Questa settimana parliamo di patrimonio culturale e nuove tecnologie. Abbiamo incontrato Paolo Giulini, fondatore di Musement, startup innovativa che ha sviluppato una app per avvicinare la programmazione dei musei – e in generale dei luoghi di cultura – ai visitatori. Una finestra a portata di smartphone per non perdere nessuna mostra e scoprire luoghi meno noti a Milano e nel mondo.
Zero – Com’è nata l’idea di Musement?
Paolo Giulini – Siamo partiti dalla convinzione che mancasse un servizio chiaro e ben fatto che permettesse di scoprire cosa fare una volta arrivati alle destinazioni dei nostri viaggi. Chiunque di noi acquista già da tempo tutti i servizi collegati alle nostre esperienze di viaggio (voli, hotel, macchine in affitto, etc.) ma non è mai esistito un servizio che ci aiutasse a scoprire cosa fare e come occupare il tempo libero nelle città. Eppure queste sono le attività che permettono ai nostri viaggi di divenire davvero unici. La cultura, settore di cui mi occupo nello specifico, è stato il punto di partenza di tutto per diverse ragioni. Innanzitutto perché è la ragione primaria per cui occupiamo il tempo libero quando si viaggia. Inoltre per noi italiani era essenziale creare un servizio che permettesse di scoprire l’immensa offerta dal nostro patrimonio culturale in modo da fruirne con maggiore semplicità e chiarezza. Partendo dai beni più noti come il Colosseo o l’Ultima Cena di Leonardo, passando per quelli meno mainstream come le Isole Borromee sul Lago Maggiore, fino a scoprire realtà molto importanti, ma decisamente meno note come ad esempio La Vigna di Leonardo a Milano.
Qual è la vision del progetto? E da chi è composto il team?
Proprio qualche giorno fa abbiamo lanciato la nuova app e siamo diventati a tutti gli effetti una “travel companion”. Un servizio che vuole accompagnare alla scoperta delle più importanti città di tutto il mondo (non abbiamo alcun confine territoriale e siamo in sette lingue). Tutti i suggerimenti sono forniti da persone che vivono davvero nelle città e che mettono a disposizione preziose indicazioni su come occupare al meglio il proprio tempo libero in viaggio, per rendere ogni momento il migliore possibile. Oltre a noi quattro soci fondatori – Claudio Bellinzona, Paolo Giulini, Fabio Zecchini, Alessandro Petazzi – Musement è oggi composta da un team internazionale. Molti italiani (perché siamo bravissimi!) ai quali si sono aggiunte persone provenienti da 13 Paesi diversi, fra cui Stati Uniti, Francia, Venuezela, Madeira, Romania, Russia, Australia, Grecia. Si è creato un clima molto bello e produttivo. Milano è certamente un importante polo attrattivo per giovani provenienti da diverse parti del mondo e questa è stata per noi una bellissima sorpresa. La maggior parte di coloro che sono arrivati a Milano per lavorare con noi si trova davvero bene. Non ci ha stupito, ma è stata una piacevole conferma sentire come viene vissuta una città che noi milanesi spesso osserviamo con una certa miopia.
A chi si rivolge? Siete più a caccia di turisti o di chi abita la città tutti i giorni?
Certamente i turisti provenienti da tutto il mondo che per diverse ragioni (viaggio, intrattenimento, cultura, passioni diverse) si spostano e per i quali curiamo ogni dettaglio delle nostre offerte, per fargli trascorrere vacanze senza problemi, risparmiando e portando a casa ottimi ricordi. Ma Musement è stato fin dalla sua nascita anche un punto di riferimento per chi, vivendo nella propria città, desidera scoprire gli eventi più importanti del territorio. Una mostra, il cinema, la visita guidata ad un angolo sconosciuto o al castello mai visto da visitare nel fine settimana con la famiglia. O ancora organizzare una visita degustazione ad un cantina fuori città con degli amici o fare 18 buche di golf.
Come si inserisce Musement nel processo di innovazione del settore culturale e museale?
Proprio qualche mese fa mi hanno chiesto di fare parte dell’advisory board di un Osservatorio del Politecnico di Milano dedicato al tema dell’innovazione culturale. L’Osservatorio Digital Innovatione in Art & Culture ha l’obiettivo di mappare a che punto siamo in Italia, cosa dovrebbe accadere nel b/t e l’impatto benefico che potrebbe derivare dall’innovazione digitale sul settore culturale Italiano. Trovo la ricerca molto interessante, perché questo aspetto non è mai stato analizzato con la giusta attenzione in un paese come l’Italia dove le opportunità sono davvero molteplici. A conferma di ciò anche l’ultimo evento di Fondazione Cariplo “IC Innovazione Culturale”, del quale sono stato parte della giura. Le startup presenti in quell’occasione hanno dimostrato che ci sono modi molto differenti per partecipare con “innovazione” al settore e hanno portato una testimonianza del dinamismo italiano in questo ambito.
