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Chef – Genuine Street Flavour

Due decadi di skate nella più famosa piazza di street skateboarding d’Italia: Duca d’Aosta in Stazione Centrale

quartiere Centrale

Written by Piergiorgio Caserini il 17 February 2022

Foto di Luca Grottoli

Chiunque, passando per Centrale, ha sentito il rumore dei trucks sul marmo e delle tavole sul flat della piazza. Gli skaters frequentano Piazza Duca d’Aosta da più di 20 anni e CHEF è una delle crew più longeve della zona. Cresciuti a pane e tricks in uno degli spot più celebri dello skateboarding mondiale, gli CHEF sono una specie di termometro sociale: le hanno viste tutte, ne hanno vissuto di trasformazioni, diventando non soltanto skaters di riferimento ma affilati nerd dell’urbanistica.

«Lo street skateboarding si sviluppa nella città e sulla città, la ribalta e la rivede da capo a piedi.»

Piazza Duca d’Aosta in Centrale è di certo celebre per la stazione ma sicuramente è un must per la community di skaters nel mondo. Voi di Chef siete lì da parecchio tempo, come ci siete arrivati?

Abbiamo fondato CHEF nel 2008 ma alcuni di noi frequenta la piazza da circa 25 anni.

Siamo un gruppo di amici che si ritrovava a skateare tutti i giorni in Centrale e in un modo molto naturale è scattata la voglia di essere qualche cosa in più che un gruppo di amici. Prima con un progetto video e successivamente con le tavole. Non avendo il supporto di uno skateshop e non riuscendo a trovare le tavole giuste (molto più difficile ai tempi), abbiamo deciso di supportarci da soli producendo quello che ci serviva. Quindi dopo l’amicizia, che è sempre la base di tutto, CHEF è nata anche da un’esigenza per avere il materiale fisico per skateare. Con il tempo abbiamo fatto diversi prodotti come magliette, anelli, giacche tecniche e altre cose che desideravamo ma che non trovavamo in giro.

Il nome è nato una sera mentre ascoltavamo i Wu Tang Clan e c’era un pezzo di Raekwon the Chef che continuava a ripetere the chef, the chef, the chef. Ci siamo guardati e abbiamo detto “è perfetto!”. Cercavamo un nome immediato, semplice e che ci rappresentasse anche a livello nazionale. Per noi lo Chef è quella figura che rappresenta tutto lo stile e gusto italiano e volevamo incorporarlo nella nostra filosofia di fare le cose. Il nome completo è CHEF – GENUINE STREET FLAVOUR ed è esattamente cosi che approcciamo tutto: cercando di rimanere autentici alla strada, da dove veniamo e fare le cose con gusto. Tutto questo è nato semplicemente skateando insieme in Centrale.

A guardarla da fuori, a guardare voi e i video sulla piazza, è impressionante perché sembra fatta apposta per Skateare.

Per divertirsi sulla tavola serve poco: Un buon muretto e una pavimentazione liscia.

La Centrale è un paradiso di marmo con tantissimi muretti di altezze diverse, passamani, ottimo flat, e spazio per muoversi. La piazza è talmente ampia che a volte nemmeno ti incontri tra amici. Tutto comodamente in centro città.

La cosa che fa ridere è che tutta Centrale sembra fatta meglio di quanto potrebbe fare qualche progettista di skatepark, è incredibile! Pensa anche alla Mela di Pistoletto. Può piacere o non piacere, ma per noi è un ostacolo in più che valorizziamo. Così come l’arco della Luce, anni fa che alla base aveva due rampe tanto perfette che parevano disegnate appositamente.

Di anno in anno cambia anche come viene vissuta la piazza. Anche in base alla manutenzione che fanno (e che facciamo) e al flusso delle persone. È una piazza in costante evoluzione. Pensa che all’epoca si skateava nella piazzetta di fronte e c’erano delle vere e proprie zone che erano off-limits per i nuovi arrivati. Se non eri abbastanza bravo, rischiavi di bloccare le linee degli skater più bravi e fermavi il flusso dell’intera piazza. Quindi c’erano degli step: se eri bravo potevi skateare in quella zona lì, altrimenti dovevi allenarti da un’altra parte e migliorare. Non si trattava di nonnismo, ma era per capire i tempi e gli spazi giusti della piazza. Se non eri capace era un segno di rispetto per gli altri togliersi di mezzo. Dovevi farti le ossa e quando venivi accettato era una figata.

Mi affascina questo vostro essere un po’ dei nerd dell’urbanistica: avete uno sguardo attento ad alcuni dettagli che altri non saprebbero cogliere.

