Con la programmazione estiva Multiple Canvases, il cinema di Prada riconquista letteralmente tutta la corte della Fondazione. Si parla infatti di far scivolare via le pareti del cinema, l’edificio centrale sui cui lati specchianti ci siamo fatti tutti almeno un selfie, scoprendo la vellutata sala di Rem Koolhaas, in un gioco di vedo non vedo molto attraente. Lasciato cadere il velo della timidezza, i titoli in cartellone assicurano una programmazione di ricerca: film non facili che non colano tra le dita languidamente, ma a cui bisogna abbandonarsi con sudata consapevolezza.
L’idea alla base della programmazione è stata quella di affidare la selezione delle pellicole agli artisti in mostra, tra Milano e Venezia. Le prime cinque, scelte da Betye Saar, Simon Fujiwara e Goshka Macuga, ci lasciano scorgere alcuni riflessi che caratterizzano il lavoro degli artisti e, al tempo stesso, aprono uno spiraglio sulla loro intimità, come se ci permettessero di sbirciare qualcosa di privato. La selezione è affascinante, le storie intense, passionali e fantastiche. Film storici dalle atmosfere eteree che, inseriti in un contesto di calda aria estiva serale, fanno salire un sapore intrigante.
Dal 2 al 24 luglio:
. Orphée noir (1959) di Marcel Camus (selezionato da Betye Saar);
. Bara no Soretsu – Funeral Parade of Roses (1969) di Toshio Matsumoto e Nippon Sengoshi – Madamu Onboro No Seikatsu – History of Postwar Japan as Told by a Bar Hostess (1970) di Shohei Imamura (selezionati da Simon Fujiwara);
. Nostalgia de la luz (2016) di Patricio Guzmán e Sayat Nova / Nran Guyne – Il colore del melograno (1966) di Sergej Paradžanov (selezionati da Goshka Macuga).
Ma la programmazione si estende fino al 25 settembre con nuove atmosfere.