Sotto le macerie della “vecchia Bologna” che ribolliva di esperienze culturali dirompenti capaci di sfondare le mura cittadine e farsi sentire anche sul territorio nazionale ed europeo, scorrono ancora i fluidi incandescenti del punk e del rap. C’è ancora una città che vive sotto la superficie visibile e turistificata, ci sono comunità divergenti con il mondo esterno che tentano di preservare i loro spazi di espressione dagli attacchi dell’omologazione.
Spinto da questa e altre riflessioni, Tommaso Palmieri ha composto tra il 2016 e il 2024 un diario visivo dal titolo (BO)yz N The Hood, un viaggio nelle controculture musicali bolognesi contemporanee che indaga affinità e divergenze col passato, documentando luoghi, persone.
Partendo dalla sua passione per il punk, trasmessagli dal padre sin dall’infanzia, a oltre quarant’anni di distanza dalla prima esplosione della scena musicale controculturale nel capoluogo emiliano e dal concerto dei Clash che ne segnò un’epoca, il fotografo ripercorre le tracce paterne e diventa lui stesso testimone dell’evoluzione di quella scena, interrogandosi sui cambiamenti e su ciò che permane come motore culturale e sociale nella sua stessa generazione.
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«Bologna – ci racconta Tommaso – rimane sicuramente una città con un forte spirito ribelle e con un grande tessuto underground, lo testimoniano i tanti club e locali che continuano a spingere verso un certo concetto di fare musica, lontano dai grandi palchi, in piccole sale o scantintinati e questa è una grossa eredità che i bolognesi e quelli acquisiti hanno saputo mantenere viva e aggiornare. Nell’underground bolognese continuano a trovare spazio tanti giovani che pensano a una società diversa, libertaria e paritaria, dove un urlo di un gruppo punk o le rime serrate di qualche MC continuano a essere linfa vitale per andare avanti ogni giorno. Ma Bologna non è solo questo, lo spirito ribelle, lo spirito punk o quello hip hop, ha permeato ogni angolo di ogni strada e ancora oggi permette alla città di essere un’isola felice per tanti che dalla società e dalla politica vengono considerati marginalità: se dovessi raccontare con un immagine cos’è il punk oggi è il migrante che prende parte alla vita cittadina in un contesto di inclusività paritaria, è la donna che con il suo corpo vive la città in maniera libera e comunitaria, sono due ragazzi che si tengono per mano in Piazza Maggiore. In questa città alla fine nessuno si sente come un estraneo, è una città piena di diversità, complessità e contraddizioni ma che proprio per questo la rendono unica, e forse proprio qui sta tutta l’eredità che è stata raccolta dalle nuove generazioni, frutto di quei movimenti che tanti anni fa hanno lottato per una società giusta».
(BO)yz N The Hood sarà in mostra al SI Fest di Savignano sul Rubicone a partire da venerdì 13 settembre (e per tutta la durata del festival) presso Monte di Pietà (vicolo del Monte di Pietà 1). La mostra è curata da Chiara Pirra, così come il libro omonimo e autoprodotto che sarà, invece, presentato domenica 15 settembre in Piazza Borghesi alle h 11.15.