Quale assioma è più puro se non quello che a Vignanello c’è il vino novello? Forse solo quello più primitivo che lo stesso, se assunto in quantità industriali, dà al cervello. Insomma, citando il capolavoro di Pasquale Petrolo e Claudio Gregori “Fa rima e c’è: stacce”. Pertanto, tra rime e teoremi, se questo week end non sapete dove svolazzar, il borgo viterbese invita all’adunanza fuori porta per gustare i prodotti dei frantoi ancora unti e il primo vino dell’ultima vendemmia, da abbinare a piatti locali nelle caratteristiche cantine del paese. Tuttavia sarà sempre sua maestà novello a farla da padrone, portandovi a dimenticare tutte le nozioni di matematica, epistemologia e il triste epilogo di “Otto il passerotto”.