Per una strana congiunzione astrale, agosto 2015 è il mese in cui si possono vedere in contemporanea degli assaggi delle collezioni d’arte Unicredit, UBS e Intesa. Vale la pena fare un confronto non solo tra le opere esposte, ma tra le politiche completamente diverse degli istituti di credito: in fondo in un momento di bassa del collezionismo per gli artisti italiani le banche rappresentano uno dei sostegni più importanti per la loro sopravvivenza.
Unicredit è quella che ha fatto più scalpore perché è la mostra più recente, quella che dura meno (inaugurata a fine luglio, chiude il 30 agosto), e soprattutto perché è ospitata in un padiglioncino Unicredit tutto nuovo nel mezzo dell’area Garibaldi-Porta Nuova, tra i grattacieli ex-Hines e ora di proprietà del Qatar. Il senso che la banca ha voluto dare alla mostra è quello di un’operazione umanistica, un’apertura al pubblico di un bene culturale che non deve stare solo nel caveau e il cui valore non è solo finanziario. Ma ancora di più ha voluto dedicarla ai suoi dipendenti appassionati d’arte, intitolandola Lo sguardo di… e delegando a loro la selezione finale delle opere.
Ora, si può fare tutta l’ironia del mondo sulle buone intenzioni di Unicredit, ma per esempio Deutsche Bank non si è posta minimamente lo scrupolo di dare accesso alle persone normali al suo fortino-museo della Bicocca, peraltro progettato da Bellini.
UBS invece ha scelto tutto un altro stile, molto più pop: e per fare capire bene lo spirito ha scelto Francesco Bonami, che ha curato la selezione del meglio della pittura UBS per Don’t Shoot the Painter in un museo pubblico, la bellissima GAM.
Se i cento giorni di UBS sono pur sempre il triplo rispetto ai trenta di Unicredit, sul fronte temporale Intesa batte tutti con le Gallerie d’Italia: praticamente un museo permanente, anche se molte delle opere si alternano di anno in anno nelle sale, collocato in un complesso monumentale in Piazza Scala.
I milanesi d’agosto sono tradizionalmente pochi, o costretti dal lavoro o molto, molto snob. Nell’uno e nell’altro caso, farsi una ricognizione della Bank Art può essere molto più interessante che andare a Rho, per esempio.