Gli skaters in generale hanno un occhio particolare per vedere la città. Per dirti: noi riusciamo a riconoscere se uno spot si trova a Barcellona o a New York semplicemente perché abbiamo visto talmente tante foto e video che ormai conosciamo i materiali tipici di quella città. Sappiamo distinguere i tipi di cestini usati a Philadelphia o a Valencia. La Centrale ha un aspetto talmente iconico che basta vedere un piccolo angolo di un muretto e uno skater può capire di cosa si tratta. Lo skater guarda l’architettura, dalla piazza al palazzo, dall’asfalto ai materiali utilizzati per le panchine, insomma siamo davvero dei nerd dell’urbanistica. Sembriamo dei matti perché guardiamo costantemente queste cose. Anche nei film! “Guarda che bank! Guarda quel passamano: è perfetto!” 

Ti fai una cultura sui dettagli di una città e apprezzi cose che una persona normale non noterebbe neanche. Queste attenzioni sono il futuro degli skatepark. L’interazione con lo spazio pubblico, l’aprire un arredo e una piazza a diverse funzioni. Perché lo street skateboarding si sviluppa nella città e sulla città, la ribalta e la rivede da capo a piedi. C’è una reinterpretazione dello spazio.

La Centrale ha una nomea internazionale, com’è successo?

Ci sono stati tre momenti principali che hanno contribuito alla fama dello spot. Il primo era nel 2000 quando la rivista Transworld ha inserito delle riprese della Centrale nel video “Video Radio. Le produzioni Transworld erano tra le più seguite ai tempi, quindi già da li abbiamo visto un flusso maggiore di skaters che venivano da fuori. Il secondo boom è stato nel 2007 quando uscì il video Fully Flared del brand Lakai. Alcuni degli skater professionisti più famosi del mondo venivano spesso per filmare a Milano e in quegli anni i tempi di produzione per un video così epico erano lunghissimi, quindi skateando sempre in piazza, abbiamo visto in anteprima una rivoluzione nello skateboarding che il resto del mondo avrebbe visto solo anni dopo, quando il video è uscito.  Quel video era talmente atteso che quando uscì cambiò lo skateboarding da un giorno all’altro. Avevano filmato talmente tanti trick in Centrale che la cosa che tutti chiedevano a fine video era “ma che spot è quello?”.

Da lì è esplosa la fame della Centrale ed è rimasta così per almeno quattro o cinque anni, finché ci fù una chiusura per lavori di rinnovamento. Un momento veramente triste, da vedere i sabati con 70 persone, sino ad essere rimasti in cinque a skateare.

Il secondo boom è successo negli ultimi anni grazie ai social media e in particolare con lo skating incredibile di Jacopo Carozzi che ha alzato il livello e filmando spesso in Centrale, la piazza ha cominciato a tornare sulla bocca e nei desideri di tutti e ad oggi c’è sempre gente.

Posti paragonabili a Milano Centrale?

Love Park a Philadelphia è senza dubbio la piazza più famosa dello skateboarding. Ahimè non c’è più. Siamo pure andati là appositamente per skatearla prima che lo chiudessero. Freedom Plaza a Washington DC, Stalinplatz a Praga e Place de Republique a Parigi, che grazie all’intervento di un brand famoso è stata addirittura ristrutturata per includere arredi urbani pensati appositamente per lo skate. La cosa che accomuna tutti questi spot che hanno un’immagine molto forte e la Stazione Centrale non è da meno. È talmente iconica ed importante che anche noi l’abbiamo omaggiata con video, grafiche, magliette, tavole e tattoo.

Chi è che frequenta questa skate-plaza magnificamente progettata per sbaglio??

Ora c’è tutta una nuova generazione, possiamo contare una cinquantina di persone, che vengono fisse. Ultimamente c’è anche sempre gente da fuori: Parigi, Berlino, Svizzera… Vengono apposta per quello perché vedono i video sui social o su YouTube. Pensa che venti anni fa, ci scrivevano tutti per chiederci direttamente com’era la situazione. Oggi con Instagram ti basta dare un’occhiata a una stories e vedere chi c’è. Oltretutto è facilissima da trovare e raggiungere. Sembra, di nuovo, fatta apposta.

Ci sono stati dei periodi dove nei weekend facevi fatica a skateare, ci saranno state 200 persone. Incredibilmente pieno. Dal momento in cui ogni città ha cominciato ad avere il suo skatepark l’afflusso è diminuito, ma dall’estero continuano ad arrivare persone per filmare, per fare foto o semplicemente per vivere il vibe della piazza. Lo skateboarding in Centrale è sempre stato così: vieni e skatei, filmi un pò e poi ti rilassi a fine session.

Immagino abbiate avuto diversi contatti con personaggi celebri dello skate, no?

