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Nuove geografie a Re-mapped Summer Festival

L’esplorazione corale di Pirelli HangarBicocca quest’anno è affidata a DOPO? e Milano Mediterranea, che tra coreografie, musica e danze solcheranno i sentieri di questa terza edizione verso nuove vie dei canti.

quartiere Bicocca

Written by Francesco Agostini il 2 July 2024
Aggiornato il 3 July 2024

Camilla Montesi, Caronte. Domenico D'Alessandro

Se è vero che la geografia è una disciplina elastica, dove sono i popoli a definire la distanza e la prossimità di uno o dell’altro territorio, quali sono le occasioni in cui si sperimentano nuove strade?
Alla ricerca di nuove vie dei canti, con musica, danze e parole, tra il 10 e l’11 luglio Re-mapped Summer Festival 2024 tenterà di ridefinire la giungla urbana di Milano con una celebrazione diffusa in cui l’arte performativa, in tutte le sue forme, diventa astrolabio della contemporaneità. Intorno alla cattedrale dell’arte contemporanea, Pirelli HangarBicocca, e l’Università degli Studi di Milano Bicocca, sostenuti dalla fondazione Cariplo, daranno vita a una costellazione di performance e pratiche condivise che trasformeranno gli spazi aperti dello spazio espositivo allo scopo di ri-tracciare la nuova geografia della città, attraverso il ruolo fondativo che questi eventi rituali hanno nell’individuare i nuovi territori nei quali viviamo.

Le vie di comunicazione tra le tribù lontane non erano altro che tracce di parole e di note musicali.

Penso agli aborigeni australiani, le cui vie di comunicazione tra le tribù lontane non erano altro che tracce di parole e di note musicali, così le otto realtà indipendenti e gli oltre cinquanta artisti e artiste coinvolti nell’arco dei tre anni del progetto Re-mapped, hanno provato e provano a solcare nuovi percorsi, a definire traiettorie inedite e a abolire confini per trovare nuovi punti di contatto tra lo spazio e il tempo.
A curare la liturgia di questa terza edizione sono stati chiamati due gruppi radicati nel tessuto milanese, DOPO? e Milano Mediterranea, che dalle periferie diramano relazioni e dibattiti sociali verso orizzonti più ampi. È questa la sfida più difficile: dare parola a chi vive la città dal suo ventre, perché è da lì che è possibile avere una prospettiva lucida e disincantata con i piedi ben saldi sull’asfalto.



Spetta a DOPO? l’onore di dare il via alle danze.
Il gruppo di practitioners decide di portare al Pirelli HangarBicocca la sua testimonianza esistenziale, la ragione per la quale, poco più di due anni fa, i suoi componenti hanno fondato lo spazio di lavoro ibrido che anima Corvetto, ponendo i suoi punti di critica e riflessione sull’instabilità permanente che contraddistingue il lavoro attuale, sulla precarietà delle sue forme e sull’incertezza di prospettive. È l’occasione per il gruppo di uscire dalla propria scatola fluida per costruire, passo per passo, una celebrazione collettiva e liberatoria che riunisce sentimenti ed esplode nel dj set delle Slipmode.
Bianca Felicori, insieme a Gabriele Leo e Grazia Mappa, provenienti dall’esperienza di Post Disaster Rooftops, hanno curato il palinsesto e hanno deciso che qui si fa politica: scandita dalle poesie dimenticate del progetto Murmur, la costruzione di un muro si fa spartito nella performance di Claudio Larena, mentre Camilla Montesi si esibisce armandosi dei tools che proteggono il corpo nel lavoro di tutti i giorni.
Ma è solo con Mourn Baby Mourn, performance della main guest della serata Katerina Andreou, che il lamento liberatorio, di sofferenza e di lutto si farà esplicito come strumento necessario e collettivo.

La mappatura non si ferma qui. L’altro gruppo invitato in questa esplorazione corale che trasformerà l’11 luglio il Pirelli HangarBicocca in un territorio sperimentale, è Milano Mediterranea. Il progetto itinerante che da Giambellino sviluppa dinamiche sociali diffuse nel territorio, tenta di ricucire un linguaggio artistico comune. Come una nuova stella polare, il movimento si propone di connettere le genti diasporiche arrivate in Italia dal Mediterraneo con una comunità internazionale che, intorno al mondo, cerca ancora un proprio posto nello spazio e nel tempo. Già al loro festival biennale, il Twiza, avevamo avuto modo di cogliere la preziosa tendenza di queste occasioni a generare nuove regole nel grande gioco della città, abbattendo la distanza tra politiche culturali e linguistiche che a Milano spesso non trovano posto.

Questo è il «decennio del fuggitivo», dice Bayo Akomolafe, pensatore nigeriano che ha posto le basi teoriche di Milano Mediterranea, il cui “strano cammino” inizia proprio dalla ricerca di spazi di ibridazione, di luoghi di negoziazione dove tutti noi abitiamo il contemporaneoAl Re-mapped Summer Festival, Milano Mediterranea si prefigge proprio questo scopo: scardinare il binario tra oriente e occidente in una celebrazione dello spazio dove, nonostante i conflitti, le crisi politiche e la catastrofe climatica, si prova a rintracciare, con lo strumento del rito, nuovi spazi di riconfigurazione collettiva. In questa seconda serata carnascialesca non verremo solo trasportati tra le nuove geografie indigene dall’ascolto di Ismael Condoii e Noura Tafeche o dall’assolo diffuso di Seifeddine Manai, ma verremo coinvolti in prima persona, prima di lasciarci andare tra le note dell’esotica selezione di vinili di Ghoula. La dimensione collettiva di partecipazione che capovolge ruoli e aspettative, ci farà tessere uno stendardo d’intenti in un workshop che Soukaina Abrour ha organizzato con il collettivo Serpica Naro, e ci farà ballare nella performance di Bassam Abou Diab. Il coreografo libanese trasformerà la danza in politica, o forse la politica in danza, riportando i gesti simbolici e rivoluzionari della Primavera Araba in un disequilibrante incontro tra musica e canto.

Insomma, in queste due serate di Re-mapped Summer Festival ci sposteremo, tra il dramma e la festa, in una coreografia non casuale. Impareremo a memoria luoghi, strade, canti, in parte immaginati e in parte no, perché alla fine dei conti la nostalgia è nel cammino e la nostra casa è nella via. Occorre dunque ri-mapparla. Non perdetevelo.