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Paynomindtous

Le storie dei due fondatori per celebrare i tre anni della piattaforma artistica

Written by Eric Fiorentino il 24 February 2020
Aggiornato il 26 February 2020

Alla fine del febbraio 2017, dopo poco più di un anno di attività come rivista online e media website, il progetto Paynomindtous ha incominciato a cambiare, organizzando una serie di eventi musicali curati dai fondatori della piattaforma artistica, Cristina e Andrea. Ora che sono passati tre anni, è giunta l’ora di raccontare quest’interessante storia, fatta di passione, cultura e costanza, ma soprattutto di musica.


Chi siete? Da dove venite? Cosa fate nella vita? Perché siete qui? Come vi siete conosciuti?

Ciao ragazz*, grazie mille per lo spazio concesso. Siamo Andrea e Cristina (ordine alfabetico), veniamo rispettivamente da Brescia e da un paesello sperduto delle Langhe, abbiamo 30 e 26 anni, ricercatore al PoliTO e neo-laureata all’Accademia Albertina. Ci siamo conosciuti prima url nell’estate del 2013, e poi irl durante Club to Club Festival a Torino qualche mese dopo. Viviamo insieme a Torino dalla fine del 2015, e siamo qui in rappresentanza di Paynomindtous che è sì una nostra creatura, ma in realtà anche un progetto più ampio che ha coinvolto, coinvolge e coinvolgerà tante altre persone.

Qual è il vostro background singolarmente? Com'è iniziata la tua avventura con la musica? Come vi siete avvicinati al mondo della musica elettronica e del clubbing?

Cristina: il mio background è quello di una teenager ribelle punk goth di paesello medio, con l’immancabile chitarra nella cameretta – che ovviamente non ho mai imparato ad usare. System of A Down, Pantera, Black Sabbath, e tutta quella roba lì. Ho passato gli anni dell’adolescenza ascoltando e supportando band ed etichette locali, metal, math, post-rock, indie. Un gruppo fondamentale per la definizione della mia persona sono stati gli Animal Collective, ricordo ancora tutti i dischi a memoria. Ad una certa, piuttosto casualmente, ho scoperto Archangel di Burial, quell’ascolto ha cambiato un po’ di cose e da lì ho iniziato a ricercare ossessivamente qualsiasi cosa mi restituisse la stessa freschezza di quel disco. La “musica elettronica” non era considerata abbastanza “intelligent” all’interno della cerchia delle mie conoscenze, non “era suonata”, e quindi non ho avuto occasione di sentirne parlare prima che Internet non fosse diventato davvero influente nella mia vita. Sui social network in particolare poi arrivavano le info per raggiungere raves sperduti nelle campagne, the true piemonteis experience.
Andrea: la progressione dei miei ascolti è stata grossomodo: Rhcp, Jimi Hendrix, Sum41, Hüsker Dü, emoviolence USA fine anni ‘90, Throbbing Gristle, Clouddead, Burial, Reinforced Records. Gli spartiacque sono stati Gen Orridge e i 4hero insomma. A livello musicale, l’avventura non è mai iniziata nel senso che oltre al piffero alle medie non ho nessuna conoscenza a livello teorico, composizione, ecc. Questo vale anche per Cristina, siamo solo due nerd colossali che hanno lentamente imparato a usare i Cdj. Prima del 2012 non ero mai stato in un club, da piccolo pensavo che la musica elettronica si facesse “pigiando un tasto” e quindi valesse di meno di quella ruock. Sì tutt’ora mi vorrei sotterrare per ‘sta cosa ma vale da constant reminder che fondamentalmente siamo tutti sempre persone orribili. Meglio non esistere, vivere chill e apert* a tutto – e in particolare ad ogni tipo di musica, anche a schifezze colossali come i Queen o David Bowie per dire.

Spiegateci cos'è Paynomindtous?

