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Rinascita d’essai

Tra rassegne diffuse, progetti dal basso e grandi retrospettive il cinema d'autore è protagonista dell'estate veneziana

Written by Federico Abate il 20 July 2020
Aggiornato il 22 July 2020

Dans La Ville Blanche

In questi mesi incerti, mentre il mondo della cultura fatica a ripartire, il cinema continua a rappresentare un faro che ci guida e ci dà forza. Che sia in un campo, in una sala, in un piccolo giardino o su un grande pontone galleggiante, quell’etereo cono di luce proiettato su uno schermo accompagna i nostri sguardi offuscati e intimoriti verso un porto sicuro di abbaglianti mondi in movimento. Ci emoziona, ci spinge a riflettere, ci eleva dalle contingenze: e se “resistere” significa anche mettere in ordine i pensieri per andare avanti, non c’è dubbio che a Venezia la stagione estiva di cinema d’essai sia l’emblema di una città che resiste.

La nostra città negli anni ha stretto con la settima arte un profondo legame che sublima i grandi eventi della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, le sue passerelle, le maratone, gli eventi mondani, innervandosi profondamente nel tessuto sociale e culturale. Per tutto l’anno Venezia è una città di cinema: praticato, vissuto, studiato, girato, celebrato. Il calendario degli eventi d’essai in città è scandito dai numerosi festival, che si stanno imponendo come protagonisti di questa estate post-lockdown. Alcuni sono già in itinere altri partiranno a breve, brevissimo.  Il Video Concorso Francesco Pasinetti – Festival del micrometraggio e cortometraggio a Venezia, focalizzato sulle espressioni del genere documentario nella città lagunare, ha programmato le proiezioni dei propri film vincitori al 22 e 23 luglio (il primo giorno l’Hotel Aquarius e il secondo alla Videoteca Pasinetti, che organizza il concorso).

Un’altra importante novità di quest’anno è la rassegna “Classici fuori Mostra”, proposta dalla Biennale: la prima edizione di un Festival del cinema restaurato che dal 24 luglio al 30 agosto proporrà nell’arena allestita ai Giardini della Biennale dodici capolavori del passato in versione originale sottotitolata, selezionati tra le migliori e più recenti operazioni di restauro. Si inizia con Don’t Look Now (A Venezia… un dicembre rosso shocking, 1973) di Nicolas Roeg, presentato da Luca Guadagnino, e seguiranno cult del calibro di Alien (1979) di Ridley Scott, Miracolo a Milano (1951) di Vittorio de Sica e The Go-Between (Messaggero d’amore, 1971) di Joseph Losey. Una seconda edizione dell’iniziativa riproporrà verso fine anno i film in programma al festival Il Cinema Ritrovato di Bologna (che quest’anno ospita eccezionalmente la sezione “Venezia Classici” della Mostra del Cinema).

Il proiettore! (per gentile concessione di Cineclub Venezia)

Già da settimane ad essere in prima linea (e ad allietare le nostre serate) sono soprattutto piccole associazioni e realtà indipendenti.  La rassegna diffusa “A Brighter Summer Day”, organizzata da ICINE – Magazzino del Cinema, è un pas de quatre d’eccezione. Quattro suggestive location ospitano in parallelo, per tutto il mese di luglio, altrettanti percorsi nella settima arte. Mentre “alle” Awai si indagano i “sentieri interrotti e ripresi per la costituzione di una cartografia del viaggio al cinema”, Fujiyama – Tea Room Beatrice propone una disamina del cinema postcoloniale, “tra rivolta, documentazione e rielaborazione”; al contempo, lo sguardo selettivo della retrospettiva completa su Shirley Clarke (accompagnata ad una mostra fotografica) ospitata in casa all’ex magazzino del caffè è un bel contrappunto alla panoramica sul documentario italiano “La realtà colta in flagrante” ospitata dal Cinema Teatro Kolbe di Mestre. Sempre Awai ospita ogni domenica, fino al 2 agosto, la rassegna Walk-in, promossa dal Cineclub Venezia, un ciclo di proiezioni domenicali associate alla rassegna musicale “I cinque soli” .

Spettatori durante una delle proiezioni di Walk-in alle Awai.

Altro progetto in cantiere per questa estate è il Cinema Barch-in,  dal 28 luglio al 1 agosto, un originale drive-in adattato alla peculiarità del contesto veneziano, in cui la strada cede il posto al canale e l’automobile al barchino. La proiezione avrà luogo nel bacino interno dell’Arsenale, e vi si assiste dalle proprie imbarcazioni private. La trasmissione dell’audio dovrebbe avvenire via streaming con un’app dedicata o tramite cuffie individuali. Sono queste le modalità contemplate dalla proposta ad opera degli architetti Nicola Scopelliti, Silvia Rasia, Caterina Groli e Luisa Valletti. Sappiamo che sta per andare in… porto e vi terremo aggiornati.