Musement all’interno di questo panorama ha avuto l’intuizione di lavorare per facilitare la visibilità e la fruizione di molte istituzioni culturali, sia sul pubblico estero che su quello italiano. Inoltre, dialogando con diverse istituzioni in tutto il mondo, abbiamo costantemente il polso di cosa accade e sappiamo riconoscere dove l’Italia si “comporta bene” e dove invece ci potrebbero essere dei margini di miglioramento. Anche per questa ragione sempre più spesso ci viene richiesto da distretti turistico-culturale italiani, un aiuto per riorganizzare la loro offerta e la loro proposta turistico-culturale online al fine di aumentare le performance di vendita e la loro visibilità.
Turismo e cultura, qual è la chiave per farli dialogare al meglio?
La cultura dialoga in modo naturale con il turismo e questo è in particolar modo vero in Italia. Musement cerca in Italia e non solo, di semplificare la comprensione della ricchezza turistica esistente sul territorio e rende i processi di fruizione e acquisto più semplici. La chiave è quindi certamente la sintesi nella presentazione dell’offerta, utilizzando i principali eventi e le principali eccellenze presenti come leve per far conoscere tutta l’offerta esistente.
Con la vostra App da quale città siete partiti?
Musement è sempre stato un servizio globale per un pubblico globale. Non siamo quindi partiti solo da una città e non solo dall’Italia. Abbiamo iniziato pubblicando le principali città Europee per poi gradualmente allargarci alle principali del mondo. Chiaramente, avendo la nostra sede principale a Milano ed essendo appena conclusosi un evento così importante come Expo 2015, abbiamo prestato molta attenzione alla nostra città e alla sua offerta.
E ora quali sono i luoghi che mappate?
Se intendi con l’app: food, cultura, intrattenimento, nightlife, attività con la famiglia, sport, perché tutto è importante quando si è in movimento e si desidera vivere a pieno una città, qualunque siano i tuoi gusti. Lo stesso vale con la versione desktop di Musement, ma chiaramente quando un cliente è comodamente seduto a casa e sta pianificando il suo viaggio con largo anticipo, è più semplice proporre e vendere anche tipologie di prodotti differenti in località anche più remote (visita in jeep sull’Etna, tour di Ouarzazate e del Deserto di Erfoud in Marocco, la scoperta del vino Australiano con un tour nella Hunter Valley e molto altro ancora).
Milano cosa offre a chi vuole sviluppare progetti per innovare la cultura?
In molti sentono che un settore strategico per l’Italia come quello della cultura ha bisogno di nuove idee ed energia per svilupparle, nella convinzione che questo possa portare beneficio al futuro sviluppo del sistema italiano. Anche per questa ragione, molte delle start-up che sono nate in questi anni hanno al loro centro direttamente o indirettamente aspetti legati alla cultura o al turismo culturale (beni culturali, design, vino ed eccellenze italiane, etc.). Il mondo delle startup italiane e dei maggiori fondi di venture capital che nelle stesse investono, hanno il loro epicentro italiano proprio a Milano.
Hai vinto il premio Ernst&Young per le startup, cosa vi ha portato?
Siamo molto grati ad E&Y per il premio. Certamente essere sul palco con molti campioni dell’impresa italiana ci riempie di orgoglio e gratifica molti degli sforzi che abbiamo fatto tutti in questi anni, ma allo stesso tempo è un grande carico di responsabilità perché sappiamo di dover confermare gli ottimi risultati raggiunti fino ad oggi.
In che zona di Milano si trova la vostra sede? E quali sono i luoghi che frequenti di più?
Gli uffici di Musement sono ad un passo da Piazzale Corvetto. Essendo padre di tre figli (due appena nati), la zona ed i luoghi che frequento di più sono fatalmente quelli in cui vivo, ma anche P.ta Venezia e i suoi dintorni.
Ci sono dei luoghi dove ti trovi meglio a lavorare con tuo portatile e un caffè?
Meglio l’ufficio e poi il treno. Ma subito a seguire senza dubbio il bar sotto casa, vero punto di riferimento del quartiere.
E tra i musei e luoghi di cultura, quali sono quelli in cui ti rechi più spesso?
Lavorandoci quotidianamente è difficile per me farti una lista, sono davvero troppi. Ma amando molto la fotografia, ti direi Palazzo della Ragione di Milano dove da tempo la programmazione è dedicata alla fotografia con alcune mostre davvero molto interessanti.
Cosa prevedi nel futuro di Milano?
Vedo e sento Milano molto frizzante e dinamica e con chiunque parli la sensazione è la stessa. Speriamo che questa tendenza non si arresti ma sia piuttosto l’inizio di un nuovo lungo periodo per la città.
E un buon proposito per il 2016?
Visto che stiamo parlando di Musement ti rispondo in questo modo: soddisfare e fare divertire sempre più i viaggiatori che si affideranno a noi nel bel mezzo dei loro viaggi o in fase di programmazione degli stessi.