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Tutte le mostre di Fotografia Europea a Reggio Emilia

Written by La Redazione il 25 February 2022
Aggiornato il 27 April 2022

Foto di Maxime Riché

Dal 29 aprile al 12 giugno 2022 arriva a Reggio Emila la ventisettesima edizione di Fotografia Europea. Il titolo scelto quest’anno dai direttori artistici Tim Clark e Walter Guadagnini è Un’invincibile estate, ispirato da una frase celebre di Albert Camus sul rinnovarsi della vita.

Come di consueto il festival dà il meglio di sé nelle giornate inaugurali dal 29 aprile al 1 maggio 2022, con conferenze, incontri con gli artisti, presentazione di libri, book signing, letture portfolio, workshop, un bookfair dedicato agli editori indipendenti e spettacoli vari (non perdetevi i live di Caterina Barbieri e Lorenzo Senni). Ma il fulcro principale rimangono le mostre sparse tra i Chiostri di San Pietro (ben dieci), Palazzo da Mosto, Chiostri di San Domenico, Biblioteca Panizzi, Palazzo dei Musei, Collezione Maramotti, Galleria Santa Maria, Spazio Gerra, Fondazione ITeatri.

Eccole tutte.


MARY ELLEN MARK: THE LIVES OF WOMEN
Chiostri di San Pietro

È la mostra storica di questa edizione, dedicata alla fotografa documentarista che dal 1964 fino alla sua morte nel 2015, ha realizzato saggi fotografici intensamente vividi e rivoluzionari che esplorano la realtà delle persone, soprattutto donne, in una varietà di situazioni complesse e spesso difficili, dolorose, a volte quasi impossibili.
Mary Ellen Mark: The Lives of Women, a cura di Anne Morin, abbraccia l’umanità di queste donne e la condivide con un pubblico più ampio, fornendo ai suoi soggetti una voce significativa, spesso estremamente potente.


NICOLA LO CALZO: BINIDITTU
Chiostri di San Pietro

Binidittu è un progetto che, attraverso il racconto della storia e dell’eredità culturale di San Benedetto il Moro, prende in esame i rapporti fra la storia del colonialismo e l’identità culturale contemporanea.
La mostra, attraverso immagini di medio e grande formato, ripercorre le tappe principali della biografia di Binidittu: dall’affrancamento dalla schiavitù alla sua morte, dall’utopia post razzista alla beatificazione.
Una riflessione sulla condizione delle persone migranti nel Mediterraneo.


HODA AFSHAR: SPEAK THE WIND
Chiostri di San Pietro

La fotografa iraniana residente in Australia svela gli straordinari paesaggi dell’Iran, la sua gente e i loro rituali, fotografando il vento e gli intrecci di tradizioni e credenze che porta con sé, per formare una registrazione visibile dell’invisibile attraverso l’occhio dell’immaginazione.


CARMEN WINANT: FIRE ON WORLD
Chiostri di San Pietro

La fotografa americana tesse più narrazioni attraverso centinaia di diapositive ritrovate, di protesta, di nascita e di piccoli mondi, che si allineano ordinatamente e messe insieme formano un quadro più ampio di disordine sociale e dissenso.


SEIICHI FURUYA: FIRST TRIP TO BOLOGNA/LAST TRIP TO VENICE 1985
Chiostri di San Pietro

Il giapponese racconta il primo e l’ultimo viaggio fatti insieme a sua moglie Christine Gössler, attraverso ritratti intimi e fermo immagini, che gli hanno permesso di ricostruire la memoria di quei momenti, fino al suicidio di Christine. Utilizzando come fossero indizi le fotografie scattate durante i sette anni trascorsi insieme, tenta di ricostruire le circostanze che l’hanno portata all’infelice fine, cercando una risposta impossibile.


KEN GRANT: BENNY PROFANE
Chiostri di San Pietro

Un progetto a lungo termine su un distretto portuale nei dintorni di Liverpool,che diventa negli scatti del fotografo inglese – da sempre interessato a raccontare la vita delle classi operaie inglesi – un’immersione in uno spazio e in coloro che da esso dipendono, un resoconto di parentela e sfida in una terra difficile.


GUANYU XU: TEMPORARILY CENSORED HOME
Chiostri di San Pietro

Il giovane Guanyu Xu trasforma lo spazio domestico e conservatore della sua infanzia, in scena di rivelazione, protesta e bonifica queer, mediante un mosaico di immagini raccolte da riviste di moda e cinema occidentali, nonché ritratti di sé stesso con altri uomini, per mettere in scena una performance profondamente intima e politica.


CHLOÉ JAFÉ: I GAVE YOU MY LIFE
Chiostri di San Pietro

La fotografa Chloé Jafé con I give you my life racconta la storia, spesso sconosciuta, delle donne della Yakuza – la mafia giapponese tra le più leggendarie al mondo – mogli, figlie, amanti, che orbitano intorno alle attività criminali dei gangster maschi e che a loro hanno dedicato la loro esistenza.


JONAS BENDIKSEN: THE BOOK OF VELES
Chiostri di San Pietro

Jonas Bendiksen diffonde il caos nella comunità del fotogiornalismo con questo progetto che accorpa le fake news generate nella piccola e sconosciuta cittadina macedone di Veles per dimostrare – attraverso un misto di reportage classico, modelli di avatar 3D e sistemi di generazione di testo con intelligenza artificiale – che la disinformazione visiva confonde anche i professionisti dei media addestrati.


