Porta Venezia è uno strano crocevia in cui mondi diversi si incontrano dando vita alle mescolanze più insolite. Nava è una di queste, inutile ipotizzarne un’origine. Una strana creatura, un po’ genio della lampada, un po’ elfo, un po’ regina hi-tech. Nava è come l’acqua assume le sembianze di ciò che quel giorno la contiene, sia questo un’immagine o un ritmo, che diventano concrete fantasie grazie all’estro di Marco Servina e Matteo Strocchia. Con la sua musica ci spinge in un medio oriente tagliente e oscuro, pronti ad entrare?
Cominciamo dal principio, come nasce e come evolve NAVA?
Nava nasce nel momento in cui metto piede in Italia. È l’incontro tra le mie radici persiane e il mondo occidentale. Ogni qualvolta finisco fuori strada, ho come la sensazione che l’incanto prenda forma e mi trascina verso un nuovo pezzo.
Quando sei arrivata a Milano con la tua navicella spaziale sei atterrata direttamente tra i bastioni di Porta Venezia o hai scelto il quartiere per qualche motivo particolare?
Devo dire che è stata Porta Venezia ad aver scelto me. Mi ricordo che cercavo casa con i miei genitori tra mille agenzie e passeggiando per via Melzo ho visto l’annuncio della mia prima casa, è stato miracoloso!
Cosa trovi a Porta Venezia che non c'è altrove?
Porta Venezia non ti giudica mai! Ti fa solo “prendere bene” con la sua eccentricità.
Vieni da Teheran e ti sei trasferita a Milano a 17 anni, quanto è importante per te "sentirsi a casa"? Ha un legame con l'idea di "vivere il quartiere?"
Si assolutamente! Ho trovato casa e famiglia nel mio quartiere tra i ristoranti che mi nutrono perché sono pessimissima a cucinare, e i miei vicini di casa che sono diventati miei migliori amici! Infatti ora anche tanti dei miei amici sono venuti a vivere a Porta Venezia dopo tutto il mio hype :)
Pensi che il luogo da cui provieni o in cui vivi influisca sulla tua creatività?
Assolutamente si! Secondo me il mio progetto nasce proprio dall’unione del posto da cui provengo e quello dove vivo attualmente. Mi ispirano profondamente entrambi e in continuazione mi spingono a relazionarmi con cose sempre nuove.
Sonorità mediorientali e miscele elettroniche, cosa racconta di te la tua musica?
Secondo me la mia musica nasce dalla libertà d’ispirazione. Non mi sono mai posta limiti di genere o stile. Ho sempre seguito la mia “gut feeling” sia nella scrittura che nelle produzioni e il lato visivo.
Bloom il tuo ultimo EP è qualcosa di intimamente diverso rispetto ai lavori precedenti, come è avvenuta questa trasformazione?
È un periodo di grande rivoluzione, sono contenta di essere nel bene o nel mane l’artefice di tutte le mie scelte. Avevo esigenza di esplorare i lati diversi della mia persona, infatti BLOOM e un racconto visivo e sonoro di cinque “demoni” di cui mi sono liberata.
NAVA tra un anno, cosa è?
Ahaha secondo me non saperlo e la cosa più figa!
Ci sveli un segreto?
Come dice Arianna “you like my hair Gee thanks I bought it” beh ANCH’IO! Ahahah
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CREDITS PHOTO
Stylist: Ruxandra Virca
Make-up and Hair: Marco Servina e Matteo Strocchia