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SPRINT 2025 e a tutto quello che ci gravita intorno

Libri, toner, party: una guida pratica

Written by Ritamorena Zotti il 13 November 2025

BILLBOARD_Estratto da Irelundi prima della tempesta SCURO - Noura Tafeche

A fine novembre, Milano si raccoglie in due poli: Spazio Maiocchi e Atrium Durazzi. In mezzo scorre la galassia SPRINT – INDEPENDENT PUBLISHERS & ARTISTS’ BOOKS SALON.

La fiera vera e propria che ormai tutte amiamo, si tiene il 28–29–30 novembre, ma serpeggia per più di un mese, dall’8 novembre al 15 dicembre, con workshop, talk e visite che preparano e prolungano il suo ritmo.

Un passaggio di stato tra editoria indipendente, performance, talk e micro comunità che si riconoscono in un attimo: gente che vive tra fotocopiatrici, carta, toner e teoria. Ecco la nostra overview.

Venerdì 28 novembre è l’ingresso nel vortice. Da Atrium Durazzi (Via Rosolino Pilo 14) trovi la proiezione di The future… is just like you imagined, anteprima italiana del corto dell’artista slovena Sara Bezovšek, un collage frenetico di immaginari digitali e futuri distorti, insieme all’inaugurazione della sezione di rarità dell’Art Book Fair e della mostra The Matrix #2 dedicata a progetti risograph. Poco dopo ti sposti a piedi verso Spazio Maiocchi (Via Achille Maiocchi 5/7): qui Sergej Vutuc mette in cortocircuito una chitarra elettrica con delle fotocopiatrici, generando una fanzine live a partire dal suono, una performance che sembra un rituale meccanico, una jam tra elettricità e carta.

Sempre quella sera si inaugurano le mostre: Global Tools, una costellazione di normografi e strumenti analogici che tornano ad avere un valore tattile e concettuale; The Word for World – Le mappe di Ursula K. Le Guin, dove le cartografie immaginarie dell’autrice diventano narrazione; The Most Beautiful Swiss Books, la selezione dei libri premiati dalla Confederazione svizzera; e il billboard di Noura Tafeche, che trasforma le estetiche e le tensioni delle microculture online in immagine pubblica.

Il 29 mattina lo passi entrando nella Art Book Fair: dalle undici alle ventuno Maiocchi diventa un labirinto di tavoli, copertine serigrafate, libri autoprodotti e micro–tirature. Sono presenti oltre 130 realtà editoriali da 31 paesi, disposte in un percorso che ti fa zigzagare tra i tavoli dall’ingresso all’uscita: entri per guardare, esci con qualcosa sotto il braccio. Attraversi gli stand, ti perdi, ti riprometti di non comprare niente e cinque minuti dopo hai una nuova fanzine nella tote bag. Ad Atrium Durazzi, in contemporanea, la sezione Rarità e Collezionismo Trasversale mette in fila edizioni introvabili, prove di stampa e pezzi unici che sembrano uscire direttamente da un archivio clandestino. I talk iniziano alle due del pomeriggio e funzionano come porte: Gennaro Ascione racconta la Napoli postcoloniale attraverso il dancefloor; Sara Colantuono e Leopoldina Fortunati parlano di lavoro sessuato e rivoluzione clitoridea, una lente per analizzare le infrastrutture sociali: da dove passa il potere e chi lo sposta. Sarah Shin apre le mappe immaginarie della Le Guin e Alessandro Ludovico riattiva l’ipotesi di una vita post-digitale della stampa. Nel mezzo scopri che SPRINT include anche un premio: SURPRIZE, che assegna mille euro a un editore il cui progetto verrà pubblicato nel 2026; e poi c’è la campagna gratta e vinci dell’anno, che regala piccole (e grandi) sorprese a chi sceglie di sostenere la fiera. All’ingresso c’è chi vende i gratta e vinci con un’aria enigmatica, invitandoti a tentare la sorte: in palio ci sono 20 premi divisi in tre formati, da poche edizioni selezionate alle tote bag piene di libri, fino a un pezzo unico donato dall’artista Jeffrey Cheung.

La sera, l’unico posto dove devi essere è il Fundraising Party di SPRINT (qui i biglietti), curato dal collettivo queer transfemminista TOMBOYS DON’T CRY: REBS, KELLY B, ALIENI e ANDREA KARINA (Malandre Zine, Parigi) in consolle, ingresso dalle ventitré alle quattro del mattino, Dropcity in Via Giovanni Battista Sammartini 56. È il modo concreto per sostenere SPRINT: balli e permetti che l’ingresso resti gratuito in fiera. 

La domenica è il giorno della riconquista: torni negli stand a ripescare i libri che ieri hai finto di “lasciare lì per pensarci”. Ad Atrium Durazzi ti aspetta ancora una piccola sezione di fiera dove tornare a scovare rarità e micro–tirature e continuano i talk: Michele Galluzzo e Roberto Dulio passano dal Bauhaus al nostro presente come se fosse la stessa traiettoria, Gabber Eleganza presenta Manga Corps, un archivio di materiali rave giapponesi tra anni Novanta e Duemila, poi si parla di culture Latinx post–club con Malandre Zine e la fondatrice Andrea Karina e si chiude con Noemi Biasetton che seziona la tempesta permanente tra politica, design e informazioni nel suo progetto Superstorm.

Fuori dagli spazi principali, SPRINT infila una serie di deviazioni spazio-temporali: il 15 novembre c’è un laboratorio di ascolto guidato dal pianoforte in una location segreta, che verrà svelata solo a chi si iscrive tramite il link di registrazione; il 16 novembre, da Galattica, proiezioni e talk dedicati a Mirafiori e alla cultura operaia; il 22 novembre, nello studio di Lucie Page in Via Giuseppe Giusti, si entra nel mondo del restauro della carta; il 23 novembre, la stessa Galattica ospita un workshop di legatoria artistica. Quando pensi che sia finita, non è finita: il 1 dicembre c’è uno studio visit da Compulsive Archive con Vutuc e dal 2 al 15 dicembre i Most Beautiful Swiss Books approdano da Ten Thousand Feet (Via Filippino Lippi 10) per essere sfogliati in consultazione.

Tra un padiglione e l’altro, la domanda cruciale diventa: dove si mangia?
Ristorante Pasticceria Ward (Via Federico Ozanam 7) per i falafel migliori di Milano; Balay (Via Achille Maiocchi 26) se vuoi restare letteralmente dietro l’angolo della fiera; Bene Bene Bar (Via Giovanni Battista Morgagni 31) per un bicchiere e una pausa; Consorzio Stoppani (Via Antonio Stoppani 15) se cerchi una cena sincera e senza posa; Poporoya (Via Bartolomeo Eustachi 17), istituzione per il sushi milanese; Deposito Enoteca (Via Felice Casati 1) se vuoi bere bene e mangiare il giusto prima di tornare verso i libri.

Hai libri nuovi, contatti salvati e qualcosa da fare domani. Fine della fiera.
Il resto ti aspetta a casa, sulla scrivania.