Dopo i recenti tragici fatti di cronaca in Piazza XX Settembre, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, oltre a chiedere più forze dell’ordine per rendere sicura l’area, ha promesso un maggior numero di iniziative culturali.
Quella di utilizzare la cultura come strumento per tenere lontana la criminalità o “contro il degrado” è una ricetta che tuttavia, oltre a investire gli operatori culturali di responsabilità che non spesso non possono assumersi, ha effetti limitati e legati alla stagionalità – vedi Zona Universitaria o Montagnola.
Certo, non c’è alcun dubbio che una piazza vissuta sia preferibile a una utilizzata esclusivamente come luogo di passaggio (quale oggi è Piazza XX Settembre). Volendo però considerare la cultura come presidio anche in termini di sicurezza, al di là degli eventi estemporanei o delle solite proposte di occupare il suolo pubblico con vari tipi di strutture, forse avrebbe più senso concentrarsi sullo sviluppo di spazi culturali stabili, tenendo conto che quell’area, ormai da troppo tempo, vede la presenza quasi esclusiva di attività commerciali.
Le possibilità, come vedremo qui di seguito, ci sono.
CASSERO DI PORTA GALLIERA
Le stanze del Cassero di Porta Galliera sono la sede dell’Associazione Interculturale Universo, formata da volontarie e volontari stranieri e italiani che operano per l’inclusione dei migranti a Bologna. L’associazione si occupa di alfabetizzazione linguistica e informatica, cittadinanza attiva, ha uno sportello di ascolto e antidiscriminazione e organizza incontri, workshop, concerti, proiezioni ed eventi. Viste le provenienze miste delle persone che attraversano Piazza XX Settembre, chi meglio dell’Associazione Universo può dare un contributo per la mediazione culturale?
STAZIONE CENTRALE
Le stazioni ferroviarie non sono mai state luoghi molto piacevoli e anche la nostra non fa eccezione, soprattuto nella parte dell’Alta Velocità, nata con gravi difetti di progettazione. Quello che non manca però è lo spazio. L’idea iniziale – come per altre grandi stazioni – era farla diventare una sorta di centro commerciale, ma il progetto al momento è fallito e sono ancora molti i vuoti. Il Sindaco, non molto tempo fa, aveva dichiarato la sua volontà di insistere con FS per avere una Stazione “degna di Bologna”: e se invece dei negozi, si provasse a convincere le Ferrovie ad affidare in comodato gratuito parte dei locali vacanti a soggetti capaci di far vivere la stazione in modo diverso? Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente, ma sarebbe un bel cambio di tendenza.
C’è poi un altro problema enorme: di notte la sala d’attesa è chiusa e l’ambiente diventa respingente per chiunque volesse sostare. L’esperienza raccontata da Christian Raimo un anno fa descrive bene qual è la situazione. Non si può parlare di sicurezza, senza tenerne conto.
I locali all’angolo tra il viale e Ponte Matteotti dovrebbero, invece, diventare il Polo della Memoria democratica, ovvero – si legge in una nota del Comune – “un punto di riferimento e di riflessione sulla storia contemporanea e sul tempo presente […] con info point, biblioteca e sala consultazione, main stage, mostra permanente, auditorium, spazi incontro, spazi didattica, ecc”. L’investimento è di oltre 20milioni di euro, finanziati con fondi PNRR nell’ambito del progetto della Città della Conoscenza. Al momento però tutto è fermo e la fine dei lavori – come previsto per tutti i progetti del PNRR – deve avvenire entro il 2026. Ogni giorno che passa, quindi, il progetto rischia di saltare e anche lì avremmo un grande contenitore vuoto. Pensiamo a un piano B che non sia un altro museo?
AUTOSTAZIONE
Possiamo dire che, almeno nell’ultimo decennio, gli unici momenti di godibilità dell’autostazione hanno coinciso con quei pochi eventi e feste che ci sono stati (vedi la vecchia SetUp Contemporary Art Fair). Nel progetto del restyling che dovrebbe terminare nel 2026, invece, ci sono solo attività commerciali “scaccia degrado”, a partire da un supermercato Conad e poi servizi di ristorazione e una parafarmacia. L’operazione è finanziata dal Comune con un prestito fruttifero di 7,5 milioni di euro alla Società Autostazione: un margine per imporre alcune scelte diverse da quelle commerciali, quindi, ci sarebbe.
CINEMA CAPITOL
Lo storico multisala di via Milazzo 1 è abbandonato dal 2017 quando il gestore Alessandro Morandi Berselli, per conto di Cine Servizi, ne annunciò la chiusura per ristrutturazione e il passaggio a un nuovo soggetto che avrebbe dovuto conservare una porzione di cinema aggiungendo dei negozi.
Tenendo fede alla norma salva-cinema contenuta nel Regolamento urbanistico edilizio, nel 2019 il Comune diede il via libera per la riqualificazione con una convenzione ventennale che impegnava la nuova società affittuaria Capri srl, a mantenere due sale di proiezione, accanto a un’attività di somministrazione di alimenti e bevande e a un’attività commerciale nel campo dell’abbigliamento e degli accessori. Era anche quella una deroga al cosiddetto Decreto Unesco perché – si leggeva – “riapre al pubblico un esercizio cinematografico in una zona dove manca, per ora, un punto di aggregazione per i giovani”. Ma tutto si bloccò perché mantenere due sale aperte non era considerato conveniente.
L’ultima notizia risale a giugno scorso. Come riporta Il Resto del Carlino, sarebbe, infatti, pronto un nuovo progetto per farne una grande palestra, la Virgin Active, aperta dalla mattina fino alla sera a mezzanotte. Il Comune però parrebbe intenzionato a rispettare la destinazione culturale del sito.
VELOSTAZIONE
A dicembre 2021 la Velostazione di via Indipendenza 71/L, gestita da Salvaiciclisti Bologna con la cooperativa Dynamo e altre realtà, ha improvvisamente abbassato le serrande. Sembrava una cosa temporanea, legata ai ritardi di un cantiere infinito, poi non se n’è saputo più nulla. L’associazione nel 2020 si era, infatti, aggiudicata lo spazio di Via Indipendenza per altri nove anni a seguito di un bando per l’assegnazione gratuita. Il progetto, oltre alla Velostazione, consisteva nel far diventare Dynamo un centro culturale per la lotta al cambiamento climatico con servizi di prossimità e attenzione alle fasce più fragili.
Nel frattempo, comunque, i lavori sono andati avanti e il cantiere ha dotato gli ambienti di un impianto di riscaldamento e ha reso possibile l’utilizzo dello spazio su più piani.
L’altro partner principale del nuovo progetto, insieme a Salvaciclisti, era Piazza Grande, che poi però si è sfilata. Sembrava tutto pronto per la riapertura nell’estate 2024, ma ci sono stati ulteriori ritardi. Vedremo.
PORTICO DEL PINCIO
Sotto il cosiddetto Portico del Pincio, in via Indipendenza, i locali dei civici 71/C-D-E e 71/F-G-H (un tempo Spazio Tripla) appartengono al Comune e sono stati messi a bando, con scadenza il 31 luglio scorso. Il primo per farci un negozio, il secondo per spazio espositivo. Base di gara per il canone di concessione annuale: 8.700 euro. Alla gara ha partecipato la persona che aveva già in concessione lo spazio, ovvero il titolare di un negozio d’abbigliamento, che molto probabilmente continuerà – in maniera del tutto legittima – a tenere vuota la parte che dovrebbe essere adibita a spazio espositivo. Ed è un peccato.