Come anticipato in precedenza, Paynomindtous è qualcosa che non è solo nostro in quanto Andrea e Cristina, ma mira a coinvolgere più persone possibili, senza nessun vincolo di sorta. La nostra partnership più duratura è con un’altra coppia con base a Torino, i K095C, consulenti di riferimento nonché grafici leggendari. Abbiamo un’altra manciata di amicissim* fidati che ci seguono e supportano, sia online che nella vita reale, e ai quali giriamo tutta la nostra gratitudine.
Paynomindtous è nato diversi anni fa come blog di musica e come pagina fb fondamentalmente di shitposting, con un nome preso da una strofa di Minor Threat dei Minor Threat, una canzone che ci ha ispirato tanto (“we’re not the first, [we] hope we’re not the last”). Da fine 2015 invece il progetto si è trasformato in una specie di sito con articoletti e video report di eventi a cui partecipavamo, e poi ancora da inizio 2016 siamo diventati una webzine vera e propria con recensioni ed anteprime, interviste, mixati divisi in diverse serie, altri autori occasionali, un archivio di registrazioni audio di concerti a cui contribuiva principalmente un amico da Roma, e molto altro ancora.
A fine febbraio 2017 abbiamo sentito la necessità di proporre degli eventi curati da noi. Ci si è presentata una opportunità grazie ai carissimi Father Murphy e Stefano Isaia dei Movie Star Junkies, Piramide di Sangue, eccetera, e l’abbiamo colta subito. Nel 2017 abbiamo organizzato 11 eventi in 10 mesi, divisi tra “concerti” ed esperienze di clubbing, senza per la verità una direzione artistica così definita e precisa come invece l’abbiamo oggi. Da allora abbiamo proseguito, con parecchie difficoltà in particolare a inizio 2018 (uno showcase Haunter Records cancellato per due volte, difficoltà economiche, ++), ma a conti fatti sempre entusiasti di ciò che siamo riusciti a proporre, anche grazie ad un gruppo di resident dj in continua evoluzione a cui ci sentiamo vicini sia musicalmente che personalmente. Da dicembre 2018 risultiamo anche ufficialmente registrati come associazione culturale no-profit, operazione che portammo a termine giusto per poterci presentare con qualcosa di reale (per quanto “burocratico” possa tradursi in reale) al momento della presentazione del progetto Paynomindtous. Già di per sé il nome è abbastanza difficile.


Come costruite e alimentate il processo creativo che vi porta alla definizione dei vostri eventi? Come intercettate gli artisti da arruolare per le vostre serate?

Ciò che ci interessa proporre ai nostri eventi è un’esperienza musicale e ricreativa che abbia un valore culturale, che consenta l’aggregazione di diversi corpi, il tutto assolutamente svincolato da ogni interesse economico. Ovviamente cerchiamo di bilanciare le line-up per arrivare ad avere qualcosa di sostenibile e un minimo autosufficiente, in relazione al nostro pubblico medio nella città di Torino, al biglietto di ingresso (sempre a 5 euro a parte in una sola occasione in cui era a 7, come i Fugazi), e al periodo dell’anno.
Condizione necessaria e sufficiente per fare eventi è e dovrebbe essere per tutti quella di rispettare gli impegni economici presi con gli ospiti, non ci è mai capitato e mai succederà di non contribuire come pattuito. Cerchiamo di bilanciare la scelta degli artisti invitati di modo che i loro set risultino più o meno coerenti tra di loro, e li disponiamo nel corso della serata nel tentativo di creare un crescendo di intensità – come ci ha insegnato Claudio Lancinhouse: i dischi più energetici vanno tenuti per il finale. Con Paynomindtous supportiamo artisti local ed emergenti, invitiamo musicisti, artisti e performer provenienti dai più disparati background e dediti a pratiche eterogenee. Abbiamo in particolare un occhio di riguardo per artist fem, queer, non-binary che hanno sicuramente bisogno di ogni supporto che riescono ad avere, anche, in caso, il nostro insignificante contributo. Infine, per citare direttamente il nostro about, attraverso la nostra serie di eventi “rinneghiamo ogni divisione pregiudizievole tra alto e basso, degno e indegno, “cervello e stomaco”. Per farla breve, i nostri eventi hanno come obiettivo finale il divertirsi insieme.
Per quanto riguarda la selezione degli artisti, i nostri gusti si sviluppano a partire da interminabili ore – ed ore ed ore – di ascolti, in viaggio (Andrea più spesso), in ufficio, a casa, dopo cena, prima, durante, tutto su SoundCloud, YouTube, Bandcamp, e Soulseek. Siamo fangirls di tutti gli ospiti che chiamiamo, oltre che averli per la loro performance ci interessa conoscerli e passarci del tempo insieme, quindi offriamo sempre ospitalità nella nostra reggia di pochi mq nella zona centrale di Torino, base comoda che è diventata pian piano il nostro HQ dove facciamo anche dirette online il giorno prima dell’evento o in caso qualcuno passi in città.

