale delle donne, attingendo a un paesaggio valoriale radicalmente diverso da quella modernità patriarcale, bianca ed eterosessuale che ci si trascina dietro da secoli.

Il primo numero di Kore venne lanciato alla Triennale Milano nel giugno 2021: un magazine cartaceo e digitale che raccontava i territori underground in seno alla ricerca musicale e alle sperimentazioni contemporanee nell’elettronica compiute da artiste come Lena Willikens e Cindy Savalas, Mutant Radio Platform e Futura Booking Agency. Si proiettò Sister with Transistors (il docufilm di Lisa Rovner e narrato da Laurie Anderson) che racconta le pioniere della musica elettronica), con una performance di Eva Geist. Insomma, la domanda riguarda i what if: cosa succederebbe se si guardasse alla produzione culturale e creativa se si facesse attenzione a ciò che esula dal classico piedistallo maschile? Cosa significa, allora, essere e diventare donne in una cultura fallocratica?

Un calendario di ricorrenze “celebrative” per una storia culturale del Novecento al femminile.

Arriviamo dritti al punto del secondo numero, che verrà presentato venerdì 16 dicembre: un calendario in tiratura limitata di 200 copie. Ogni mese è scelto e illustrato da artiste provenienti da diversi paesi: ci sono Alicia Carrera (Spagna), Chenyuè Yuàn (Cina), Abbey Golden (USA), Laina Deene (UK), Anu Ambasna (UK), Jordi NG (Singapore), Harriet Yakub (Irlanda), Soljee Lee (USA), Erika Polizzi (Romania), Marcela Scheid (Brasile), Francesca Azzoni e Livia Giorgina Carpineto (Italia). Tra illustrazione, disegno e installazioni ambientali, si presenta ancora – come il numero scorso – un milieu identificativo di una scena creativa intorno al mondo.

La scelta del calendario poi è quasi politica: tutto segnato con date e ricorrenze “celebrative” riferite a momenti salienti di una storia culturale del Novecento al femminile, tra performance, cinema, hit musicali, pubblicazioni, moda e design. Dalla nascita di Simone de Beauvoir (9/01/1908) all’arresto delle Pussy Riot a Mosca (3/03/2012), passando per la performance VB55 della Beecroft (7/04/2005) fino alla presenza delle opere delle Guerrilla Girls alla 51° Biennale di Venezia (12/06/2015) o all’uscita di Girl Power delle Spice Girls (8/07/1996) e parecchie altre.

Kore è insomma un contenitore multiforme: una volta fanzine, una volta calendario; una volta per testi e fotografie e un’altra per illustrazioni e date; come a dire che la forma è slegata dal contenuto, e lo è perché il secondo esige di volta in volta espressioni diversificate e comunicazioni specifiche. Ma tutto sotto all’idea di mappare, esprimere e porre i problemi di una scena globale e creativa al femminile.