Il Piper vuole essere un locale flessibile, trasformabile, adatto a diversi usi: ballo, teatro, cinema, mostre, riunioni eccetera. Attraverso una tenda di plastica metallizzata e comandata con cellule fotoelettriche si accede alla scala di ingresso, collocata in un “tubo” rivestito di laminato di polivinile su supporto di cotone. Il visitatore, scendendo le scale, provoca con i suoi gesti un effetto sonoro. Quaranta piste registrate, muovendosi a comando in un’alternanza quasi infinita di combinazioni, mescolano effetti di cronaca, musica elettronica, lettura di testi, discorsi di personalità eccetera. Il tutto è stato ideato e registrato da Sergio Liberovici. Il soppalco che collega a ponte le due parti estreme del locale dà accesso alle cabine regia: una per le luci e i suoni, l’altra per gli spettacoli di proiezioni. I piani del pavimento sono trasformabili attraverso un sistema di parallelepipedi mobili che permettono di creare soppalchi per l’orchestra, piste da ballo sopraelevate, palcoscenici centrali. Il soffitto è attraversato da cinque rotaie tipo “Blindo-trolley”, ciascuna munita di attacchi per microfoni, altoparlanti, luci e apparecchi per proiezioni (diapositive e film). Nella rotaia centrale scorre a comando, percorrendo la sala in senso longitudinale, una “macchina luminosa” progettata da Bruno Munari, che proietta sulle pareti effetti luminosi diversi. La distribuzione delle bevande avviene a mezzo di macchine distributrici incassate in apposite nicchie, e attraverso un percorso bar tipo self-service. Su tutto il perimetro corrono rotaie a diversa altezza, a cui può essere appeso qualsiasi tipo di oggetto (quadri, sculture, vetrine per la pubblicità).
Di seguito alcune immagini in anteprima di quello che vedrete al talk Radical Clubbbing dove insieme all’architetto Piero Derossi approfondiremo meglio la progettazione del locale e il tema dell’evasione.
Testo e immagini su gentile concessione dello studio Derossi Associati.