Drive in per contesto lagunare

Oggi, quindi, di fronte alla minaccia dell’inaridimento culturale post-lockdown, una nuova resistenza d’essai nasce spontanea nel fronte associazionistico veneziano. Dopo mesi di incertezza e sconforto, la speranza in un’estate più serena (evocata in quel brighter della rassegna proposta da Icine come citazione dell’omonimo capolavoro del regista taiwanese Edward Yang) diventa lo sfondo per tanti propositi condivisi: dal senso di continuità con la tradizione veneziana delle proiezioni estive all’aperto alla necessità di riallacciare rapporti sociali genuini contrastando la tendenza all’autoisolamento, dal sentito legame con il tessuto urbano alla voglia di fare gruppo per superare le difficoltà comuni. Sono questi i temi che pervadono anche i progetti della neofondata Rete Cinema in Laguna, un network di associazioni che si sta adoperando per organizzare una proiezione estiva in Campo Junghans alla Giudecca. La rete, formata da Ginko Film, Venice Calls, Cineclub Venezia, La Maison du Capitan Bragadin, ICINE – Magazzino del Cinema e FEMS du Cinéma, vuole dedicare la serata a Il terrorista (1965) di Gianfranco de Bosio. La pellicola, che parla non casualmente di resistenza partigiana, è stata girata anche in Campo Junghans e contribuirà perciò a nobilitare e rifunzionalizzare lo spazio, finora decentralizzato rispetto alla vita culturale dell’isola.

Campo Junghans con schizzo

L’attivismo cinematografico veneziano anima il presente, disegna il futuro e viene da molto lontano. A partire dall’attività breve ma intensa del Cineclub che Francesco Pasinetti, grande critico e regista, inaugurò proprio nell’anno della prima edizione della Mostra del Cinema, il 1932. L’ideale eredità di quella prima esperienza militante sarà raccolta dal Circolo del Cinema che da Pasinetti prenderà il nome, fondato da Gianni Milner e Gianluigi Polidoro nel 1949 e sopravvissuto fino al 1963. Le rassegne del Circolo erano frequentate da giovani universitari, artisti e intellettuali di sinistra (tra cui Emilio Vedova, Tinto Brass, un giovane Hugo Pratt) e si facevano manifesto di un’orgogliosa resistenza culturale alla censura e alle tendenze ideologiche dominanti, oltre che alle difficoltà economiche che apparivano inevitabili per una piccola realtà autofinanziata. Un attivismo di resistenza e di passione che connotò, allo stesso modo, anche le Giornate del cinema italiano organizzate dall’Associazione Autori Cinematografici Italiani e svoltesi in aperta polemica con la Mostra del Cinema durante le edizioni del 1972 e del 1973.

Ma “resistenza” significa anche sostegno alle comunità locali diffuse nel territorio. Mentre da fine giugno è ripartita timidamente la programmazione del Circuito Cinema comunale, Cinemoving porta il cinema sotto casa nelle piazze dei paesi, terraferma compresa, da luglio a settembre. L’iniziativa del Comune di Venezia ormai giunta alla sua terza edizione prevede 16 proiezioni in Campo San Polo e 74 serate diffuse tra Mestre, Favaro, Dese, Malcontenta, Campalto, Chirignago, Zelarino, Gazzera, Lido, Pellestrina, Murano e Burano. E mentre l’offerta di Cinemoving è più orientata ai grandi successi e ai film per tutta la famiglia, CineMira (21 luglio – 10 settembre), ciclo di proiezioni all’aperto in varie località del territorio mirese, risponde anche agli interessi dei cinefili.

Al termine dell’estate ci aspetta infine la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ma anche le rassegne ad essa parallele delle Giornate degli Autori e di Isola Edipo. Il Ca’ Foscari Short Film Festival, che premia i migliori lavori prodotti nell’ultimo anno nelle scuole di cinema di tutto il mondo, non ha potuto tenersi a marzo ed è ancora in attesa di una riprogrammazione. Sono invece previste per settembre la nuova stagione del Teatrino di Palazzo Grassi, la quarta edizione del Leofanti Film Festival e la terza edizione del Caorle Independent Film Festival, dedicato alle web series e al cinema indipendente. A proposito di cinema indipendente, bhè dulcis in fundo, non si può dimenticare che questo weekend parte il Lago Film Festival, sedicesima edizione, tra le verdi colline della pedemontana trevigiana. Dato che la sezione “Sconfini” della Mostra del Cinema, nata per dare spazio alle opere indipendenti, quest’anno non avrà luogo al fine di garantire un maggior numero di repliche dei film delle sezioni principali, la rilevanza culturale di queste iniziative è ancora più evidente ed essenziale. Ci vediamo in platea.