Decisamente. Gino Iannucci che è una leggenda vivente dello skateboarding ha skateato lì diverse volte. È lo skater preferito del tuo skater preferito. Sempre un po’ nascosto, nessuno sapeva mai dove fosse, e un giorno un amico va all’una di pomeriggio a skateare in Centrale da solo… e se lo trova lì. Ha skateato tutto il pomeriggio con questa leggenda. Anche lui è tornato più volte, fino a sentirsi a casa, con tanti altri skaters famosi. O artisti come Ben Harper, che è arrivato in Centrale con un nostro amico ed abbiamo fatto subito amicizia. Insomma, skateare in Centrale ci ha fatto conoscere persone, ci ha fatto innamorare di un luogo e ci ha fatto crescere assieme. Trovi un posto che è speciale prima per i muretti e poi per le persone e per le loro storie. Storie che diventano anche la tua.

È sempre stata così, dall’inizio?

Inizialmente era uno spot di passaggio. I primi erano un gruppo di amici che passavano da li di notte. Era una crew che arrivava da piazzetta Borromeo, vicino al Duomo, anche quello uno spot incredibile tra l’altro. Gianluca Mariani è stato uno dei primi a Milano che ha raccolto delle persone sotto un unico crew: SpaghettoChild. Fu tra i primi a riprendere lo skate in Duca d’Aosta, con il video No Rules. Ogni generazione ha la sua storia da raccontare e lo street skateboarding è sempre stata una costante di Centrale. Ad oggi lo skateboarding è quasi accettato in tutta la piazza, ma non è sempre stato così. All’inizio si combatteva (anche non in senso figurato) per ritagliarsi il proprio spazio all’interno di una piazza che è da sempre la triste protagonista di spaccio di droga, di furti e violenza. Tipo: nel 1998 dovevamo guardare per terra per evitare le siringhe. Poi ci fu un periodo in cui legavamo gli zaini agli alberi, altrimenti te li facevano sparire (che poi ti rubavano la maglietta sudata, insomma). Un giorno un inseguimento con sparatoria, un altro giorno un lancio di bottiglie con relativi accoltellamenti. Noi eravamo sempre li, con il sole e con la luna.

Insomma, siete delle sentinelle. Dei termometri sociali su tavola.

Esatto. Possiamo pure considerarci un po’ come dei termometri d’eventi, dei termometri sociali: quando succede qualcosa stai sicuro che in piazza Duca d’Aosta ci sarà un riflesso di quell’evento, e noi siamo dentro in un modo o nell’altro. Insomma come ogni stazione al mondo anche Centrale ha avuto i suoi momenti di disagio. Noi siamo lì per skateare, ma qualche volta ci siamo trovati in mezzo a situazioni incredibili. La turista a cui tentano di rubare lo zaino, per esempio, e noi cerchiamo di prevenirlo, rischiando grosso. Successe qualche volta che tirarono fuori coltelli, ma fortunatamente il tutto si è risolto senza gravi conseguenze. Il lato sinistro, ovvero verso l’hotel Gallia, è la nostra base. La gente che frequenta la Stazione sa che lì ci sono gli skaters. Cerchiamo di tenere la zona sicura per noi e per gli altri. Anche se uno skater passa veloce davanti ad una vecchietta e la spaventa, viene rimproverato e gli facciamo capire che questo spazio è di tutti e va rispettato come tale. Sentiamo che quell’area è un po’ casa nostra, la teniamo pulita, in ordine. Spesso veniamo visti come dei vandali che distruggono la piazza ma la realtà è che ci teniamo molto allo spot e vogliamo mantenerla più precisa possibile. Ci sono dei buchi per terra causati dai furgoni e dalle vibrazioni della metro che causano disagio non solo a noi che skateamo ma abbiamo visto anche diverse persone cadere o scavigliarsi in queste buche. Quindi a volte ci pensiamo noi a riparare i muretti e il pavimento quando serve.

Cos’è quindi per voi Piazza Duca d’Aosta?

È come una casa in mezzo ad una giungla. È essere sempre presente agli avvenimenti. Come ogni casa dopo un po’ di tempo che la frequenti comincia a perdere il suo valore. Abitudine, vicinanza… e soltanto quando te lo tolgono ne capisci il valore. Più o meno questo successe con Centrale quando chiusero la piazza per i rifacimenti. Non sapevamo più dove andare. Ora c’è un apprezzamento anche da parte dei più giovani, ma manca un pò l’aspetto di curare lo spot. Forse perché non l’hanno mai perso quindi è scontato che ci sia. Manca l’affezione ed il rispetto che va oltre il pensiero superficiale del tipo “che figo questo spot!”.

Come locals dobbiamo mantenere e curare la piazza come se fosse la propria casa. La Centrale ci ha dato tantissimo oltre allo skate: amicizia, ricordi, professioni, risate e anche pianti. Siamo cresciuti in questa piazza.

Fa parte del nostro DNA.