Che rapporto avete e come concepite il ballo?

Una cosa che all’epoca dei nostri primi ascolti di musica dancefloor-oriented ci ha segnato pesantemente è stata la sezione di Energy Flash in cui Reynolds descrive l’esperienza di un rave ‘ardkore dei primi ’90, con gente variopinta, seminuda, sudata e saltellante che ballava combinazioni ad alta velocità di breakbeat, vocine pitchate in alto, e sample da videogame e film sci-fi. Intendiamo il “ballo”, nel senso strettamente meccanico, come qualcosa di assolutamente casuale, scoordinato, gioioso, istintivo, espressione della necessità di liberazione e comunione. A nostro avviso questo non può essere svincolato da implicazioni politiche: il ballo e per estensione “il club”, più spazio figurato che fisico, sono scenari in cui riqualificare il proprio tempo rifuggendo la cancrena della ripetizione capitalistica, esprimendo la necessità di smantellamento del Sistema, infine sfuggendo dai limiti imposti dai confini della binarizzazione.


La vostra serie di eventi celebra il terzo compleanno, quali sono le soddisfazioni più grandi che vi ha regalato questa esperienza?

Ovvio, l’esperienza di eventi Paynomindtous non significa nulla rispetto all’incedere dell’oblio del tempo cosmico. Ma, ad ogni modo, ci siamo fatti delle belle esperienze e siamo riusciti a creare amicizie 1-shot che proseguono sia digitalmente che analogicamente. Nel corso degli anni il nostro progetto è riuscito a creare una sorta di mini-rete che ci fa un po’ sentire come i gruppi hc che giravano l’Europa col furgone. Un bel network che magari si esprime sulle storie Instagram invece che sulle fanzines, ma sicuramente altrettanto vivo e autentico.
In questi tre anni abbiamo avuto la fortuna di avere degli ospiti che non avevano ancora suonato in Italia, come ad esempio i ragazz* di Trrueno da Buenos Aires, Qualiatik da NY, Avbvrn da Francoforte, il trapper incredibile Bilej Kluk da Praga, Bulma da Bruxelles, e poi tantissimi altri che ancora non erano passati da Torino. L’elenco di artisti avuti da febbraio 2017 ad oggi è veramente lungo, e la cosa ci fa emozionare tantissimo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla micro-rete di contatti citata prima, la stessa grazie alla quale, ad esempio, siamo riusciti ad intercettare César CH, dj e producer dell’incredibile scena di Mexico City che ha passato in Italia un paio di mesi e che abbiamo avuto il piacere di ospitare per un live stream.
Un’altra soddisfazione grossa è stata quella di trovare ai nostri eventi, a partire da fine 2018 e inizio 2019, una serie di giovanissimi presi benissimo (ventenni o poco più, dai 5 ai 10 anni in meno di noi) che da allora ci supportano costantemente, ci seguono in massa e soprattutto ci consigliano la trap figa. Non è facilissimo trovare persone così giovani agli eventi musicali, perlomeno a Torino, e il fatto che Paynomindtous riesca ad attirarne qualcuno ci rende tanto felici. Un’altra cosa che ci fa letteralmente vibrare è che praticamente ogni nostro evento finisce in pogo.

Che tipo di informazione fate con la vostra webzine?

A livello di webzine, Paynomindtous si concentra su musica “under the radar” (per citare Fact), e si esprime principalmente attraverso anteprime di tracce o dischi interi – uno strumento che troviamo possa essere molto utile per artisti emergenti all’interno della scena che seguiamo e ci interessa supportare – e tramite mixfiles che carichiamo sul nostro canale MixCloud. Questi ultimi sono sicuramente un modo veloce e d’impatto per diffondere musica ed idee nuove, e allo stesso tempo provare ad allargare il bacino d’utenza. Qualche tempo fa riuscivamo a fare anche molte più interviste rispetto a quante ne scriviamo ora, complice anche una lunga serie di progetti e impegni slegati da Paynomindtous che ci prendono tanto del poco tempo libero che abbiamo.
Riallacciandoci alla domanda precedente ma lato webzine, tra le soddisfazioni più grandi legate a Paynomindtous figura sicuramente il nostro primo pazzesco mix risalente ad agosto 2015, fatto con il moniker Osiris da un caro amico che ora vive a Londra, e che è stato ripostato dal già citato Simon Reynolds sul suo blog personale accompagnato dalla misteriosissima didascalia “e suona ruvido…”. Vedere per credere.


