A meno di non avere amici o parenti fissati con la cacciagione, se non direttamente cacciatori, e fatta eccezione per qualche scelta azzardatissima al ristorante cinese che devii dal classico involtino/spaghetto di soia/maiale bambù e funghi, l’oca è un cibo che si mangia ad intervalli di anni. Qui, invece, l’oca se la cucinano come il Signore comanda per dieci giorni di fila, sia come sugo nei primi (pappardelle, gnocchi alle rigaie, tagliatelle), sia come secondo (arrosto o alla cacciatora). Oltre alla rara pietanza, c’è anche da apprezzare una cosa che testimonia lo sbrocco assoluto di questa regione per il cibo. L’avviso: “Per chi non è amante dell’oca ci sono piatti alternativi a base di maiale”, tipo “Daje zi’ buttace ‘n mezzo pure due quintalate di costolette e salsicce”. Overdose proteica garantita.