Confesso subito: tre quarti delle foto nella mia galleria sono meme, e il restante quarto è dedicato a cani con la frangetta (il mio incluso, ovviamente). E di quella fetta di meme, una buona metà proviene direttamente dal profilo di Victoria Genzini. Lei è la mia oasi di bellezza sul web, capace di farmi esclamare un genuino “ahaha” ad alta voce e allo stesso tempo di fungere un po’ come una sessione di terapia di gruppo.
Con il suo irresistibile accento inglese, Victoria è la mia musa indiscussa dei meme: dotata di un’ironia affilatissima, un estro irriverente, un’intelligenza vivace e una curiosità che non conosce limiti. È proprio lei il volto scelto per guidarci nell’esplorazione della new urban vibes artistica milanese. Victoria riesce a rendere accessibile e perfino popolare un mondo che spesso rimane chiuso dietro a una cerchia ristretta, quello dell’arte contemporanea. 

Il suo approccio è radicalmente inclusivo. Insieme a lei, il dialogo sull’arte diventa aperto, fluido e privo di formalismi. Tra un caffè e uno Spritz o, come è successo al Sapore di Mare Festival, nelle spiagge assolate, ci si interroga su arte e cultura senza l’aria pesante e seriosa che spesso aleggia attorno a certi discorsi: perché il contesto non dovrebbe mai appesantire la profondità dei contenuti, ma anzi facilitare l’accesso a chiunque voglia avvicinarsi.
Victoria ci ricorda che Milano non è una cartolina in bianco e nero che puoi amare o odiare ma  un mosaico vibrante di colori, suoni, e incontri casuali. E grazie a figure come lei e con il supporto di Canadian, l’arte contemporanea si trasforma in un dialogo vivo e dinamico che si sposta fuori, tra le strade della città. Anche in inverno, senza paura del freddo.

Mi definirei una situazionista, scuola Guy Debord. Mi piace molto il DaDa.

Per me resti una diva dei meme, ma forse è meglio se mi dici tu chi sei…

Mi definirei una situazionista, scuola Guy Debord. Mi piace molto il DaDa. Mio padre è milanese e mia madre londinese, quindi sono cresciuta a metà risotto e mediaset e metà sunday roast e bbc4. Mi piacciono i culture clash, analizzare tutte le cose del contemporaneo. Di questi tempi mi piace un sacco TikTok. Ho studiato arte, fatto la gallerina per tanti anni a Mayfair per un’importante galleria italiana, lavorato per una grande fiera. Scrivo, curo mostre e festival, creo meme e lavoro come consulente creativa.

Cosa ti ha portato a Milano?

Sono nata all’ombra della Torre Velasca. Poi sono scappata per andare alla Central Saint Martins, e dopo 15 anni mi ci sono ritrovata, perché ero a Milano per lavoro quando è iniziato il lockdown del 2020. Ci sono rimasta perché la trovo la perfetta equazione tra un paesino e una grande città, è borghese e contemporanea allo stesso tempo, vuole fare l’adulta ma a volte è un po’ teen di provincia. Ha un suo fascino, ruvido e austero a volte, a volte giocoso e leggero come un film dei Vanzina eterno, Yuppies to be precise. Ma diventa sempre più internazionale, che è una fortuna, rende tutto più interessante.

Cosa ami di più di Milano? E cosa invece ti fa storcere il naso?

Mi piace vivere tante Milano diverse, c’è una sua psicogeografia di ‘mood’ molto precisa che mi diverte, puoi variare molto. Mi piace che spesso sembra un quadro di De Pero, a volte uno di Casorati, specialmente in autunno e inverno. C’è qualcosa di molto elegante e molto brutale, e dietro le porte e i portoni ci sono delle meraviglie. Mi dispiace che non ci sono abbastanza alberi e piante, ce ne vorrebbero molti di più. Non mi piacciono per niente i mattoni con cui hanno fatto la Darsena di Milano, e mi dispiace che nessuno si preoccupi di sistemare il ponte degli artisti di Via Tortona.

Se un amico straniero avesse solo 4 ore in città, quale itinerario artistico gli consiglieresti?

Consiglierei il Museo Poldi Pezzoli, Villa Necchi, Fondazione Prada e i Bagni Misteriosi.

E cosa invece gli diresti assolutamente di evitare?

Difficile, bene evitare di mangiare in qualche catena, evitare di dare da mangiare ai piccioni in Piazza Duomo. Evitare di andare in tram senza biglietto.

Dove trovi l’arte a Milano? E cosa rende questa città speciale per te?

L’arte si può trovare ovunque a Milano. Ci sono palazzi bellissimi di Portaluppi nei quartieri più inaspettati, chiese con crocifissi di Fontana e opere di Dan Flavin, gallerie di ogni tipo – dalle established alle più emergenti. E’ una città speciale perché è un po’ un’anomalia rispetto all’immagine che si ha all’estero della città italiana bellissima, come Roma, Venezia, Firenze, Napoli ecc. E’ più grigia, più urbana, più austera ma con angoli di bellezza molto eleganti, e molto rough anche.

Secondo te, cosa rappresenta meglio il panorama contemporaneo della scena artistica milanese?

Ci sono tante scuole d’arte adesso a Milano, tante persone internazionali, credo che a Milano ci sia molto un senso del DIY – do it yourself – che spinge molti giovani a unirsi in collettivi o lavorare insieme per creare, e questo la rende un buon posto per accogliere l’arte contemporanea e anche dove poter creare le arti. Penso che l’emergere di nuove gallerie e il successo, a livello internazionale, di quelle già esistenti sia una prova tangibile di come Milano sia sempre più un’ottima vetrina per l’arte contemporanea.

Hai qualche chicca da consigliare: librerie, gallerie d’arte o luoghi insoliti che potremmo non conoscere?

La mia libreria preferita è la Hoepli. Gallerie tra le quali consiglierei Massimo De Carlo, Gio Marconi, Kaufmann Repetto e Zero. Federico Vavassori. E poi Zazà, Matta, e galleria Le Vite.

La domenica è, per molti, il giorno più temuto della settimana. Che suggerimenti hai su cosa fare a Milano per rendere la domenica quantomeno accettabile?

La domenica è bello fare una lunga colazione nel bar di quartiere e andare al cinema. Il Cinema Mexico è il mio preferito, una sala d’essai dove fanno una programmazione meravigliosa, a Halloween ho rivisto Carrie lo Sguardo di Satana di De Palma. Poi andrei alla Pinacoteca Ambrosiana, fanno spesso delle mostre che sono delle vere chicche e non ci sono mai troppe persone. E un drink al bancone dell’Hotel de Milan è sempre un vibe.

Hai un luogo del cuore in città dove non ti stanchi mai di andare?

Bar Basso e a spasso per la galleria Vittorio Emanuele, la mattina presto. Al Castello Sforzesco e al mercatino dell’usato dei Navigli.