ALEXIS CORDESSE: TALASHI
Chiostri di San Pietro

Talashi (parola che in lingua araba significa frammentazione, scomparsa) spiega cos’è la guerra civile siriana attraverso le fotografie personali scattate da coloro che vivono in esilio: un atto di rievocazione collettiva tra intimità e Storia.


VINCITORI DELLA OPEN CALL
Galleria Santa Maria

Simona Ghizzoni racconta nel progetto Isola come sia riuscita a recuperare una relazione con la natura e con le persone, approfittando dell’emergenza Covid per lasciare Roma e tornare a rifugiarsi nell’Appennino Emiliano. La spagnola Gloria Oyarzabal, fotografa e cineasta, fissa il focus della sua indagine sul concetto di Museo in particolare in un’ottica colonialista con il progetto Usus fructus abusus. Infine Maxime Richè, parigino, da tempo si misura con la capacità di adattamento dell’uomo rispetto alle conseguenze degli sconvolgimenti ambientali. In Paradise, il focus è l’incendio che in sole quattro ore ha incenerito l’omonima città californiana e le persone che nonostante ciò, tornano per ricostruirsi una vita, proprio dove la vita è stata così brutalmente cancellata.


LUIGI GHIRRI: IN SCALA DIVERSA
Palazzo dei Musei

La mostra a cura di Ilaria Campioli, Joan Fontcuberta e Matteo Guidi, partendo dalla serie In scala realizzata da Luigi Ghirri in più riprese, dalla fine degli anni Settanta alla prima metà degli Ottanta, nel parco divertimenti Italia in Miniatura di Rimini, approfondisce i temi del doppio, della finzione e dell’idea stessa di realtà, creando un dialogo con la raccolta – disegni, cartoline, documenti e immagini provenienti dall’archivio del parco – accumulatasi dalla metà degli anni Sessanta a seguito dei numerosi viaggi del fondatore Ivo Rambaldi lungo tutta la penisola, allo scopo di raccogliere quanta più documentazione visiva possibile per la costruzione dei plastici.


ALESSANDRA CALÒ: HERBARIUM. I FIORI SONO RIMASTI ROSA
Palazzo dei Musei

Sempre a Palazzo dei Musei torna “Incontri! Arte e persone”, progetto di Reggio Emilia Città senza Barriere – STRADE dedicato all’incontro tra fragilità e creatività. L’artista Alessandra Calò, che predilige la pratica del lavoro off camera, e sette persone con fragilità realizzano, attingendo alla ricca collezione dei Musei, un vero e proprio erbario, tramite l’utilizzo di antiche tecniche di stampa fotografica a contatto. La mostra Herbarium. I fiori sono rimasti rosa, insieme agli esperimenti di stampa e al fare laboratoriale, saranno ospitati in un nuovo spazio museale che si apre al dialogo con la città.


GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA #09
Chiostri di San Domenico

Il progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana contemporanea under 35. La mostra, significativamente intitolata Possibile, a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, presenta le ricerche di Marcello Coslovi, Chiara Ernandes, Claudia Fuggetti, Caterina Morigi, Giulia Parlato, Riccardo Svelto, Giulia Vanelli, artisti selezionati da una giuria internazionale. Novità di questa edizione è l’istituzione del Premio Luigi Ghirri, nel trentennale della scomparsa dell’autore, in collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri.


CARLO VALSECCHI: BELLUM
Collezione Maramotti

Le quarantaquattro fotografie di grande formato che costituiscono Bellum raccontano il conflitto ancestrale tra uomo e natura e tra uomo e uomo. Attraverso un lavoro durato circa tre anni, Valsecchi percorre le montagne, espressione naturale estrema e insieme luogo dell’ultima guerra, sublimando nei suoi scatti una realtà cruda in forma spesso astratta, intimamente estetica e assoluta.


MARIA CLARA MACRÌ: IN HER ROOMS
Spazio Gerra

L’autrice esplora il rapporto tra empatia, intimità e rappresentazione contemporanea delle donne. Nel suo lavoro, la fotografa riesce a cogliere la natura complessa e intensa della femminilità odierna, liberata dagli stereotipi e dalla sessualizzazione e oggettivazione di cui è vittima ed esprimendo visivamente l’essenza di un nuovo sentire internazionale e globale, dovuto anche alla forte trasmigrazione al femminile.


VASCO ASCOLINI: UN’AUTOBIOGRAFIA PER IMMAGINI
Biblioteca Panizzi

La mostra, a cura di Massimo Mussini, racconta la vita artistica e lavorativa del fotografo reggiano attraverso 40 anni di scatti in un percorso coraggioso, fatto di incontri importanti e di grande determinazione. L’intento è quello di far conoscere al pubblico la donazione che il fotografo ha fatto alla città ricreando una sorta di diario di viaggio in cui Ascolini segnala i momenti di passaggio con i quali ha progressivamente arricchito il suo linguaggio espressivo.


ARIANNA ARCARA: LA VISITA / TRIPTYCH
Fondazione ITeatri

La Fondazione I Teatri espone gli scatti di Arianna Arcara in cui Teatro e fotografia entrano ancora in relazione nel nuovo progetto dal titolo La Visita / Triptych che Fondazione I Teatri, con Reggio Parma Festival e in collaborazione con Collezione Maramotti e Max Mara hanno affidato all’artista invitandola a una interpretazione del lavoro della Compagnia di teatro-danza belga Peeping Tom al Festival Aperto 2021.