TRoK!
Da 13 anni TRoK! organizza concerti all’insegna di musiche che tirano un po’ più su la levetta del volume e dell’esplorazione. Uno spettro itinerante, che però nasce e cresce tra le mura della Cascina Autogestita Torchiera. Oggi si muove tra spazi e contesti differenti, sempre con le maschere di Luca Ciffo (se non è in tour) e Filip J Cauz.
L’Alleanza Galattica non è una cosa che si forma per convocazione. Ci sono le truppe dell’Impero che avanzano e ci sono i singoli pianeti che resistono come possono, ogni giorno. Sembra Star Wars, invece è Milano, capitale dell’Impero, che qui spadroneggia da tempo e che negli ultimi anni sembra aver raggiunto l’acme del proprio potere, tanto da aver scelto la città per celebrare la sua dominazione assoluta con un evento di sei mesi, il cui fetore ancora ammorba l’aria. La galassia-Milano però è ancora piena di piccoli pianeti che, a modo loro, resistono. Nuclei microscopici di diverse età, gente che si rimbocca maniche e fegato e passa costantemente all’azione, anche se il pubblico non c’è, anche se non comparirà mai negli articoli di costume e ancora meno – orrore – sulle pagine dei giornali patinati che raccontano l’underground. TRoK! organizza concerti di musiche improvvise e improvvisate dall’anno 2004, lo fa con spirito utopico più che resistenziale, con la coscienza di poter costruire ogni giorno un mondo migliore per i nostri timpani. Lo fa cercando da sempre di aprire porte ad alleanze più o meno galattiche, intessendo esperienze di rete e collaborazione tra i bassifondi della metropoli, volte a suddividere sbattimenti e moltiplicare gioie, ad allargare lo sguardo su panorami più vasti, a saldare legami e intensificare le spinte, secondo il classico schema del branco di pesciolini che messi insieme si mangiano lo squalo. Immagine poco fantascientifica quest’ultima, ok, ma dannatamente reale. TRoK! entra in Zuma così, mettendoci pinne, branchie e sogni. Che duri per tre giorni o per un’era spaziale cambia poco, viviamo in un’epoca in cui è difficile permettersi il futuro, ma è dannatamente divertente giocarsi il presente, incartocciarlo e ribaltarlo, gettarsi in una sovversione che magari non abbatterà l’Impero, ma sicuramente lo saprà ridicolizzare in tutta sua nudità, e farne una festa.