Come Torino vi permette di esprimervi al meglio? Cosa vi piace del capoluogo piemontese? Quali sono i posti che vi danno maggiore ispirazione?

Come detto in precedenza, viviamo insieme a Torino da quattro anni e mezzo, ma in realtà Cristina vive a Torino dal 2013, ed entrambi abbiamo iniziato a frequentare la città in occasione del Club to Club Festival a novembre a partire dal 2010. Abbiamo avuto la fortuna di trovare un alloggio vicino al parco del Valentino (in cui ci siamo rifugiati in diverse occasioni, sia per sfuggire dal caldo asfissiante che per stalkerare gli scoiattoli), ed in generale di stare in una città che ti consente di sopravvivere più che dignitosamente con poco. Non sappiamo bene quanto questa cosa possa durare, data la recente stretta della gentrificazione su diverse zone cardine della città.
Quello che facciamo con Paynomindtous è fondamentalmente slegato da ogni geografia e, almeno fino a quando ne avremo la volontà e la possibilità, proseguirà indipendentemente dalla città in cui vivremo. Ad ogni modo, siamo grati del piccolo pubblico che siamo riusciti a coinvolgere qui a Torino, e in futuro continueremo a prendere quanto offerto dalla città per cercare di creare e alimentare una comunità che si possa appassionare a questi suoni nuovi che seguiamo, in un buco di copertura mediatica in cui sopravvivono solo grossi dinosauri.

Dove andate a bere a Torino? Qual è il vostro drink preferito? Invece dove andate a mangiare? Il vostro piatto preferito?

Fondamentalmente non usciamo per bere, quando siamo fuori e non stiamo andando a fare il soundcheck di un evento siamo a casa di amici o a casa nostra. Cerchiamo di portare però tutti gli ospiti e amici che vengono a trovarci a bere il mistico, leggendario Tamango. Per il cibo invece abbiamo una vincitrice hands down che è la pazzesca gastronomia cinese sotto casa dove ogni volta Andrea abbandona ogni dignità.

Dove trovate e comprate i vostri dischi?

Siamo hardcore supporters del digitale, quindi principalmente su Bandcamp. Anche se in realtà abbiamo una piccola collezione di dischi, cd e cassette, molti dei quali scambiati con amici.

Il party torinese più figo a cui avete partecipato? E quello internazionale?

Non intendiamo assolutamente sbrodolarci addosso ma dobbiamo essere sinceri e rispondere seguendo i nostri gusti personali: le feste a cui ci siamo divertiti di più a Torino sono state le ultime feste Paynomindtous, a cui aggiungiamo il party di novembre dei ragazzi di Amphibia in collaborazione a Bristol NormCore con Franco Franco e Kinlaw, i Realia, e Katatonic Silentio. L’esperienza internazionale più figa in cui ci siamo trovati invece – non ne abbiamo fatte moltissime, ma qualcuna sì insomma – è senza alcuna possibilità di dubbio Saturnalia 2017 a Macao.

Dopo la nottata: after, baracchino lurido, casa o aeroporto?

In after a casa con tè caldo più coccole, dopo esser passati dal baracchino lurido. Tutto specialmente bello se ci sono con noi i nostri ospiti e/o amici.

Progetti per il futuro?

Il 13 marzo, ordinanze e paranoia COVID-19 permettendo, avremo un altro evento sempre al Bunker di Torino con altri quattro ospiti, uno dei quali sarà in Italia per la prima volta. Stiamo lavorando ad una festicciola in famiglia ad aprile, e a qualcos’altro di grosso a maggio. Da un paio di mesi a questa parte stiamo anche dedicando molto tempo, assieme ai K095C, all’idea di fare una compilation Paynomindtous che raccolga diversi artisti che abbiamo ospitato in questi anni. La tracklist è lunghissima, concept e dettagli sono in definizione ma confidiamo di riuscire a farla uscire entro poco tempo. Poi forse sì ci piacerebbe anche rilassarci un attimo, e tipo – ma giusto ogni tanto – dormire.